Mercato dell’arte

I collezionisti asiatici comprano l’arte orientale nelle aste italiane

di Stefano Cosenz

Il Ponte Casa d’aste, una coppia di leoni buddhisti in bronzo, base in legno, Giappone XIX secolo, base 4.000-4.500 euro, realizzo 30mila

6' di lettura

Maggio e giugno sono due mesi che vedono in Italia anche aste di arte orientale, in particolare cinese, ove nel corso degli anni passati si sono registrati importanti record grazie alla partecipazione di collezionisti asiatici accaniti ricercatori degli oggetti d'arte più rari e belli da far rientrare nei propri paesi. In queste tornate, pur non essendoci stati realizzi milionari come quelli degli anni scorsi da Cambi e Pandolfini, è spiccato un abito imperiale in seta a fondo giallo con draghi e i 12 simboli realizzato in Cina a Jifu nel periodo Jiaqing (1796-1820) battuto nell'asta di Wannenes del 15 giugno a 212.500 euro, terza aggiudicazione di sempre del dipartimento. Le aste hanno registrato anche la partecipazione di collezionisti vietnamiti, giapponesi, indonesiani e di dealer inglesi. Si sono accese gare accese per antiche opere, di rara bellezza, in corallo, avorio, giada.

Le opere orientali scambiate in asta

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L'8 maggio Bertolami Fine Arts www.bertolamifinearts.com disperde a Roma una parte della collezione di una signora appartenente a una nobile famiglia olandese trapiantata in Indonesia che costituiva il resto della raccolta già dispersa con successo a Londra dalla stessa Casa. Il fatturato della vendita è risultato di 188.500 euro col 27% di lotti venduti e il 51% del venduto sul valore. Come ha commentato Francesco Morena, capo del dipartimento di arte asiatica e tribale: “I clienti cinesi hanno fatto, come da previsione, man bassa di quanto in asta fosse ascrivibile alla loro cultura, ma sono passati di mano e hanno acceso gare anche i migliori pezzi indonesiani, a dimostrazione che la qualità premia sempre e dovunque”. Lo conferma la serratissima contesa scattata per un'alzata in argento dorato prodotta nel Sud Est asiatico ai primi del ‘900, un pezzo di qualità finissima, stimato 300-400 euro e passato di mano a 9.375 euro. Cinese ovviamente il top lot della sessione: una coppia di cachepots in porcellana bianca e blu completi di sostegni a balaustro, prodotti a inizio ‘900, che hanno realizzato 30mila euro, contro una stima di 4-5mila. Alta performance per alcuni piccoli gruppi scultorei cinesi in turchese e giada, in particolare una complicata composizione intagliata in un blocco di turchese in cui si sovrappongono in slancio verticale figure umane, animali, piccoli padiglioni e un dinamico scorcio di nuvolo, realizzata da intagliatori cinesi della prima metà del ‘900, alta 20 cm: valutata 800-1.000 euro è stata aggiudicata a 10.000 euro.

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Sempre a maggio, in data 22, è stata la volta di un'asta orientale presso Il Ponte Casa d'aste di Milano che ha totalizzato 622.750 euro con un catalogo molto variato che, a detta della direttrice del dipartimento Eleonora Mazzeo, è stato in grado di accontentare un pubblico dai gusti diversificati. Top lot dell'asta, la coppa di libagione in corno di rinoceronte scolpita e intagliata con maschere “taotie”, Cina dinastia Qing periodo Kangxi (1662-1722), valutata 40-45mila euro e aggiudicata a 93.750 euro. Una scultura in legno laccato e dorato raffigurante un monaco buddhista con occhi semichiusi e lunga tunica dai drappeggi ondulati, Cina dinastia Ming (1368-1644), valutato 20-25mila euro è stato aggiudicato a 40mila. Significativo pure il rialzo di una coppia di leoni buddhisti in bronzo, base in legno, Giappone XIX secolo, da una base di 4.000-4.500 euro è volata a 30mila. Rialzi significativi per opere in corallo, come una scultura raffigurante un personaggio folkloristico aggiudicato a 16.250 euro, contro una stima di 4-5mila, e per opere in giada tra cui un vaso color celadon valutato 1.200-1.500 euro e aggiudicato a 21.250. Numerosi i cinesi che hanno partecipato online, ma anche vietnamiti e dealer inglesi.

Una vendita di opere d'arte e bronzi cinesi e di arte himalayana è stata promossa da Cambi a Milano il 6 e 7 giugno con un totale di 959mila euro assieme a una vendita di gioielli in corallo. L'asta di arte orientale raccoglieva un gruppo di bronzi da un'importante collezione privata: una “figura di Avalokitesvara” con aura stante su doppio fiore di loto in bronzo con tracce di doratura, realizzata in Tibet nel XVIII secolo da una stima di 4-6mila euro ne ha raggiunti 35mila, mentre una “figura di Amitayus” seduto su doppio fiore di loto in bronzo dorato, realizzata in Cina in epoca Qianlong (1736-1796) durante la Dinastia Qing è stata aggiudicata a 30mila euro partendo da una stima di 5-7mila.

