L’analisi dell’Eiopa

I costi delle polizze italiane non sono le più care in Europa

Dallo studio dell’Eiopa sui costi delle unit linked e dei prodotti ibridi emerge che l’Italia non è tra le più onerose, ma ora i ritorni sono a rischio e l’inflazione e gli oneri fissi peseranno su questi strumenti

di Federica Pezzatti

(Zerbor - stock.adobe.com)

4' di lettura

Costi delle polizze di investimento in aumento in Europa. Sopportabili con performance positive come quelle del 2019 e del 2020 grazie al buon andamento dei mercati.
Ma sul futuro c’è più di un punto di domanda. La fotografia emerge dal report Eiopa «Costs and past performance 2022» pubblicato sul sito dell’Authority il 5 aprile. Lo studio è stato realizzato con le informazioni ricevute su più di 760 prodotti di investimento assicurativi (Ibip), commercializzati da 160 imprese di assicurazioni in 26 Paesi che rappresentano il 60% del totale dei premi lordi pagati dagli assicurati dello Spazio economico europeo (79% per quanto riguarda il campione italiano).

Il focus registra un 2020 positivo per quanto riguarda i rendimenti, in linea del resto con quanto realizzato dai mercati azionari nello stesso periodo (Msci world + 11,7%) e dai bond (indice JpM Gbi global +5,6%), ma mette in guardia sul livello di rischio (individuato mediante la standard deviation, mai stata così alta, e pari a 13% per le unit e all’11% per le polizze ibride).

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Polizze a confronto in europa
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I rendimenti

Secondo l’analisi, nel 2020 il rendimento netto ponderato dei prodotti unit-linked analizzati è stato del 6%, mentre gli ibridi e le polizze a partecipazione agli utili (meglio conosciute in Italia come rivalutabili o di ramo I) hanno avuto un rendimento netto rispettivamente del 2% e dell’1,4%. Guardando al più lungo periodo, il rendimento netto medio annuo per il periodo 2016-2020 per le unit è stato del 4,7%, mentre per i prodotti ibridi si scende in area 2,5% e a 1,7% per i prodotti con partecipazione (i dettagli sui singoli Stati si trovano nel grafico in pagina).

Le unit italiane sono in linea con la media, con un risultato netto medio annuo dal 2016 al 2020 del 5% (9% nel solo 2020, con una volatilità contenuta al 7% circa). Mentre le polizze ibride made in Italy nello stesso orizzonte temporale (2016-2020) hanno ottenuto un ritorno medio netto del 2% (4% nel solo 2020 con volatilità e costi vicini al 2%).

Il pericolo inflazione

Ovvio che questi dati sono passati e descrivono un panorama di mercato roseo oggi, purtroppo, ormai ampiamente superato: semmai in questo momento sono proprio le unit a fornire le più ampie preoccupazioni agli investitori proprio perché il rischio è del tutto a carico degli assicurati. «La minaccia di un aumento dell’inflazione rappresenta un rischio emergente da monitorare in tutto il settore – avverte inoltre l’Authority europea nella premessa del report fresco di stampa –. Il passaggio dai tradizionali prodotti di partecipazione agli utili verso i prodotti ibridi e unit-linked osservato negli ultimi anni ha subìto un’accelerazione nel 2020 (e, come sappiamo, in Italia ancora di più nel 2021, ndr), acuito dal contesto di mercato caratterizzato dalla pandemia e dal prolungato contesto di bassi tassi di interesse».

Ora inflazione alta, rendimenti in salita che affossano i bond in portafoglio (indice JpMorgan world segna - 5,8% da inizio anno ) e Borse in crisi (-5,9% indice Msci world) sono una miscela micidiale per i possessori di polizze unit che se la devono anche vedere con le spese trattenute dalla compagnia. «L’inflazione a lungo termine incide sui rendimenti “reali” degli investimenti e i consumatori possono avere difficoltà a valutarlo o a tenerne conto – spiega Eiopa nello studio –. Dato che alcuni Ibip possono essere prodotti a vita intera o essere a lunghissimo termine, questo è un fattore rilevante»

Costi in aumento nel 2020

E incidono, ovviamente, anche i costi, nota dolente per questi prodotti deteriorandone i risultati. L’analisi evidenzia che in media la reduction in yield (riduzione del rendimento o Riy), è leggermente aumentata. Per le unit si è saliti in media tra i paesi analizzati al 2,7% (dal 2,5% nel 2019) e per le ibride a 2,2% (2,1% nell’anno precedente). Per lo più si tratta di costi fissi (gestione e ingresso) che incamerano circa il 2%. Le polizze con partecipazione agli utili, si confermano le più economiche all’1,3% dall’1,5% della precedente analisi.

Osservando il livello dei costi per Stato membro, per le unit-linked essi oscillano tra l’1,3% del Portogallo e il 4,1% della Francia dove nel 2020 oltre l’1% di quanto trattenuto è rappresentato da performance fee (ossia variabili in base ai risultati). Anche se questi ultimi non parrebbero così brillanti: 4% nel 2020 (e 5% medio annuo netto tra 2016 e 2020).

Per gli ibridi il range degli oneri è invece compreso tra il 2,1% (di Italia e Germania) e il 4,8% della Repubblica Slovacca. Nel 2020, il mercato che combina i costi più bassi e i risultati più elevati era la Svezia, con rendimenti netti delle unit al 10% e oneri inferiori al 2%, mentre per i prodotti ibridi era l’Italia, con rendimenti netti superiori al 4% e costi del 2,1%», come nota la stessa l’Authority nell’analisi. Ora non resta che vedere se le ibride riusciranno a difendere dai ribassi gli assicurati (visto che una parte dell’investimento è su polizze ramo I anestetizzate dai mercati).

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