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I fondi immobiliari crescono a 4.450 miliardi nel mondo

Il Rapporto di Scenari Immobiliari evidenzia un aumento globale del 19% e del 13% per l’Italia che chiude il 2022 a 123 miliardi

di Evelina Marchesini

8' di lettura

Buone notizie sul fronte real estate. Il settore dei fondi immobiliari va a gonfie vele in tutto il mondo e anche in Italia si vedono buoni risultati: il patrimonio mondiale cresce del 19% a 4.450 miliardi di euro e nel nostro Paese aumenta del 13% a quota 123 miliardi. La fotografia del settore è stata scattata da Scenari Immobiliari, in collaborazione con lo Studio Casadei, che ha presentato oggi a Milano il 42° Rapporto sui fondi immobiliari in Italia e all’estero.

Avanti tutta senza esitazioni

La difficile congiuntura economica del 2022 non ha avuto conseguenze negative sul risparmio gestito in immobili attraverso fondi immobiliari e i Reits. Anzi le preoccupazioni derivanti dai costi dell'energia e dalle crisi politiche hanno rinforzato negli investitori globali la “voglia di mattone”, purché ben gestito e capace di dare un rendimento. A livello globale il patrimonio di fondi quotati, non quotati e Reits (Real estate investment fund) continua ad aumentare e alla fine del 2022 ha raggiunto 4.450 miliardi di euro, con un incremento di oltre il 19% rispetto all’anno precedente.

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L’industria dei patrimoni immobiliari gestiti ha mostrato una buona capacità di tenuta e gli investitori, seppur all’insegna della prudenza, si ritengono decisi a continuare a impiegare i loro capitali nel real estate. «Il settore immobiliare – ha dichiarato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, aprendo il convegno di presentazione del Rapporto – sta dimostrando una notevole resilienza di fronte alla difficile situazione politico-economica che caratterizza questo momento storico. Nonostante le voci di crisi, qualcuna sicuramente interessata, il settore dei fondi continua ad essere resiliente ed attrattivo per gli investitori italiani. Anche durante il Covid la tenuta dei canoni e dei valori è stata buona e non si sono verificati i problemi visti negli States. Lo smart working continua a essere marginale. Le nuove esigenze lavorative del terziario mostrano l'inadeguatezza di ampia parte del nostro patrimonio terziario e come ci sia bisogno di progetti nuovi non solo di costruzione ma anche di progettazione e gestione. In dieci anni il valore del patrimonio gestito in Europa è quasi triplicato mentre il numero dei veicoli, arrivato a 1.895, è cresciuto di 75 unità, trainato dalla crescita delle Opci francesi e dei fondi italiani. E anche le prospettive per il 2023 vanno nella direzione di un proseguimento della crescita».

ASSET ALLOCATION TOTALE DI FONDI IMMOBILIARI E REIT NEL MONDO
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Europa in crescita

Anche l’Europa ha dimostrato una buona tenuta del comparto: con 1.895 fondi e 270 Reit operativi, il patrimonio complessivo nel 2022 è stato pari a 1.530 miliardi di euro, in crescita di oltre sette punti percentuali. L’andamento espansivo degli ultimi anni si rafforza e nel 2022 il peso dei veicoli del vecchio continente sul patrimonio totale nel mondo ha sfiorato il 35 per cento. Se in Europa il fatturato è cresciuto del 3,5%, nei primi cinque Paesi (UK compreso) la variazione è stata di oltre dieci punti percentuali con Germania, Inghilterra e Italia protagoniste della crescita.

ASSET ALLOCATION TOTALE DI FONDI IMMOBILIARI E REIT IN EUROPA
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L’Italia non si tira indietro

Nel nostro Paese il patrimonio immobiliare detenuto direttamente dai 615 fondi attivi nel 2022 è arrivato a 123 miliardi di euro, con un incremento di circa il 13% sul 2021. Come emerge dal 42esimo Rapporto di Scenari Immobiliari e Studio Casadei, il comparto dei fondi immobiliari italiani continua a crescere in modo sostenuto e il suo peso sul resto dei veicoli europei ammonta a oltre l'11 per cento.
Il Nav, a fine 2022, ha raggiunto 105 miliardi di euro, con un incremento del 10,2% sull’anno precedente e le previsioni per il 2023 sono per un incremento del Nav del 4,8% e del patrimonio di quasi il 6%, con il numero dei veicoli che potrebbe raggiungere le 635 unità.

