I nuovi fondotinta: trucco e skincare diventano un binomio inseparabile
Il punto di partenza è la riflessione della luce. Il punto di arrivo è la ricerca cosmetica. Obiettivo: ottenere coprenze modulabili e texture irradianti.
di Francesca Baralis
6' di lettura
Tutto comincia da un proverbio peruviano: la moda no incomoda. La traduzione più o meno suonerebbe così: “Ciò che è di moda non è mai scomodo”. Provate a ripeterlo mentre calzate sandali senza calze d'inverno o cercate d'infilare in una minibag tutto l'occorrente per una sera fuori. «Sono tante le cose che le persone sono disposte a fare per la moda», racconta Mario Testino ricordando com'è nato il ritratto che vedete in questa pagina. Lei è Carmen Kass, supertop degli anni Novanta e Duemila, protagonista di campagne famose e controverse. Lui è già, in quel momento, uno dei più apprezzati fotografi di moda. Insieme sono chiamati a interpretare non l'estetica di un abito, ma l'attrazione di smalti, ombretti, rossetti. Un ritratto della bellezza che ha solo il viso come spazio di immaginazione.
«L'idea fu quella di fare tutto il contrario di quel che si dovrebbe», continua Testino. Interpretare uno scatto beauty al contrario, facendo, uno per uno, tutti i “don't”, rompendo i tabù, intestardendosi a ripercorrere ogni azione controindicata. Non cominciare senza le unghie perfettamente asciutte, non toccare le labbra appena truccate, non fare smorfie... Carmen Kass, impeccabilmente truccata, esegue e Mario Testino immortala il gioco di cavalcare la contraddizione. Come se fosse un prisma poetico (e qui, non si può che sentire l'eco tanto ripetuto di Walt Whitman: “Mi contraddico? Sì, mi contraddico. Contengo moltitudini”). Ne nasce uno degli scatti di make-up più noti, citati ed efficaci nella comunicazione visiva: bellezza scomposta e composizione del colore, incarnato perfetto e imperfezione dell'espressione.
È una delle opere attualmente esposte nella galleria d'arte milanese 29 Arts In Progress , che s'intitola Mario Testino: Unfiltered. Il progetto è originale anche nella struttura, una sorta di staffetta temporale, sviluppata in due momenti distinti: a pochi giorni da quando si concluderà il primo appuntamento, il prossimo 27 novembre, ne inizierà subito un altro, il secondo, il 2 dicembre. Il tutto per completare un viaggio sfaccettato e multiforme, che attraverso l'obiettivo di Testino cambia anche il nostro modo di guardare.
Questo è il punto di partenza: lo sguardo. Come ci guardiamo e come ci guardano gli altri. Come ci rappresentiamo, allestiamo, mascheriamo per il mondo e come ci prendiamo cura nell'intimo. L'intero settore della cosmesi si muove lungo questo confine, la linea che separa (o unisce, a seconda dei punti di vista) dentro e fuori, identità e immagine. Ciò vale ancor più per i prodotti che lavorano sulla superficie, com'è il caso del trucco. Sempre più spesso la ricerca cromatica si accompagna alla presa in carico degli strati più profondi del derma: colore e cura sono diventati un binomio inseparabile. Il discorso diventa quasi scontato quando si parla di base e fondotinta. Prendiamo una formula come quella fluida e fondente di Phyto-Teint Nude di Sisley Paris .
Qui l'effetto seconda pelle punta ad assicurare un incarnato ultra-naturale e uniforme, ma in totale trasparenza. La grana dell'epidermide viene levigata, nutrita e illuminata, ma il risultato è impercettibile. Se torniamo al tema del confine, la distinzione fra immagine e realtà è superata a favore di una versione decisamente personale di realtà aumentata. Chi non vorrebbe mostrare il lato migliore (e migliorato) di sé? La tecnologia Micro-Fil consente di ridurre la densità combinando pigmenti di grande effetto a una texture leggera: su questo si fonda il premiato fondotinta liquido Armani/Beauty Luminous Silk, che corregge, uniforma e sublima l'incarnato, con una coprenza modulabile. Tutto dipende da quanto si vuole lasciar trasparire e quanto mimetizzare (e il discorso trascende la pelle). Torniamo però, per un attimo, al ritratto di Testino e alla capacità di rovesciare il tracciato del si-fa/non-si-fa. Quella che viene messa in gioco qui è un'altra distinzione importante: che cosa mettiamo a fuoco di noi stessi e qual è il punto di vista che sollecitiamo nei nostri interlocutori. L'assuefazione degli occhi è forse uno dei peggiori anestetici della consapevolezza. Un grande esperto di cinema come Gianni Canova, rettore dell'università Iulm, ci mette in guardia registrando questo semplice dato storico: «Nel Medioevo un uomo medio intercettava più o meno 40 immagini artificiali nel corso di una vita (qualche dipinto sulla volta delle cattedrali, le prime illustrazioni nelle pergamene...). Oggi uno qualunque di noi intercetta più o meno 600mila immagini artificiali al giorno. Un vero ingorgo visivo». Conservare la qualità e la curiosità dello sguardo è l'antidoto. Poi, è ovvio, ci sono dei correttivi. Parola che, riportata al mondo della cosmetica, diventa correttori. Ed ecco allora la perfetta fusione tra un trattamento occhi e un correttore, ovvero Skin Caviar Perfect Concealer di La Prairie . Ha un'estremità in metallo per massaggiare la zona perioculare e scivola sulla pelle restituendo luminosità e freschezza.
