I giovani preferiscono l’agricoltura alla Silicon Valley
di F.De.V.
2' di lettura
Grande dame della cucina californiana, scrittrice e attivista, Alice Waters è una delle personalità mondiali più influenti della gastronomia, pioniera della cultura dell’alimentazione biologica e stagionale e dell’educazione al cibo nelle scuole. Laureata in French Cultural Studies alla University of California, nel 1971 ha fondato il mitico ristorante Chez Panisse, divenuto poi una comunità di artisti e intellettuali – «il cliente che ricordo con più piacere? Roberto Rossellini: il più sofisticato e gastronomo dei registi» - e nel 1995 ha avviato il progetto Edible Schoolyard, con il primo orto didattico a Berkeley, un modello poi replicato in tante città. Vicepresidente di Slow Food Internazionale, la Waters ha ricevuto lo scorso giugno la Laurea Honoris Causa dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Cosa ha significato per lei questo riconoscimento?
Tantissimo, questa è l’università che più di ogni altra ha capito l’importanza del cibo e dell’agricoltura in un contesto accademico. Non mi sarei mai aspettata di arrivare fin qui, io volevo solo creare un piccolo, semplice ristorante francese.
Lei cita spesso Brillat-Savarin: « il destino delle nazioni dipende dal modo in cui si nutrono».
Il modo in cui mangi equivale a come vivi. Se mangi fast food digerisci i valori che quel cibo porta con sé. In America non comprendiamo il piacere di stare a tavola e di condividere: il 25% della popolazione mangia in macchina, si alimenta la solitudine. Nel progetto degli orti scolastici ho scoperto una cosa importante: se a un bambino fai coltivare un ortaggio poi lo vorrà anche mangiare.
Per Massimo Bottura l’ingrediente più importante del futuro è la cultura, è d’accordo?
Aggiungo che per me il più importante è l’agri-culture. Dobbiamo prenderci cura della terra per le generazioni future, sapere da dove viene il cibo, incontrare le persone che lo producono. Abbiamo industrializzato i nostri sistemi scolastici e nutriamo male i nostri figli. Dobbiamo insegnare a coltivare, a cucinare, a rispettare le stagioni, a non sprecare. Ci stiamo disconnettendo dalla natura.
Ha fiducia nelle nuove generazioni?
Molta. Negli Stati Uniti sempre più giovani preferiscono l’agricoltura alla Silicon Valley. Vogliono una vita e un lavoro che abbiano senso. Ognuno di noi può fare la cosa giusta quando facciamo la spesa o cuciniamo. Siamo nel mezzo del movimento farm to table, stiamo imparando a riconoscere il sapore di un buon pane: è una delicious revolution.
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