I cinesi accelerano: pronto il nuovo terminal container di Vado Ligure
«Italia corridoio preferenziale»
di Raoul de Forcade
2' di lettura
Gli occhi della Cina sono puntati sul nuovo terminal container di Vado Ligure (Savona), che aprirà i battenti (sia pure non ancora a pieno regime) il 12 dicembre. E l’attenzione del Dragone non è concentrata solo sui possibili sviluppi economico-finanziari legati all'imminente completamento alla struttura portuale ma anche a quelli politici.
Lo dimostra il tweet che nei giorni scorsi ha postato l’ambasciata della Repubblica cinese in Italia. «La costruzione del nuovo hub portuale di Vado Ligure – vi si legge - è quasi conclusa. Lo scalo, costruito tramite fondi congiunti europei e cinesi, sottolinea la straordinaria unicità dell’Italia come corridoio preferenziale tra Oriente e Occidente». Un riferimento alla Bri (Belt & road initiative), cioè la nuova Via della seta su cui punta il Governo di Pechino.
A conferma del tweet, arrivano le parole di Paolo Cornetto, ad di Apm terminals Vado Ligure, la società che gestisce la nuova piattaforma container ed è controllata dal gruppo danese Maersk, col 50,1%, insieme ai cinesi (entrati nella compagine a novembre 2016) di Cosco shipping ports, col 40%, e Qingdao port international, con il 9,9%.
«Il terminal – spiega Cornetto – aprirà il prossimo 12 dicembre . E la nostra società ha investito circa 180 milioni (43 dei quali in project financing, ndr) nella piattaforma; quasi 90 di questi, in proporzione alle loro quote, sono stati impegnati dai soci cinesi».
Riguardo al tweet dell’ambasciata, sottolinea Cornetto, «fa piacere, dal nostro punto di vista, vedere che c’è anche un interesse politico rispetto alla nostra iniziativa, dato che l’ambasciata è la rappresentanza di un Paese. E ci fa piacere pensare al tipo di visibilità che il progetto sul quale lavoriamo può avere ottenuto in un Paese come al Cina. Ne siamo orgogliosi e per certi versi sorpresi. Noi facciamo il nostro lavoro e, a volte, siamo così concentrati su quello che non pensiamo al resto. Ma su Vado Gateway (il nome del nuovo terminal, ndr) c'è un interesse molto importante, che non è solo quello degli investitori».
«Siamo al centro di un progetto talmente ampio - aggiunge Cornetto - che a volte neppure noi ci rendiamo conto dell’attenzione politica che c’è dietro questa iniziativa. La cosa ci fa piacere perché ci dà visibilità ma anche prospettive». Non è un caso, peraltro, che martedì scorso, ricorda Cornetto, il terminal sia stato visitato da una delegazione della Bank of China.
«È anche il progetto della Bri, in cui rientriamo – aggiunge il manager – che ci dà l’enorme visibilità di cui ho detto. Perché politicamente la Via della seta suscita molta attenzione anche all’interno della Cina. E poi, al di là di tutto, questo terminal avrà caratteristiche che sono al momento uniche in Italia. Mi riferisco all’automazione dei piazzali e dei varchi. Inoltre, con oltre 16 metri di profondità, i nostri fondali consentono l’attracco della grandi portacontainer di ultima generazione».
In effetti, il piazzale di Vado sarà il primo in Italia ad essere altamente automatizzato, con gru che opereranno in autonomia senza operatore (che dovrà intervenire solo in caso di necessità, da una sala di controllo remoto). Anche i gate dello scalo saranno ad alta automazione.
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