«Nel nostro Rapporto – ha spiegato Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari – abbiamo registrato una variazione del peso dei vari comparti a livello di asset allocation del patrimonio gestito italiano, con una crescita del residenziale, della logistica, degli uffici e del commerciale. Dalle indicazioni che abbiamo raccolto tra le Sgr che hanno partecipato alla realizzazione dello studio, emerge che le prospettive per il 2023 si orientano verso un cauto ottimismo, con incremento delle masse gestite e diversificazione dei portafogli rispetto alla composizione attuale. A livello di fatturato complessivo delle Sgr italiane, siamo intorno a un valore di oltre quattrocento milioni di euro nel 2022, con circa 1.100 addetti, mentre il valore del patrimonio medio per le società di gestione è di circa 1,9 miliardi di euro. Nell'ambito delle acquisizioni risulta in crescita l'interesse per il residenziale, a più 4,6%, il retail, a più 3%, e gli uffici, aumentati di 10 punti percentuali».

I FONDI IMMOBILIARI IN ITALIA
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Il mercato degli uffici

Fondamentale per l’analisi dei fondi è inquadrare esattamente l’andamento dei mercati di investimento. «Il mercato immobiliare terziario in Europa ha chiuso il 2022 con il segno positivo, nonostante le turbolenze continue sia in campo finanziario che geopolitico. La domanda degli utilizzatori è rimasta vivace nel 2022 e la fine dell'anno ha mostrato i primi segni di normalizzazione dell'attività; i volumi delle locazioni sono tornati alla media decennale del periodo pre-Covid nella maggior parte dei principali mercati europei», spiegano da Scenari Immobiliari. La domanda di nuovi spazi è attualmente guidata da una crescente attenzione alla qualità piuttosto che alla quantità.

Con quasi 2,5 milioni di metri quadrati, l'assorbimento nel quarto trimestre del 2022 è diminuito del 23% rispetto al quarto trimestre del 2021. Il dato indica una frenata che si dovrebbe confermare anche nei primi tre mesi del 2023; tuttavia il dato conclusivo, pari a 10,2 milioni di metri quadrati, ha superato dell'8% il dato consuntivo del 202. Il settore tech, che era stato un grande protagonista del mercato nel periodo passato, durante gli ultimi mesi del 2022 ha fatto un notevole passo indietro nella maggior parte delle città europee, sopravanzato dai settori finance e legal, divenuti i più attivi in tutta Europa.

Nel mercato degli uffici più grande d’Europa, Parigi, la domanda nel quarto trimestre ha raggiunto i 602mila metri quadrati (un calo del 6% annuo), portando il valore totale dello spazio transato nel 2022 a 2,1 milioni di metri quadrati, con un incremento annuo del 10%. Il principale motore della domanda, oltre alla ricerca di edifici di elevata qualità, è la ricerca delle location migliori, creando un contrasto tra i mercati secondari più e meno consolidati di Parigi.

Anche le acquisizioni nel centro di Londra hanno subito un rallentamento nell'ultimo trimestre,raggiungendo i 195mila metri quadrati (meno 22% su base annua) e non raggiungendo la media trimestrale decennale. Tuttavia, il totale annuo di 900mila metri quadrati è stato del 17% superiore ai volumi registrati nel 2021.Anche nei mercati tedeschi dei cosiddetti “Big 5” (le cinque principali città tedesche) l’acquisizione di uffici è stata contenuta nell’ultimo trimestre dell’anno.
L’assorbimento di spazi nuovi in totale è stato di 600mila metri quadrati, in calo del 37% rispetto ai 959mila registrati nel quarto trimestre del 2021.Tuttavia, il totale annuale di 2,9 milioni di metri quadrati è stato del 2% superiore ai volumi registrati nel 2021. L'unico mercato che ha registrato un aumento è stato quello di Amburgo (7 per cento). Tutti negativi i dati registrati nelle altre città: Berlino (-55%), Francoforte (-46%), Düsseldorf
(-31%) e Monaco (-28 per cento).

Nel 2022 gli spazi ad uso ufficio negli immobili europei sono aumentati di venti punti base al 7,4% nel quarto trimestre, ovvero il livello più alto dal primo trimestre del 2017. L’aumento dell'offerta, la limitata espansione aziendale e le esigenze di spazio ridotte a causa del lavoro ibrido, hanno iniziato ad avere un impatto in tutta Europa. Circa il 55% dei mercati immobiliari terziari delle principali capitali europee ha registrato un aumento dei loro tassi di vacancy, in particolare durante il quarto trimestre del 2022.

Fra le città con i maggiori rialzi in termini di basis point Dublino (130 bps con un tasso di vacancy al 13,3%), Milano (120 bps al 13,1%), Amsterdam (80 bps al 5,9%) e Amburgo (70 bps al 4,2 per cento). Al contrario, dieci città hanno registrato una diminuzione dell'offerta disponibile. Fra queste: Edimburgo, L’Aia e Varsavia.

