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I geometri italiani alla sfida della «casa green»

Gli incentivi all’edilizia hanno rilanciato ruolo e redditi della categoria, che punta a una sintesi tra le competenze essenziali tecnologiche dei giovani profili con quelle collaudate dei senior

di Paola Pierotti

3' di lettura

Quale transizione ecologica nell’ambiente costruito, e come realizzarla. Questo il tema dell’iniziativa promossa dalla Cassa Geometri, guidata dal presidente Diego Buono, che si è tenuta nei giorni scorsi a Roma. In questo contesto anche l’approfondimento sugli impatti della nuova direttiva UE sulle case green, lo stato dell’arte della transizione verde nel campo dell’edilizia e l’andamento e previsione del mercato immobiliare alla luce delle nuove normative sull’efficientamento energetico.

Un faro puntato sulla sostenibilità, tenendo conto del welfare e del mercato, che come precisato da Buono, vede per i geometri «un aumento dei redditi e del volume d’affari in media del 44% registrato quest’anno. Un dato che riflette l’impegno di una categoria che, dopo la crisi edilizia degli ultimi dieci anni, ha dimostrato di sapere ripartire accettando la sfida del nuovo, così da rimanere centrale nella società in cui vive ed opera».

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Decisivo quindi il ruolo dei professionisti tecnici per la riqualificazione sugli edifici italiani in risposta ai nuovi standard di qualità, con ricadute dirette sull’attività imprenditoriale e sulle opportunità per i più giovani. Sul tema del lavoro, tra gli altri il contributo di Alberto Brambilla, presidente Centro Studi e ricerche Itinerari Previdenziali che ha precisato che «la riforma della Cassa Geometri prevede che i pensionati possano ancora lavorare. Questo è un punto fondamentale – spiega – non possiamo immaginare che uno “si metta in panchina” per tanti anni, la Cassa è in linea con la Silver Economy: abbiamo 600mila pensionati che lavorano, se ne avessimo 2 milioni il Paese starebbe meglio», la provocazione. Green Economy che passa sotto il segno del lavoro, del coinvolgimento delle giovani generazioni e della valorizzazione delle competenze di chi ha la seniority apprezzata dal mercato. Green Economy che non può che fare i conti con le transizioni in atto come quelle legate al post-Superbonus, alle tendenze dell’immobiliare e alle innovazioni che riguardano l’intera filiera edilizia.

E su questi temi il dibattito ha visto in campo Marco Marcatili, responsabile sviluppo di Nomisma, Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari e Stefano Betti, vicepresidente di Ance.«L’edilizia crea impatto ambientale, è l’unica leva che abbiamo. Se noi andiamo verso una densificazione demografica della città – dice Marcatili – è ovvio che l’edilizia rappresenta il volano». Non si può cambiare rotta, gli obiettivi sono definiti e condivisi. Tra gli elementi virtuosi dei recenti bonus edilizi, Marcatili elenca «la maggiore consapevolezza nelle famiglie, l'introduzione di un metodo (basato sul risultato), la spinta verso la trasparenza nel settore». Non sono mancate però le ombre: lo stillicidio normativo e finanziario, l’effetto scoraggiamento, i tempi e corti e gli aumenti dei prezzi, l’aumento delle disuguaglianze tra territori e beneficiari. «È importante capire i risultati ambientali raggiunti – aggiunge Marcatili –1,4 milioni di CO2 in meno che equivale a 15 milioni, un risparmio medio a famiglia di 1.000 euro in bolletta, 600mila occupati in più, e relativo incremento di valore degli edifici».

Ad oggi quindi è stata fatta una prima sperimentazione, «ci troviamo con una direttiva che ci dice che entro 10 anni dovremo fare un passo avanti significativo: l’edilizia ha già dimostrato che sa fare ciò che serve per raggiungere questo obiettivo, ma servono alcuni ingredienti precisi. «Senza cessione del credito non si va avanti, è un meccanismo insostituibile per la sostenibilità del processo. I diversi strumenti devono poter essere combinati, ad esempio in relazione al ruolo delle Esco. Non secondaria la priorità: non possiamo fare tutto e subito». Da Nomisma l’appello alle istituzioni affinché si garantiscano date e condizioni certe per i soggetti interessati. «Il pubblico – la chiosa di Marcatili - è quello che non ha dato finora l’esempio, non siamo riusciti ancora a potenziare l’efficientamento energetico di scuole e più in generale del patrimonio pubblico. Quando ci sono troppe responsabilità per il pubblico si crea un imbuto».

«Gli immobili che non sono in regola con la normativa energetica costano e valgono molto meno sul mercato rispetto agli altri, dal 30-40% in meno e diventano invendibili». Così Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari che nell'iniziativa della Cassa Geometri ha commentato, in relazione al Superbonus che «l’errore principale è stato rivolgersi alle famiglie. Il tema va affrontato in un modo diverso da come è stato fatto finora, con il recupero dei quartieri, lavorando su zone intere e non per singoli appartamenti, partire dallìimmobiliare per sanare le città non è una buona idea». Dall’edilizia alla rigenerazione urbana anche il passaggio di Stefano Betti, vicepresidente Ance: «Con il 110% abbiamo visto che c’è il sistema edilizio è in grado di rispondere a quello che l’Europa ci sta chiedendo. Occorre focalizzare meglio gli interventi: la riqualificazione è il futuro delle nostre città, gli interventi puntuali devono andare nella direzione coerente della rigenerazione complessiva».

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