Mimetismo naturale significa una spontaneità studiata che è il risultato di colore e cura: fa parte di una linea che li unisce a cominciare dal nome make-care, il Correcteur Précision #4 di Les Essentiels du Maquillage di Eisenberg Paris : quattro tonalità diverse e una formula correttrice che garantisce 8 ore di idratazione e benefici antiage.
In un bellissimo racconto di Primo Levi, un venditore di specchi mette a punto una singolare invenzione, chiamata Spemet. Si tratta di uno specchio che riflette: fin qui, niente di nuovo, questa è la funzione degli specchi, rimandare l'immagine di chi hanno di fronte. La sua particolarità sta, però, nel cambio di sguardo e di relazione. Avete presente gli occhiali con lenti specchiate che tanto andavano di moda negli anni Settanta e che, fra corsi e ricorsi, a volte ritroviamo oggi nelle nuove montature? Rendono del tutto impossibile guardare negli occhi l'interlocutore e intrattenere un dialogo: sembra piuttosto di parlare con se stessi. Spemet fa qualcosa di simile. Non obbedisce alle leggi dell'ottica, ma riproduce l'immagine di sé, come viene vista dagli altri. Più difficile a dirsi che a spiegarsi con un esempio, andando avanti nel racconto. L'inventore, per verificare l'efficacia della sua creatura, la sperimenta facendola “indossare” alle persone più vicine e care. La mette addosso a sua madre e, quando ci si guarda, rivede l'immagine di sé bambino, bello, sorridente, indifeso; la mette addosso alla sua fidanzata e si scopre molto peggio di quello che pensava... Il test potrebbe continuare a lungo. Spemet non è il gioco della verità, è solo una delle tante rappresentazioni e immagini di noi che circolano nel mondo. Tante quante sono le persone che ci guardano.
Lo ripetiamo dall'inizio: lo sguardo – nostro, degli altri – è tutto, ma la tecnica aiuta. Ecco allora una penna che contribuisce a riscrivere e ritracciare il nostro ritratto. Ad ogni clic, Touche Éclat High Cover di YSL Beauty rilascia una quantità adeguata di correttore illuminante che corregge le occhiaie, le discromie e le imperfezioni visibili. Combina infatti dei pigmenti che catturano e riflettono la luce e un boost anti-fatica con vitamina E anti-ossidante, caffeina che potenzia la microcircolazione ed estratto di calendula che ha proprietà lenitive.
Resta aperta una domanda: che fine ha fatto il colore? Quel calibrato, irriverente gioco di contrasti che l'immagine di Testino raccontava all'inizio? Cominciamo con l'analizzare un altro prodotto e la sua tecnologia innovativa, Light-Adjusting: un mix di perle trasparenti, micro-cristalli e filtri ottici che contrastano i principali fattori che rendono spenta e opaca la pelle: linee sottili e rughe, discromie e disidratazione. Synchro Skin Radiant Lifting Foundation di Shiseido funziona come una texture irradiante: usa il lato buono della luce e contemporaneamente protegge dal sole con uno schermo SPF30.
La risposta è evidente: la luce è colore, il modo in cui un volto la assorbe o la riflette è parte di quel processo che in pittura si chiama campitura e, nel make-up, base. I manuali di storia dell'arte spiegano che si esegue preparando il fondo della parte interessata con tinte piatte. In concreto, si tratta di una tinteggiatura di tono omogeneo, precalcolata per ottenere, mediante successive applicazioni di colore, effetti cromatici impossibili da conseguire normalmente. L'accoppiamento e l'interazione di tinte, campo e superficie sono i segreti di ogni pittore. Che poi il disegno sia la tela oppure un viso, non cambia: la base dev'essere perfetta. E, nel caso della pelle, deve resistere nel tempo anche ai cambi di temperatura, alla traspirazione, ai gesti “don't”, come l'abitudine che tutti abbiamo di toccarci il viso con le mani. Ecco allora un'ultima soluzione: Radiant Fluid Foundation Natural di Clé de Peau Beauté (con SPF25), che punta su una tenuta impeccabile per 24 ore, resistendo all'opacità. Il peggior nemico, ormai lo si è capito, della riflessione naturale a cui si deve, invece, l'effetto pelle radiosa.
loading...