I nuovi ospedali d’Italia: i progetti uniscono design, cure e benessere
La mappa delle iniziative da Nord a Sud. Sempre più grandi studi vincono i bandi per ripensare servizi e spazi nei centri di cura
di Paola Pierotti
I punti chiave
4' di lettura
C'è fermento tra i progettisti per partecipare alla gara indetta dalla Asl Lecce, con scadenza a fine settembre, per la progettazione del nuovo ospedale del Sud Salento, sulla base del documento di fattibilità tecnico ed economica firmato dal team guidato da Mario Cucinella Architects. Importo a base di gara, poco meno di 6 milioni di euro. Intanto, nella stessa regione, ai piedi di Castel del Monte, patrimonio Unesco, è stato svelato nelle scorse settimane il nuovo ospedale di Andria, firmato dal raggruppamento guidato da Binini Partners con Cino Zucchi. Un ospedale orizzontale per 400 posti letto. Non un'addizione di parti, ma un'idea di architettura e città come organismo coerente. Dall'interno, una serie di spazi e percorsi, di sosta e di socializzazione che innervano il complesso e danno ad esso un senso di struttura urbana ospitale e facilmente percorribile dal pubblico; dall'esterno, l'idea della cura che porta a concepire e disegnare degli spazi aperti di transizione verso la natura circostante.
Da verticale a orizzontale
Da Andria ad Amatrice, dove lo studio Valle 3.0 è in cantiere dallo scorso novembre, per un nuovo ospedale da 40 posti. Un intervento di dimensioni contenute, ma anche la prima opera pubblica di ricostruzione post-sisma (dopo le infrastrutture viarie). Termine dei lavori fissato per la fine del 2022. «Un’infrastruttura civile di supporto territoriale – racconta l’architetto Silvano Valle – caratterizzata e dotata di tutti i sistemi di telemedicina perché sia connessa con tutti i centri specialistici nazionali ed internazionali». Un concept in linea con le aspettative del post-pandemia che, come conferma Federica Meoli, dello Studio Carrara International, società di ingegneria con oltre 50 anni di esperienza nel settore ospedaliero, ha portato a constatare la necessaria rivoluzione del sistema sanitario nazionale. «Per rispondere all'emergenza pandemica non serve intervenire sugli ospedali esistenti, ma strutturarsi con ospedali di emergenza, il modello è quello di Israele con degli “war hospital”, dove anche dei parcheggi sono infrastrutturati per convertirsi rapidamente con moduli prefabbricati. La risposta è il territorio, si deve andare verso la domiciliazione delle terapie soprattutto per le malattie croniche».
Finito il tempo della contrapposizione tra ospedale verticale e orizzontale: dipende dalla disponibilità delle aree, dai costi, dal rapporto con il contesto. Il focus è piuttosto sul “coordinamento tra necessità sanitarie ed esigenze di comfort per i pazienti, con una sempre maggiore integrazione tra gli elementi di design e arredo”.
I lavori in corso
Lo studio Carrara negli anni ha firmato l’ospedale di Viareggio, di Fiorenzuola d’Arda, di Ancona. Lungo l'elenco delle consulenze anche in risposta all'ultimo bando indetto lo scorso ottobre con una procedura aperta di massima urgenza, per 21 lotti, per la conclusione di accordi quadro con più operatori economici per l'affidamento di lavori e servizi tecnici, al fine dell'attuazione dei piani di riorganizzazione della rete ospedaliera. Provando a tracciare una mappa delle operazioni aperte, si ricorda il concorso per l’ampliamento del Sant’Orsola a Bologna, per arrivare a Padova dove è in itinere la gara per il nuovo Ospedale San Lazzaro con sette offerte al vaglio. Due di queste sono firmate da gruppi con l’architettura capofila, ad esempio con Cucinella in team tra gli altri con i big del settore ospedaliero, gli americani Perkins+Will, insieme a Maffeis Engineering e Artelia. In lizza tante società di ingegneria come le venete Steam (con Pinearq) e Altieri (con Samoo). Entro l’anno si attende l’aggiudicazione per la maxi-operazione da 600 milioni di euro complessivi. Intanto è partita anche un’altra gara per la realizzazione della nuova pediatria, un’opera da 46 milioni e il termine per le imprese è fissato al 13 settembre. Da Salerno a Trento, alla Cittadella della Salute di Milano: numerosi i maxi-bandi che si sono alternati in questi anni, molti arenati tra stop & go. Tanti avanzati al rallentatore come l’ospedale di San Gavino dove è coinvolto tra gli altri GPA Partners con Inso (oggi Finso), 240 posti letto, progetto partito nel 2015, concluso da poco e in validazione entro l'anno. «Il filone ospedaliero rimane importante, non solo lato ospedali – commenta Valentina Cardinale, GPA Partners – ma anche per le case di cura e per le strutture di sanità del territorio». Dopo anni sono ripartiti i cantieri di alcuni ospedali al Sud, come quello di Sibari. La fine lavori è prevista in 24 mesi e si parla di una struttura di 60mila mq, per un totale di 350 posti letto.
«Siamo in fase di verifica anche per il progetto definitivo dell’ospedale di Gioia Tauro – aggiunge il progettista Silvano Valle – una infrastruttura di altri 60mila mq e 350 posti letto». Lungo l’elenco dei progettisti che hanno fatto dell'architettura e dell'ingegneria ospedaliera un filone di lavoro, interventi di riqualificazione quasi “chirurgici”, in edifici di epoche e con caratteristiche molto differenti, che obbligano a una progettazione complessa anche per il rispetto delle attività che devono rimanere in funzione. Un mercato più diffuso, oltre a quello delle nuove costruzioni, che richiede team interdisciplinari e la capacità di saper dare risposte integrate che tengano insieme le esigenze della committenza e quelle del paziente finale.
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