ASSET ALLOCATION DEI FONDI IMMOBILIARI ITALIA
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Il retail

Nel corso della prima metà del 2022 le attività di investimento in Europa hanno inizialmente consolidato e successivamente incrementato i volumi rispetto allo stesso periodo del 2021 (circa venti miliardi di euro e un incremento del 70% circa). A partire dal terzo trimestre, a causa dell'incremento dei tassi di finanziamento e dell'aumento dei livelli di incertezza economica, si è assistito a un rallentamento delle dinamiche rilevate per la prima parte dell'anno,andamento compensato, però, da importanti transazioni conclusesi nella parte finale del periodo che hanno portato i volumi a superare i livelli del 2021 (quaranta miliardi di euro di investimenti complessivi, pari a un incremento di circa il 2,6%).

Le previsioni per il 2023 sono incerte e fortemente correlate alla sostenibilità economica dei canoni di locazione e alla loro capacità di incidere sui rendimenti. Francia, Germania e Regno Unito continuano a rappresentare, anche per il 2022, i mercati maggiormente attrattivi: i volumi degli investimenti hanno rispettivamente raggiunto i sei miliardi di euro, gli 8,2 miliardi di euro e gli 8,1 miliardi di euro.Gli shopping center e gli spazi commerciali lungo le high street concentrano le quote più rilevanti degli investimenti, circa il 55% del totale, equamente distribuito tra le due tipologie di asset immobiliari,grazie alla loro liquidità e adattabilità nonché alla volontà degli investitori di raccogliere i capitali necessari alla valorizzazione di asset secondari attraverso la dismissione di parte del patrimonio immobiliare a disposizione.

Le quotazioni, nel corso del 2022, sembrano avere finalmente invertito, a eccezione dell'Italia, l'andamentonegativo fatto registrare nel biennio 2020-2021. Nel corso del 2022 via Montenapoleone a Milano è diventata la high street più costosa d’Europa, davanti a New Bond street a Londra e Avenue des Champs Elysees a Parigi, nonché la terza al mondo, dietro Upper5th avenue a New York e Tsim Sha Tsui a Hong Kong. Le dinamiche di mercato risultano quindi eterogenee all'interno del panorama europeo, con Londra, Parigi e Monaco ampiamente al di sotto delle quotazioni registrate nel 2019, con scostamenti superiori al dieci per cento e in alcuni casi prossimi al 30%.

La logistica

L’acquisizione di spazi logistici in Europa ha raggiunto gli 8,3 milioni di metri quadrati nell'ultimo trimestre dell'anno, in crescita del 3% rispetto al trimestre precedente: un risultato, nonostante l’incertezza del mercato, ben al di sopra delle aspettative e in linea con la media trimestrale degli ultimi cinque anni. Complessivamente ammontano a 58 i miliardi di euro di investimenti, di cui 14,5 miliardi di euro in Uk, 10,3 miliardi di euro in Germania e 6,4 miliardi di euro in Francia. La combinazione fra una domanda resiliente e il record registrato nel primo semestre dell'anno ha portato l’assorbimento a fine 2022 a 37,5 milioni di metri quadrati, un buon risultato se confrontato al massimo storico del 2021 (40,2 milioni di metri quadrati). In dettaglio 7,5 milioni di metri quadrati in Germania, 4,5milioni di metri quadrati in Uk e tre milioni di metri quadrati in Francia. In percentuale ciò equivale a un calo del 6% rispetto su base annua; una flessione tutto sommato contenuta che ha avuto delle eccezioni come i forti aumenti di scambi in mercati più piccoli come Dublino, Madrid e quelli della Romania. In Europa, nel 2022, i canoni sono aumentati del 15%, gli affitti prime sono cresciuti dell’11%; in zona euro l'incremento è stato del 10 per cento.

Gli aumenti più significativi, a due cifre,si sono registrati a Praga (36%), nell’Île-de-France (32%) e Slesia (25%). Incrementi molto più bassi, intorno al 2%, si sono registrati a Varsavia, Madrid e Stoccolma. La logistica in Italia continua a crescere e le stime indicano a fine anno un fatturato di circa 92 miliardi di euro (quasi il 3% sull’anno precedente). I canoni sono aumentati a livello nazionale del 7%, nel dettaglio nelle diverse aree della penisola i differenziali sono stati 3% a nordovest, 7,5% a nord-est, 4,5% nel centro e 6,5% a sud e nelle isole.

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