I due lati del mercato dell’arte da Sotheby’s
Il catalogo di lavori recenti porta buoni risultati. Invendute e ritirate le opere del secondo Novecento, salvate dalle garanzie
di Giovanni Gasparini
I punti chiave
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La prima asta serale a Londra durante la settimana dell’arte centrata sulle due fiere organizzate da Frieze ha confermato la sensazione di un rallentamento generalizzato del mercato, ma con importanti distinzioni fra i due cataloghi proposti da Sotheby’s la sera del 12 ottobre.
Il totale complessivo di 45,6 milioni di sterline, sotto la stima tra 49,4-72,6 milioni anche dopo l’aggiunta delle commissioni sui prezzi di aggiudicazione, è infatti dato dalla somma dei 15,5 milioni di £ del catalogo ‘The Now’ di 21 lotti focalizzati sui nomi ‘caldi’ del XXI secolo, cui si aggiungono 30,1 milioni di £ (ben al di sotto della stima) per altrettanti lotti rimasti nel catalogo di arte del XX secolo dopo ben 5 ritiri.
Mentre il catalogo più giovane ha superato la stima di 9,4-13,7 milioni di £, è l’arte più consolidata a subire maggiormente l’incertezza economica e politica generale, fermandosi al di sotto della stima di 40-58 milioni di £, largamente rivista al ribasso dopo il ritiro di un quinto del catalogo, con ogni probabilità per mancanza di compratori.
I ritiri hanno permesso di tenere basso il numero degli invenduti, solo uno per ‘The Now’ e due per il secondo catalogo, fra cui però spicca il lotto più importante dell’asta, un lavoro astratto di Gerhard Richter stimato 16-24 milioni di £; i lotti ‘storicizzati’ sono stati sostenuti da sette garanzie di parte terza, un terzo per numero, che sembrerebbero aver salvato quattro lotti milionari venduti dopo un solo rilancio, con ogni probabilità proprio al garante. Solo una delle quattro garanzie nel catalogo ‘giovane’ ha salvato il lotto dal rimanere invenduto.
Il XXI secolo
La prima sessione ha visto un ottimo inizio con ben sei lotti aggiudicati oltre le stime, fra cui due nuovi record per l’oramai veterana delle aste Lynette Yiadom-Boakye con un grande ritratto maschile del 2015 ‘Six Birds in the Bush’ conteso fino a sfiorare 3 milioni di £, oltre il doppio della stima bassa inutilmente garantita, e per il giovanissimo rifugiato iracheno in Gran Bretagna Mohammed Sami, la cui tela ‘Poor Folk, I’ reminiscenza dei suoi trascorsi, ha quasi decuplicato la stima di 60-80mila £ per fermarsi a 560mila £. Questo piazzamento strategico dei lotti non ha però dato la spinta per le aggiudicazione successive, depresse anche dal ritiro di un grande dipinto francamente poco attraente di Peter Doig ‘By a River’ del 2004 stimato 3-4 milioni di £: potere del nome vista la scarsa qualità dell’opera. Prosegue la corsa per Cecily Brown la cui tela di medie dimensioni ‘Tricky’ di 22 anni fa ha raggiunto 2,6 milioni, da una stima di 1,2-1,8 milioni di £, e per l’altra artista dello ‘star system’ inglese, Elizabeth Peyton, il cui dipinto del 1999 ‘David, Victoria and Brooklyn’ si è fermato a 1,7 milioni, entro la stima, superando la garanzia sul lotto brevemente conteso fra due telefoni: entrambi perfetti esemplari dell’impatto nefasto della ‘culto della celebrità’ e della moda sul sistema dell’arte contemporanea, che trova nella fiera Frieze London la sua massima espressione.
Non sempre però la moda si sostiene nel tempo: si notano diverse battute di arresto per artiste fino a poco fa osannate come Marlene Dumas, la cui tela pseudo-erotica ‘Spread’ del 1999 viene salvata dalla garanzia a 483mila £, e la decorazione a toni verdi e blu di Jade Fadojutimi del 2018 venduta sotto la stima con un solo rilancio in sala (forse una manovra difensiva della galleria che la rappresenta?) a 495mia £ con le commissioni: l’artista era la star dello stand di Gagosian alla fiera Frieze precedente. Si tratto di uno dei sette lotti (un terzo del catalogo) venduti dopo un solo rilancio. Non è servita, invece, la garanzia posta sulla tela di George Condo del 2016 aggiudicata alla stima alta di 3 milioni di £.
I prezzi di aggiudicazione restano in generale più elevati dei valori proposti in galleria per gli stessi artisti, ma non sembra esserci più quella spinta speculativa indistinta che ha caratterizzato questo tipo di catalogo nello scorso triennio.
L’arte del dopoguerra
L’asta per la secondo parte del catalogo è iniziata con mezz’ora di ritardo, probabilmente per permettere ai venditori e alla casa d’aste di discutere la strategia che ha portato al ritiro di ben cinque lotti fra cui quattro con stime milionarie di Blinky Palermo, Mark Grotjahn, Christopher Wool e Jeff Koons, che hanno ridotto la stima bassa di 4,4 milioni di £. Il lotto di copertina del catalogo, invece, non è stato ritirato e non ha trovato nessun garante all’ultimo minuto, finendo quindi invenduto nel silenzio della sala e dei telefoni. Si tratta di una gradevole tela di 2 metri di altezza della serie astratta dipinta da Gerhard Richter nel 1986, aggressivamente stimata 16-24 milioni di £, forse con la speranza che il colore rosso intenso e il recente interesse asiatico per questo tipo di lavori potesse portare buoni auspici. Il realizzo più elevato è dato quindi da piccolo studio di ritratto del 1979 di Francis Bacon, finito con ogni probabilità al garante di parte terza dopo un solo rilancio alla stima bassa di 3,5 milioni di £, pari a 4,3 milioni con le commissioni.
Altri tre lotti milionari sono stati con ogni probabilità salvati dalla garanzia di parte terza: una tela minimalista Robert Ryman del 1995 a 2,5 milioni di £ sotto la stima, come anche la tela di Richard Prince del 1992 a 1,9 milioni di £, mentre un lavoro del 1965 di Baselitz ha raggiunto la stima bassa di 1,2 milioni con le commissioni. Due lavori di artisti molto ricercati nel mercato attuale, con forti presenze anche in fiera a Frieze, spiccano per i risultati oltre le aspettative: la curiosa tela ‘The Canvas’ del 1973 di Philip Guston, celebrato da una retrospettiva alla Tate e largamente esposto da Hauser & Wirth a Frieze Master, ha superato di poco la stima alta di 3 milioni di £ con le commissioni, mentre il decano dell’arte africana, il 79enne ghanese El Anatsui ha superato il milione di sterline raddoppiando la stima alta con un recentissimo lavoro ‘Dexterity’ del 2021, aggiudicato in sala a collezionisti presenti in mattinata alla fiera di arte contemporanea africana 1:54 in corso a Somerset House a Londra.
In conclusione, chi ha comprato arte nell’ultimo decennio si trova sempre più in una posizione di vendere sotto i prezzi di acquisto, e cerca di forzare le stime con risultati accettabili solo in presenza di garanzie, mentre i lotti continuano ad essere venduti a prezzi superiori a quelli di carico quando l’orizzonte temporale passa a 15-20 anni o oltre. Tocca ora a Christie’s confermare o meno questo trend con i due cataloghi serali del 13 ottobre.
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