La tornata di Fine Chinese Works of Art ha esitato giade preziose, sculture e arredi in legno, oggetti in avorio, vasi e manufatti in porcellana, figure scolpite in corallo, dipinti su carta e su seta: un vaso con coperchio in giada bianca e ruggine dell'epoca Qianlong (1736-1796), stimato 6-8mila euro, è stato oggetto di continui rialzi fino a raggiungere quota 50mila euro, mentre un paravento in homu con applicazioni in giada, madreperle, avorio e porcella flambè, Cina Dinastia Qing, XIX secolo, stimato 30-50mila euro è stato venduto a 47.500 euro. Successo inatteso per un particolare sciacqua pennelli in ambra a decoro naturalistico realizzato in Cina nel XVIII secolo durante la Dinastia Qing che, dopo continui rialzi da una stima iniziale di 1.500-2mila euro, è passato di mano per 33.750 euro.

L'asta Asian Art di Wannenes di Genova ha fatturato 583.354 euro col 56,6% di lotti venduti e il 98,2% del venduto sul valore. Spicca il risultato di un abito imperiale in seta a fondo giallo con draghi ed i “dodici simboli”, realizzato in Cina a Jifu durante il Periodo Jiaqing (1726-1820), proveniente da una collezione privata milanese, che da una stima di 14-18mila euro è stato battuto a 212.500 euro, terza aggiudicazione di sempre del dipartimento. Significativo pure il rialzo di uno scettro in zitan intagliato con inserti in cloisonné, Cina, Dinastia Qing, Periodo Qianlong (1736-1796) che partito da una stima di 5-8mila euro è stato aggiudicato a 118.750, mentre un raro vaso cinese rouleau in porcellana bianca e blu, Dinastia Qing periodo Kangxi (1662-1722) stimato 6-8mila euro ne ha realizzati 32.500.

La stagione primaverile di aste nazionali di arte orientale si è conclusa il 27 giugno con la vendita di Pandolfini di Firenze che ha presentato una catalogo articolato per provenienze ed epoche, tipologie e materiali, mettendo in evidenza ancora una volta l'interesse dei collezionisti per le porcellane e le pietre dure e semipreziose, giade, coralli e turchesi. La vendita ha realizzato 580.375 euro, col 58% di lotti venduti e il 141% di venduto sulle stime.

Una bella placca in porcellana realizzata in Cina nella prima metà del XIX secolo durante la Dinastia Qing, dipinta in policromia e raffigurante una serena scena di vita all'aperto, ha realizzato dopo una concitata gara 32.500 euro. Una “Guanyn” in porcellana verde celadon, scultura rara per le sue dimensioni (150 cm), eseguita in Cina nel XX secolo, è salita fino a 25mila euro. Viene segnalato anche un manufatto che racchiude in sè tutta la perizia tecnica e l'eleganza degli artisti-artigiani della Cina nel XVIII secolo durante la Dinastia Qing, una “scatola con coperchio” in lacca rossa interamente decorata da piccoli motivi floreali che si ripetono perfettamente uguali a formare tre corolle concentriche di petali allungati, mentre all'interno è di una lucente lacca nera: stimata 2.500-3mila euro, ha concluso la gara a 25mila euro. Un dipinto di grandi dimensioni eseguito durante la Dinastia Qing, tra i secoli XVIII e XIX, che raffigura Avalokiteshavara, Buddha della compassione con undici teste e mille braccia per aiutare le persone e ai lati i 18 Lohan (249x130 cm), è stato venduto per 15mila euro (stima 8-12mila).

Tra i coralli, una “Guanyn” su un fiore di loto che galleggia su un'onda con alle spalle un drago che volteggia tra le nuvole, Cina Dinastia Qing, XIX-XX secolo, alta 33 cm, ha realizzato 22.500 euro contro una stima di 10-15mila. Tra gli avori, una “Coppia di Zanne” alte 32,5 cm e intagliate a tutto tondo da un artista della dinastia Qing, sex. XIX, una dedicata all'imperatrice e l'altra all'imperatore, è passata di mano a 23.125 euro, contro una stima di 15-20mila.

Si è registrata la presenza anche di collezionisti di arte giapponese: una scultura del Periodo Edo (1603-1868), in legno intagliato, laccato in policromia e dorato raffigurante un monaco in posizione meditativa con sguardo ieratico, ha realizzato 20mila euro contro una stima di 5-6mila (alta 82 cm).

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