I classicisti di ritorno nella rete di Athena Nova
Una scuola online per lo studio delle lingue antiche, dove è possibile apprendere undici lingue antiche sotto la guida di 27 insegnanti distribuiti non solo in diverse università italiane, ma anche in molte città europee. Con allievi che arrivano fino al Giappone
di Antonio Criscione
4' di lettura
Nella vita Teo (ovviamente nome di fantasia) vende ricambi auto e non ha una formazione classica, ma aveva un sogno: leggere Platone, ma non in una qualsiasi traduzione, ma nella sua versione originale, nella lingua in cui le opere erano state scritte. Un obiettivo ambizioso probabilmente molto oltre le abilità acquisite dalla stragrande maggioranza degli studenti di liceo classico. E però Teo ci è riuscito, ora è autonomo e legge da solo Platone in lingua originale. È questa una delle tante storie che si incontrano imbattendosi in Athena Nova, un sito dedicato allo studio e all'approfondimento delle lingue antiche. Non solo latino e greco, con Athena Nova si possono apprendere l'ugaritico, l'ittita, il babilonese, l'aramaico, l'ebraico biblico, il sanscrito, il fenicio, il miceneo, la lingua dell'antico Egitto. Manca il fiato solo a leggere l’elenco. Di più, per avere una idea dell'incontro tra nuovo e antico, la scuola offre anche un corso sulle risorse digitali per scrivere in geroglifico.
Classicisti di ritorno
E oltre a tutte queste lingue antiche ovviamente il latino e greco, terreno di caccia per i “classicisti di ritorno” come li definisce Fabio Copani, fondatore e direttore di Athena Nova. I classicisti di ritorno sono tutti coloro che al liceo hanno studiato latino e greco ed hanno ancora in qualche angolo della mente, il desiderio di rinnovare la conoscenza di quelle lingue che ahimé sono andate ormai perdute, portate via in gran parte dal grande fiume del tempo, insieme agli anni dell'adolescenza. Magari l'occasione può essere data dal fatto che un figlio si sia iscritto al classico e il genitore per non fare magre figure o solo perché intende seguire il figlio, decide di recuperare quello studio. Non solo loro, ma per il greco può capitare il docente di lettere, che ha qualche lacuna nel greco e che intende recuperare. Le storie che portano a quelle che un tempo erano indicate come lingue morte e che invece danno segni di vita piuttosto vistosi.La particolarità dell'insegnamento del latino e del greco presso Athena Nova è il fatto che, con il soccorso di qualche neologismo, queste due lingue vengono insegnate come lingue vive. Subito gli allievi di greco saranno salutati come “mathetai”, ovvero coloro che apprendono, studenti. E man mano che prendono confidenza con la lingua, l'insegnamento diventa prevalente nella lingua di che si studia. «A volte con l'ansia di tradurre - spiega Copani - si perde di vista la lingua di partenza e si pensa solo a quella di arrivo. E così il latino o il greco passano in secondo piano. Occorre abbandonare l'ansia di tradurre e concentrarsi su queste lingue e su come pensava chi le utilizzava».
Quando tutto ha avuto inizio
Tutto è cominciato nel 2018, quando Copani, ha deciso di unire passione e lavoro e ha fondato questo centro di studi sul mondo antico, che conta attualmente 27 docenti collaboratori, per lo più ricercatori di varie università europee specializzati nelle rispettive discipline. Ricorda Copani: «Siamo stati subito una start up innovativa, perché abbiamo sviluppato una piattaforma di insegnamento originale che permette appunto l'incontro a distanza di studenti e insegnanti». Una necessità anche perché un insegnante di ugaritico, tanto per fare un esempio, non è che lo trovi ad ogni angolo della strada. Infatti Athena Nova si avvale di insegnanti sparsi in diverse città d'Europa. E così capita che con gli studenti (non tutti collocati solo in Italia), interagiscono insegnanti che stanno a Londra, Marsiglia, Berlino, Madrid, Rotterdam, Mainz (indicata sul sito con l'antico nome di Magonza, ma “ci sta” come si direbbe ora) e così via. E a proposito di studenti quest'anno c'è anche uno studente che si collega dal Giappone, che avrà probabilmente qualche difficoltà per ragioni di fuso orario.La partenza è avvenuta proprio con dei corsi di greco antico, tenuti dallo stesso Copani, che continua a insegnare, oltre a dirigere la scuola. Subito dopo si sono aggiunti alcuni suoi compagni di dottorato, visto che Copani ha collaborato con la cattedra di greco antico dell'Università di Milano.
Ma siete pazzi?
E via via l'offerta si è andata moltiplicando, fino ad arrivare alla situazione attuale in cui oltre agli undici corsi di lingua si sono aggiunti corsi di cultura, lettura dei testi e conferenze. «Sui social siamo bombardati dai commenti di gente che ci dice: ma siete pazzi a quaranta, cinquant'anni o più a mettervi a studiare cose inutili come il greco antico o il latino? Per non parlare del sumerico». Cosa rispondere? La scuola continua ad allargare l'offerta formativa (senza contare che esistono anche altre iniziative del genere): quindi la risposta è che l'idea non è tanto peregrina. E chi si avvicina allo studio di queste lingue per recuperare una fetta della propria memoria personale non può non meravigliarsi di fronte all'aprirsi di un orizzonte di cose nuove, più che un'operazione di nostalgia. Su questo si viene subito spiazzati. Al classico, almeno quelli di noi che hanno una certa età, hanno letto sempre come una “zeta” la lettera Ζ; ζ. E invece impari subito che si pronunciava “sd”. Ora lo trovi pure su Wikipedia, ma è un colpo ad antiche certezze.
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