Le gemme invernali del Trapanese tra saline e archeologia

2/5Idee e Luoghi

I ficus di Villa Margherita e la Madonna giunta dalla Siria

Un primo regalo che fa Trapani a chi vi arriva d'inverno sono le chiome imbelli dei ficus del parco pubblico Villa Margherita. I pappagalli volteggiano tra i rami facendo un gran baccano, mentre si posano da un ramo all'altro, mentre la Ceiba speciosa, la Parkinsonia aculeata e la Jacaranda mimosifolia formano un terzetto botanico che accerchia e circuisce Cycas, Papiri selvatici, Robinie. In questa bomboniera botanica piantata nel 1860 in onore della Regina Margherita, prima sovrana d'Italia, reclamano un ruolo di prime attrici anche la Livistona chinensis, Pini di Aleppo, l'Araucaria giunta dall'Isola di Norfolk: alcun albero, però è in grado di rivaleggiare coi Ficus microcarpa, così maestosi e vigorosi. Un'altra meraviglia della città è la Madonna di Trapani, una superba statua marmorea del XIV secolo, che si può ammirare nella Basilica dell'Annunziata dai padri Carmelitani: il suo autore probabilmente fu Nino Pisano, figlio del più celeberrimo Andrea. I cittadini la venerano anche e soprattutto perché credono fermamente che essa arrivò dal mare su di una barca salpata dalla Siria che qui trovò riparò da una furente tempesta.
Nello stesso complesso architettonico si trova il Museo Regionale Agostino Pepoli, una autentica miniera di sculture di scuola gaginesca, gioielli, paramenti sacri e maioliche

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