«I fornitori potranno accelerare la transizione ma il gas resta importante»
Presidente di Confservizi Piemonte
di Filomena Greco
3' di lettura
Un nuovo business per le multiutility, per andare incontro alle esigenze di efficientamento energetico che stanno spingendo l’autoconsumo. Visto dall’osservatorio di Confservizi si tratta di una tendenza destinata a consolidarsi come evidenzia il presidente Sandro Baraggioli. «Chi tra le aziende si è mosso prima sul fronte dei servizi – spiega – oggi è pronto a lavorare anche per la progettazione e la realizzazione di impianti per rendere i consumi più efficienti.
Si tratta di un cambio del modello di business o è solo una fase di mercato?
Di fatto si sta creando una frattura tra le imprese che continuano a vendere la commodity energia e mantengono un modello più tradizionale e le società che vendono anche servizi ad ampio raggio, settore destinato ad ampliarsi ulteriormente. In realtà solo certe aziende, quelle che si erano già strutturate sulla vendita di servizi oltre che di materia prima, hanno potuto allargare il proprio business.
Quali competenze devono sviluppare le aziende?
Prima di tutto bisogna essere in grado di avere filiere locali robuste. Realizzare impianti fotovoltaici significa intervenire sulla struttura delle case e gestire forniture e servizi complessi. Questo non significa avere in azienda squadre interne di tecnici per lavori e installazioni, in realtà non ce li ha quasi nessuno, ma piuttosto poter contare su rapporti robusti con i fornitori. Da qui la crescente importanza del rapporto con i territori sui quali le multiutility hanno un impatto economico e sociale, in termini di ricadute su servizi e nuovi mercati, crescente.
Come è destinato ad allargarsi il campo?
Il tema della comunità energetica è destinato ad assumere sempre maggiore rilevanza, si passa dal modello economico del forniture alla società in grado di offrire anche consulenza e servizi. Le aziende diventano veri e propri provider e system integrator, capaci di mettere insieme più clienti e costruire una comunità energetica, o connettere più comunità, chi produce energia con pannelli solari, ad esempio, e chi ne usufruisce. Grazie alla nuova legge le utility parlano direttamente con i Comuni e possono fare proposte per promuovere l’autoconsumo collettivo anche al di là dei singoli condomini, coinvolgendo quartieri o aree delle città.
Come cambierà il ruolo delle utility?
Le società sono in grado di promuovere il cambiamento ed accelerare sull’efficentamento portandolo su una scala più ampia e con maggiori ricadute. Le utility diventano così un attore primario del cambiamento di interi sistemi territoriali. Resterà sempre sul mercato chi vende semplicemente la commodity, l’offerta di tipo tradizionale resterà, ma gli altri saranno in grado di offrire servizi più ampi, a maggiore autonomia ed efficienza. In generale poi l’elettrico è destinato a ad assorbire quote di mercato del gas.
Se ne potrà fare a meno?
Il fabbisogno di gas resterà ineludibile, non potremo mai farne a meno. Si tratta di una fonte necessaria proprio per sostenere consumi energetici comunque in crescita nel tempo. Il gas resterà importante e centrale ma le fonti alternative sono destinate ad assumere una sempre maggiore rilevanza. L’energia prodotta con i pannelli fotovoltaici ha una efficienza elevata e a livello domestico, dunque ha senso spostarsi verso l’efficentamento crescente attraverso l’ottimizzazione di consumi con pompe di calore e dispositivi a basso consumo.
L’unica vera alternativa al gas resta l’energia nucleare che difficilmente riuscirà a radicarsi in Italia. L’idrogeno è un vettore e non una fonte energetica ma è interessante per le sue possibili applicazioni, ad esempio per estendere l’utilizzo di energia elettrica a cominciare dalla mobilità per offrire rifornimenti più veloci e maggiore autonomia rispetto alla ricarica elettrica.
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