SCI E TURISMO

I gestori del Nordest: «Con la stagione dimezzata, bloccati gli investimenti sugli impianti»

I consorzi ribadiscono le difficoltà di gestire i comprensori sciistici dopo lo stop imposto dal dcpm che ha già fatto perdere il 30% del fatturato. Per questo rimandano gli investimenti strutturali programmati ma non più sostenibili

di Giambattista Marchetto

Sciatori a Cortina (foto d’archivio Ansa)

4' di lettura

La neve è arrivata, presto e tanta e anche a bassa quota. Eppure in questo assurdo inverno 2020, gli impianti di risalita sono rimasti chiusi e la stagione sciistica è congelata almeno fino a fine anno. E se gli sciatori sono rimasti a casa delusi, l'economia della montagna è in ginocchio e rischia di mandare in fumo anni di sforzi.
Gli impiantisti non hanno rinunciato agli investimenti e hanno rinnovato impianti di risalita, sistemi di innevamento, piste e parco mezzi. Si parla di decine di milioni messi in campo dalle società su scala nazionale, una buona parte dei quali concentrati a Nordest. L'incertezza però domina e oggi i gestori chiedono coordinate precise al Governo.

Ghezzi (Anef): “uscire dall'incertezza”

«Gli investimenti si sono concentrati soprattutto a Nordest, in particolare nei comprensori dei consorzi Superski e Skirama - riferisce Valeria Ghezzi, presidente nazionale Anef (che riunisce gli impiantisti) –. Nel nostro settore si decide andare avanti e di investire perché non possiamo immaginare di non aver un futuro. Altrimenti significa abbandonare la montagna. Siamo però scoraggiati. In estate il Governo si era premurato di dire che italiani sarebbero andati al mare, invece sembra che vogliano ammazzare la montagna. E non possiamo pensare di operare in questa incertezza: oggi non c'è prospettiva, non siamo sicuri nemmeno di aprire a gennaio e noi abbiamo bisogno di programmare». Gli impianti nuovi in previsione sono stati realizzati, ma ci sono poi da considerare gli stanziamenti pesanti legati alle revisioni generali. «Vanno fatte ogni vent'anni e chi aveva le scadenze ha dovuto provvedere, dato che è stata negata la proroga che avevamo chiesto in considerazione della situazione attuale - rimarca l'imprenditrice -. Nel comprensorio di San Martino di Castrozza (di cui è amministratore delegato) sono stati bloccati gli investimenti su un nuovo impianto, ma si è concluso il potenziamento dell'innevamento e si è provveduto alla revisione».

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Superski: 95 milioni di investimenti finalizzati

Solo nel circuito Dolomiti Superski – che significa 12 comprensori con 1200 km di piste e 450 impianti di risalita, gestiti da 120 società per un totale di 3mila addetti - le previsioni di investimento programmate per fine 2020 arrivavano a 100 milioni di euro e 95 milioni sono stati confermati dalle società ed eseguiti. «La situazione è precaria, ma abbiamo dimostrato di avere spirito imprenditoriale e di continuare a credere nel nostro settore», sottolinea il presidente del consorzio Andy Varallo, che guida anche il Consorzio Skicarosello di Corvara dove sono stati realizzati due nuovi impianti, è stato ampliato un lago artificiale per l'innevamento, sono stati rinnovati cannoni e piste per un totale di 15 milioni di spesa.«La perdita degli stagionali e del pubblico di vacanzieri tra Sant'Ambrogio, l'Immacolata e Natale – evidenzia Varallo - significa che è andato in fumo il 25/30 per cento del fatturato, a fronte di spese già sostenute per il primo innevamento (35 milioni considerando la spesa aggregata di Superski). Questo ci farà male, ma la salute è una priorità per tutti. Vogliamo però far capire il lavoro accurato per la sicurezza fatto da marzo ad oggi. Per questo come categoria noi diciamo: ok allo sforzo fino a Natale se risulta necessario, ma dal 7 gennaio vorremmo ripartire su scala europea con protocolli chiari e snelli». Quello che gli operatori rivendicano, in sostanza, è di poter programmare l'attività, di poter «conoscere le regole del gioco e che poi non vengano rimesse in discussione tra un mese». E naturalmente chiedono forme di ristoro per tutta la filiera.

Stagione dimezzata al San Pellegrino

Anche il presidente veneto di Anef, Renzo Minella, evidenzia il peso dei costi necessari per avviare gli impianti. «Durante l'estate si investe il 20% del (potenziale) fatturato invernale solo per le attività di manutenzione – spiega -. Poi sotto data assestiamo i cannoni e iniziamo a far neve, con un investimento che pesa circa il 35% del fatturato. I costi di una skiarea sono tali da prevedere un utile del 13/14 per cento e ora, considerato che il periodo fino a Natale pesa sui nostri bilanci oltre il 30%, partiamo col fiato corto». Ecco perché, consci della situazione in questo 2020, nella Ski area San Pellegrino non hanno avviato anche investimenti strutturali. «Già nel 2019 avevamo speso 4,3 milioni per perfezionare il rifacimento della Volata, la nostra nera di livello mondiale, e per realizzare il nuovo rifugio InAlto al Col Margherita – dice Minella –. Quest'anno, se e quando apriremo, non avremo comunque gli stranieri, che per il nostro comprensorio significa il 50% degli sciatori. Sarà durissima, ci apprestiamo a parare il colpo per cercare di rimanere in vita, guardando al futuro».

Cortina, investimenti guardando a Mondiali e Olimpiadi

Mentre Stefano Illing continua a investire sul Lagazuoi per farne un polo museale con l'Expo Dolomiti, a Cortina il traino di Mondiali e Olimpiadi non ha fermato gli investimenti. “Dopo l'inaugurazione del primo tratto della rinnovata funivia Freccia del cielo che collega Cortina d'Ampezzo con le Tofane – spiega Marco Zardini del comprensorio Cortina d'Ampezzo, San Vito, Auronzo e Misurina, oltre che di Impianti Averau - sono da poco iniziati i lavori per la realizzazione della cabinovia Son dei Prade-Bai de Dones. Collegherà le piste di gara dei Mondiali delle Tofane con quelle dove si svolgeranno le qualifiche sulle Cinque Torri destinate anche agli allenamenti degli atleti nel periodo del Mondiale. Un vero e proprio ponte che, sci ai piedi, unirà Cortina a Selva di Val Gardena, Corvara, il comprensorio Dolomiti Superski, e il giro del Sella». E il Covid non frena la voglia di lavorare. «Ci siamo preparati e adeguati alle normative – dice - e sono convinto che non ci si possa più fermare: è necessario utilizzare mascherine e lavare le mani spesso. Possiamo continuare a vivere».

Livigno punta a ripartire in gennaio

Da Livigno, Marco Rocca ad del comprensorio Mottolino sottolinea come nel settore gli investimenti siano continui e milionari. «Ci siamo attrezzati con previsioni di crescita e miglioramento progressivi - chiarisce -. Ovvio che ora con la prospettiva delle Olimpiadi nel 2026 era cambiato lo scenario e anche noi avevamo strutturato un piano industriale di peso per arrivare al 2025 con tutto pronto per l’evento. Dopo i 13 milioni spesi nel biennio 2019/20, la nostra previsione erano interventi per 10 milioni nel 2021, ma l'attuale situazione condiziona tutto. Se da gennaio si riparte è un conto, ma se c'è una chiusura totale bisogna rimodulare tutte le previsioni».


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