I genitori del piccolo Charlie rinunciano alle cure
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I genitori di Charlie Grand, il piccolo affetto da una gravissima malattia degenerativa, hanno annunciato di voler rinunciare alla loro battaglia legale per le cure del loro figlio, ritirando la richiesta di trasferire il bambino negli Usa per curarlo. Lo ha reso noto il loro avvocato, Grant Armstrong, nel corso dell’udienza celebratasi quest’oggi all’Alta Corte di Londra. I coniugi Grand sono scoppiati in lacrime davanti ai giudici. «Non c’è più tempo», ha aggiunto l’avvocato. «Le peggiori paure dei genitori sono state confermate - ha detto -.
Adesso è troppo tardi per curare Charlie. «È tempo che vada e che stia con gli angeli». Lo ha detto Chris il padre di Charlie Gard, il bambino affetto da una rara malattia degenerativa, oggetto di una battaglia legale sul suo mantenimento in vita. Secondo il padre troppo tempo è stato perso nelle aule di tribunale per cercare cure sperimentali. «Non vivrà fino al suo primo
compleanno», che è tra due settimane, ha aggiunto Chris Gard in lacrime davanti all'Alta Corte. “Siamo così addolorati per non essere riusciti a salvarti”, ha concluso.
Il caso del bambino di 10 mesi, colpito dalla sindrome da deperimento mitocondriale, ha fatto il giro del mondo dopo la decisione dei medici del Great Ormond Street Hospital di Londra di interrompere le cure. Sulla vicenda ha preso nettamente posizione anche papa Francesco. «Il santo Padre segue con affetto e commozione la vicenda del piccolo Charlie Gard ed esprime la propria vicinanza ai suoi genitori. Per essi prega, auspicando che non si trascuri il loro desiderio di accompagnare e curare sino alla fine il proprio bimbo», ha fatto sapere nelle scorse settimane il direttore della Sala Stampa Vaticana, Greg Burke.
A sostegno dei coniugi Grand, a inizio luglio, si è fatto avanti anche il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, mentre l’ospedale Bambin Gesù di Roma si è offerto di accogliere il piccolo paziente.
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