il contrasto dell’illegalità

I petrolieri promuovono stretta anti-frodi: ora accelerare attuazione Dl fiscale

Il direttore generale dell’Unione Petrolifera, Marina Barbanti, plaude alle misure contenute nel provvedimento, ma lancia un appello affinché la portata del decreto non sia indebolita durante l’iter parlamentare

di Celestina Dominelli

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2' di lettura

L’Unione petrolifera promuove la stretta prevista dal Dl fiscale per contrastare i fenomeni di illegalità nel commercio dei carburanti, ma mette in guardia sul rischio che la portata del provvedimento venga indebolita in fase di conversione in legge. «Le misure contenute nel decreto - spiega al Sole24ore.com Marina Barbanti, direttore generale dell’associazione che raggruppa le principali aziende operanti in Italia nella lavorazione, nella logistica e nella distribuzione dei prodotti petroliferi e dei biocarburanti - vanno nel verso giusto, a nostro avviso, completando e rafforzando gli strumenti già posti in essere negli anni scorsi per combattere le frodi».

Barbanti (Up): monitoraggio continuo nel contrasto alle frodi
L’approdo nell’aula della Camera è previsto entro il 25 novembre, mentre nella mattinata di lunedì 11 novembre scadeva il termine per la presentazione degli emendamenti. «Sono misure che come Unione Petrolifera condividiamo e sosteniamo - aggiunge la Barbanti - avendo sempre partecipato attivamente al confronto con le Agenzie fiscali, Guardia di Finanza e ministero dell’Economia, fornendo la nostra esperienza e il nostro contributo tecnico». Le norme rappresentano, però, solo un primo passo. Perché, come osserva il direttore generale dell’Unione Petrolifera, «il contrasto alle frodi richiede una continua attività di monitoraggio delle diverse fattispecie in quanto esse si evolvono proprio per eludere le norme che sono state introdotte per contrastarle».

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E gli effetti negativi si dispiegano su più versanti. «Si tratta di fenomeni degenerativi - chiarisce ancora la Barbanti - che non solo causano una perdita di gettito erariale, stimato in diversi miliardi di euro, e nel caso di commercializzazione di prodotti non a specifica, danni per i consumatori e l’ambiente, ma distorcono altresì la concorrenza nel settore». Con il risultato che gli operatori onesti onesti non sono in grado di competere, prosegue, «con chi evade le imposte, che rappresentano più del 60% del prezzo finale (per la benzina su un prezzo al consumo di 1,5 euro/litro, oltre 1 euro sono tasse)».

L’appello: ora accelerare l’attuazione delle misure
Secondo il dg dell’associazione, sono diversi i tasselli che rappresentano un assist importante nella lotta all’illegalità. «L’apprezzamento - spiega ancora la Barbanti - va, in particolare, alle misure introdotte relativamente alla circolazione di oli lubrificanti di provenienza comunitaria - spesso spacciati come gasolio - alla riduzione delle capacità dei depositi ad uso privato, agricolo e industriale non soggetti a denuncia fiscale, alla digitalizzazione della filiera petrolifera, all'inseverimento delle sanzioni in caso di reati in materia di accise e infine al divieto di utilizzo della lettera d’intenti per l'acquisto di benzina e gasolio autotrazione».

Un tassello, quest’ultimo, su cui l’associazione auspica che non ci siano deroghe per evitare che vengano impropriamente utilizzate per mettere a punto nuovi illeciti». Ma bisogna altresì impedire, è il ragionamento delle compagnie petrolifere, «che la portata del decreto venga indebolita in fase di conversione in legge e occorre dare rapida attuazione alle misure tenendo conto della necessità di rendere agevoli, anche operativamente, gli adempimenti previsti».

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