I legumi in scatola reggono bene l’urto della crisi e il 54% è destinato all’estero
Export in calo di solo l’1,4%, consumi interni a -3,4% volume e +14,6% a valore . Anicav all’Expo di Dubai
di Emiliano Sgambato
2' di lettura
I legumi in scatola italiani non sono immuni alla crisi ma reggono bene al calo dei consumi e mantengono un ottimo posizionamento all’estero. Nel primo semestre 2023 i mercati esteri hanno fatto registrare una lievissima flessione in volume (-1,4%) cui è corrisposta, invece, una crescita in valore di circa il 10%. Sulla stessa linea i consumi interni, con una riduzione del 3,5% in quantità ed un deciso aumento del 14,6% in valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I fagioli in scatola sono il prodotto più venduto, rappresentando circa il 43% del mercato delle conserve vegetali al netto delle conserve rosse (pomodoro).
«Segno evidente di una riconosciuta qualità dei nostri prodotti», commentano da Anicav (Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali). Si tratta del resto di una produzione fondamentale per il comparto delle conserve alimentari con un fatturato che nel 2022 ha superato 1 miliardo di euro e una quota di export che supera il 54%.
«Valorizzare i legumi in scatola esaltandone le molteplici proprietà e il ruolo cardine in una sana alimentazione» è l’obiettivo del progetto Nature’s Pearls - Legumes from Europe, promosso da Anicav, che sarà presente allo Speciality Fine Food Festival in programma a Dubai fino al 9 novembre.
«Questi dati – commenta Giovanni De Angelis, direttore Generale di Anicav – confermano l’export come un’importante leva di crescita per il comparto. In particolare, gli Emirati Arabi Uniti e tutta l’area Mena sono un mercato in grande sviluppo a cui guardiamo con attenzione». I dati consuntivi del 2022 hanno fatto registrare performance molto positive in termini di valore delle esportazioni dirette ai paesi del Nord Africa e Medio Oriente, con una decisa crescita di circa il 24% rispetto all’anno precedente. Segno +più anche per quanto riguarda i soli Emirati Arabi Uniti (+16% in valore).
«Ottimi risultati – continua De Angelis – dovuti al fatto che i consumatori stranieri riconoscono nei legumi Made in Italy qualità e proprietà salutistiche notevoli, anche in alternativa alle proteine animali. Per tutto questo la nostra presenza a Dubai, in occasione di questo importante appuntamento internazionale, sarà fondamentale per supportare le aziende associate nel percorso di valorizzazione e promozione dei legumi italiani nel mondo».
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