ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa forza di un settore

I gioielli nutrono i sogni (e anche i bilanci)

Superati di molto i livelli pre Covid, marchi e gruppi si preparano alle sfide del futuro: sostenibilità e trasmissione di know how

di Chiara Beghelli

3' di lettura

Si chiamava Mons smeragdus e sorgeva nel deserto egiziano affacciato sul Mar Rosso. Intorno a quella miniera di smeraldi, scavata anche dopo la caduta del loro impero, i Romani costruirono un tempio: quelle gemme erano sacre, una visione che porterà fino a Ildegarda di Bingen, la mistica che nell’undicesimo secolo consigliava di bere acqua dove era stato immerso uno smeraldo per recuperare la viriditas, l’energia vitale.

Le gemme, i gioielli, alimentano da sempre i desideri dell’essere umano. De-siderare, sperare nelle stelle, riconoscendo nel loro baluginare quello delle pietre e dei metalli preziosi. I gioielli sono oggetti nei quali la storia umana si è cristallizzata, diventando simboli: il diamante Koh-i-noor, antico di 5mila anni, che sembra dominare a sua volta la corona del Regno Unito, la collana dello scandalo di Maria Antonietta che parte ebbe nell’evolvere della Rivoluzione, la perla Peregrina che ha attraversato secoli e regni passando dalle mani di re Filippo II di Spagna, Napoleone III per poi perdersi durante un ballo al castello di Windsor e finire al collo di Elizabeth Taylor. Oltre 11 milioni di dollari furono pagati nel 2011 a un’asta da Christie’s per quella perla, che veniva stimata solo 3 milioni. Ma gli esperti del settore lo sanno bene: il prezzo finale lo determina solo un’emozione, il desiderio.

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In tempi complessi e poco leggibili come questi, ecco che i gioielli esprimono al meglio la lora natura di beni-rifugio, non solo dalle oscillazioni inflazionistiche, ma dai marosi del presente. E anche così si spiega il persistente successo di questa categoria negli acquisti dei beni di lusso, definito «impareggiabile» nell’analisi di Bain-Altagamma citata da Marta Casadei nell’approfondimento di pagina 2, e che prevede un aumento delle vendite di almeno il 36% rispetto al periodo pre-Covid. Gioielli che brillano anche nei report finanziari dei più importanti gruppi globali: nei primi nove mesi del 2022, per Lvmh la categoria Watches&Jewellery è cresciuta del 16%, per Kering del 23%, e per Richemont, nei primi sei mesi del suo anno fiscale chiuso il 30 settembre, del 24 per cento.

Se la passione per la bellezza combinata dei materiali più preziosi della natura con le tecniche e l’estetica create dall’essere umano è immutata nel tempo, si è però arricchita di nuovi valori: la bellezza non può che essere anche buona, nel senso greco della kalokagathìa, l’ideale di perfezione fisica e morale umana. Tutte le più importanti maison sono impegnate da tempo nel perseguire gli obiettivi di Esg, dunque impegno sul fronte ambientale, sociale e nella propria governance, perché la responsabilità è resa necessaria sia dallo stato di salute del pianeta sia dalle richieste dei clienti. La tracciabilità, per esempio, è una sfida largamente accolta dall’industria, ma ancora molto aperta e complessa da vincere: la maggior parte di gemme e metalli preziosi, infatti, proviene ancora oggi da aree di conflitto o a rischio politico, dal Madagascar alla Bolivia, fino alla Sierra Leone e alla Russia, Paese sul quale l’ultima sessione plenaria del Kimberley Process, conclusa a inizio novembre in Botswana, si è nuovamente divisa. Intanto, per soddisfare il crescente desiderio di gioielli, le maison puntano sulla formazione di nuove maestranze, ampliando manifatture ma anche aprendo Academy e scuole per far percepire la bellezza dei mestieri orafi alle nuove generazioni.

Sono loro gli occhi e le mani che producono e produrranno bellezza, come accade da millenni, e in un modo sempre più consapevole e responsabile, per alimentare i nostri desideri anche nell’incertezza dei tempi. «La bellezza salverà il mondo»: Dostoevskij ha ancora, profondamente ragione.

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