Borsa, i conti dei big del lusso pagano i lockdown cinesi, comparto debole in tutta Europa
A Piazza Affari in rosso Ferragamo e soprattutto Safilo. Accoglienza tiepida a Parigi per i numeri record di Lvmh
di Giuliana Licini e Eleonora Micheli
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Titoli del lusso sotto i riflettori sulle Borse europee, dopo la pubblicazione di risultati 2022 che hanno evidenziato l'impatto delle chiusure cinesi per fronteggiare la pandemia di Covid-19. Sul Ftse Mib di Piazza Affari, Salvatore Ferragamo è così in ribasso all’indomani della pubblicazione dei numeri sul fatturato del 2022, giudicati deludenti. La casa fiorentina ha chiuso il 2022 con ricavi per 1,25 miliardi di euro, in aumento del 10,2% a cambi correnti e del 5,7% a cambi costanti rispetto all’esercizio 2021. Ha sofferto l’area Asia Pacifico, registrando vendite in calo del 4,6% (-10,6% a tassi di cambio costanti), rispetto all’esercizio 2021. «Il rallentamento è principalmente dovuto agli effetti derivanti dalla ripresa della pandemia Covid-19, in particolare in Cina», ha spiegato la società. L’Asia Pacifico, però, rimane l'area che fattura di più, con un giro d'affari di 417,632 milioni, seguita dal Nord America (391,3 milioni) e dall'Europa (261,79 milioni).
Gli analisti di Equita hanno evidenziato che il fatturato del 2022 è stato inferiore alle attese, risentendo della frenata accusata nel quarto trimestre, con un crollo delle vendite del 10% (a cambi costanti). D’altra parte questi numeri, hanno ricordato gli esperti, oltre a risentire delle chiusure in Cina non hanno riflettuto ancora il contributo delle nuove collezioni, che sarà invece visibile con la stagione Primavera/Estate e che beneficerà di un crescente supporto di marketing. «Nonostante il minor fatturato, abbiamo confermato la stima di ebit a 126 milioni (consensus 128) in quanto la società sottolinea nel comunicato stampa di aver dato priorità alle vendite full price, da cui ci aspettiamo quindi un supporto sui margini». Per il 2023 il management appare fiducioso, grazie anche al crescente contributo delle nuove collezioni, e indica una reazione molto incoraggiante dei clienti con la riapertura in Cina. Gli analisti di Equita hanno limato le stime sul fatturato 2023-24 dell’1% e quelle sull’Ebit rispettivamente del 2 e dell’1%. Così hanno rivisto al rialzo il target di prezzo dell’8% a 20 euro e consigliato un "buy", scommettendo sia sulla ripresa delle vendite in Cina, sia sul rilancio della società. Qualche indicazione in più sulla strada che percorre il gruppo potrebbe emergere il 2 marzo, quando Ferragamo annuncerà i conti completi relativi al 2022. Intanto sono più prudenti gli esperti di Intesa Sanpaolo che oltre a reiterare la raccomandazione di ‘hold’ hanno indicato un prezzo obiettivo più basso dei corsi di Borsa, pari a 15,4 euro. Stessa posizione quella di Intermonte che ha ribadito il ‘neutral’ sulle azioni, stimando un target di prezzo a 15,8 euro.
A Parigi accoglienza tiepida per i numeri record di Lvmh
A Parigi, intanto, il mercato ha riservato un'accoglienza tiepida ai conti di Lvmh, nonostante i numeri record. Il gruppo ha comunicato di avere chiuso il 2022 con vendite per 79,2 miliardi e un utile operativo corrente di 21,1 miliardi, entrambi in crescita del 23%. L’utile netto si è attestato a 14,1 miliardi, in aumento del 17% rispetto al 2021. Gli operatori hanno preso nota che si tratta di risultati record, ma non è sfuggita una piccola debolezza a livelli di margine operativo, in particolare nel quarto trimestre. Secondo gli analisti di Jp Morgan il margine di Lvmh, rimasto stabile al 26,6% lo scorso anno, è inferiore alle previsioni che la banca Usa situava al 27,8%. Jp Morgan conferma per altro il ‘buy’ sul titolo alzando l’obiettivo di prezzo a 815 euro dai precedenti 750. Anche Invest Securities aumenta il target price, portandolo a 730 da 635 euro, ma ha ribadito la sua posizione “neutrale” sul titolo. Il Credit Suisse commenta che il margine operativo è rimasto stabile nel 2022 (contro le attese di un aumento di 90 punti base) perché «riflette in gran parte il mantenimento o l'aumento delle spese di marketing nel secondo semestre, malgrado la crescita dei ricavi sia stata perturbata». Il direttore finanziario di Lvmh, Jean Jacques Guiony ha spiegato ieri di aver deciso di mantenere gli investimenti di marketing del secondo semestre a un livello superiore del 30% rispetto al 2021, malgrado una crescita più debole del fatturato, ma di non avere previsto un calo così rilevante in Cina nel mese di dicembre.
Pesante Safilo dopo la frenata in Nord America
Tornando a Milan, le vendite colpiscono pesantemente Safilo Group in seguito alla delusione per la pubblicazione delle vendite preliminari del 2022, che nonostante siano cresciute hanno frenato in Nord America, l'area dove è più esposta l'azienda. Nel dettaglio la società di occhialeria ha registrato ricavi per circa un miliardo, in crescita dell’11,1% a cambi correnti e del 4,2% a cambi costanti rispetto ai 969,6 milioni di euro registrati nel 2021. Nel quarto trimestre 2022, le vendite nette preliminari sono state pari a 245,4 milioni di euro, in crescita del 5,7% a cambi correnti, ma in flessione dello 0,6% a cambi costanti. Per area geografica, nel 2022 l’Europa si è confermata il principale motore di crescita con una performance a cambi costanti del +12% a quota 424,9 milioni di euro. Per contro è andato male il Nordamerica con 497,7 milioni di euro di ricavi in flessione del 4,7% a cambi costanti. L'Asia Pacifico ha raggiunto i 57,7 milioni euro (+3,4%) e il Resto del Mondo 96,4 milioni euro (+21,1%). E' stato inoltre annunciato che l'ebitda adjusted (senza quindi le poste non ricorrenti) è stato pari a circa 101 milioni (ebitda margin a circa il 9,4%). Intanto Equita ha giudicato «scarichi» i dati e pertanto ha confermato un "hold" con target di prezzo a 1,6 euro. Intesa Sanpaolo ha abbassato il giudizio sulle Safilo da ‘"buy" a "hold" e il target di prezzo da 1,82 a 1,69 euro, per la delusione del business in Nord America. Gli esperti hanno inoltre puntato l'indice sulla scarsa visibilità sulle prospettive del gruppo e dei suoi brand dopo due anni di rilancio.
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