I piaceri della vita: gli indirizzi di stile consigliati da Pierre-Louis Mascia
Le gouaches su carta dal Giappone, la ceramica dipinta dall'Amazzonia, le sedie brutaliste spagnole. La cifra stilistica del designer è la stratificazione.
di Gabriella Grasso
5' di lettura
I segni distintivi del mio stile
È un mélange di pezzi formali con un tocco di imprevedibilità. Mi definisco un gitano. La mia uniforme è la camicia di seta con il collo alla coreana: ne possiedo tantissime.
L’ultimo pezzo che ho aggiunto al guardaroba
Un orecchino comprato in un negozietto di Nizza che sembra un gioiello prezioso. Fa un effetto straordinario e, a chi me lo chiede, lascio intendere che si tratti effettivamente di un gioiello di lusso.
E quello che mi piacerebbe tramandare
I foulard di seta. Li porto spesso, sia quelli disegnati da me, sia dei vecchi Hermès. Hanno il mio profumo, sono un messaggio, una carezza, per me sono rassicuranti come un pupazzo di stoffa per un bambino.
La mia icona di stile
James Thierrée, il nipote di Charlie Chaplin: attore, danzatore, acrobata. Mi piace la sua figura, i suoi spettacoli onirici, i lineamenti che ricordano il nonno. Ha uno stile libero dalle mode, che definirei “bohémien comodo” (il suo ultimo spettacolo è Room, ndr).
L’oggetto dal quale non mi separerei mai
Gli occhiali da vista: non potrei farne a meno, ormai sono parte del mio viso, quasi un proseguimento dei miei occhi. Ne ho disegnati anch'io all'interno di un progetto di co-branding con Anne & Valentin. Poiché devono accordarsi al volto della persona, non sono oggetti facili da disegnare - e questo li rende ancora più interessanti. Ne possiedo una vasta gamma, sempre tondi. Amo quelli del marchio belga Theo e quelli su misura del mio amico Jean-Louis Cazelles.
Il souvenir che ho portato a casa da un viaggio
Delle gouaches su carta acquistate in Giappone, dove sono andato la prima volta proprio per imparare a fare la carta, che secondo me è l'anima della cultura giapponese. Le ho riportate in Francia come una reliquia.
L’ultimo oggetto che ho acquistato e amato
Un romanzo epistolare consigliato da un amico: Voyage autour de mon jardin di Alphonse Karr, un contemporaneo di Victor Hugo. L'autore scrive a un amico partito per il giro del mondo descrivendogli, invece, il viaggio che lui compie ogni giorno nel suo giardino. Il messaggio che trasmette è che non abbiamo bisogno di andare lontano, che la vita è intorno a noi e dobbiamo saperla osservare. È un testo estremamente moderno, soprattutto nelle riflessioni sul viaggio e sulla natura. Alla fine del 1800 gli uomini si ponevano già le nostre stesse domande!
E il prossimo che sto adocchiando
Sul sito di design vintage Selency ho visto delle sedie di arte brutalista che sembrano sculture: mi piacciono gli oggetti che, pur essendo funzionali, hanno una dimensione poetica.
Il prodotto di bellezza indispensabile
Non potrei vivere senza profumo. Uso Muschio Oro di Santa Maria Novella e Santal majuscule di Serge Lutens, entrambe fragranze inebrianti, forti. Li intercambio e li mescolo, spesso di mattina ne metto uno e nel pomeriggio l'altro. Così come nel mio lavoro sovrappongo tessuti di stampe diverse, allo stesso modo mi piace creare degli strati olfattivi. E questi due si combinano benissimo.
Il regalo più bello che ho ricevuto
Una stampa dell'illustratore giapponese Tadahito Nadamoto.
La vista che mi ispira
La natura. Ho una casa in campagna, nella regione della Haut-Languedoc, nel sud ovest della Francia, una zona di media montagna con foreste e laghi. Mi piace stare in contemplazione e camminare nei boschi.
La stanza preferita della casa
La mia camera nella casa di campagna. Il vecchio parquet scricchiola quando ci si cammina sopra, le pareti sono di un verde tiglio molto rasserenante, il letto è circondato da un'alcova, dappertutto ci sono tappeti e cuscini stampati. E si affaccia sul giardino.
Una scoperta recente
Guardando un programma sul canale Arte circa un recente ritrovamento archeologico, ho scoperto l'esistenza delle urne funerarie dell'Amazzonia: sono in ceramica dipinta, di una bellezza straordinaria. Pare che ce ne siano anche al museo Guimet di Parigi e voglio andarvi al più presto.
L’ultimo pasto che mi ha colpito
Nonostante sia passato del tempo, ricordo vividamente i piatti di Hélène Darroze, la grande chef francese dell'hotel Connaught di Londra. A Tolosa, dove vivo, quasi tutte le settimane vado a mangiare a Les Têtes d'Ail, il piccolo ristorante di un amico che ha una concezione del cibo affine alla mia. Propone una cucina semplice con ingredienti di stagione; francese, ma con ispirazioni da tutto il mondo, dal Giappone all'Italia. In questo periodo si trova in menu un delizioso cavolo ripieno.
Nel mio frigo non manca mai
Un dessert di soia alla vaniglia. Se non c'è, siamo perduti.
La musica che ho scaricato di recente
Mata, l'ultimo album dell'artista britannica di origini tamil M.I.A: ha una grande energia, è perfetto per ballare a fine giornata. Mentre lavoro in atelier ascolto spesso Jordi Savall, bravissimo musicista spagnolo che suona strumenti antichi come la viola da gamba.
I miei siti e le app preferite
Passo molto tempo su Etsy ed Ebay. Compro soprattutto materiale che può essermi utile per il mio lavoro, come vecchi tessuti o gioielli. Di recente ho acquistato delle foto in bianco e nero dipinte a mano che, negli anni Venti e Trenta del Novecento, venivano usate come cartoline.
Un luogo indimenticabile visitato di recente
Durante un progetto che ho curato a Roma, città che adoro, ho visitato gli archivi dei Costumi d'Arte Peruzzi, che mi hanno conquistato per la ricchezza e la qualità della collezione.
Se dovessi limitare lo shopping a un quartiere
Omotesando, a Tokyo. C'è un'ottima selezione di brand del mondo e tanti piccoli negozi di artigianato. C'è anche il museo Nezu, dove ammirare una bellissima collezione di ceramiche e provare la cerimonia del tè.
Il museo o la galleria che considero più interessante
Il museo Cluny di Parigi, dedicato all'arte medioevale. Ci si può vedere il bellissimo arazzo La dama e l’unicorno. Contrariamente all'idea che abbiamo del Medioevo come un periodo buio e austero, qui scopriamo che era anche pieno di colori.
Se non vivessi a Tolosa
Vivrei a Milano. Trovo che sia una città sorprendentemente romantica, di una bellezza nascosta da scoprire piano piano, camminando per certe stradine del centro dove, a pochi passi dalle zone più turistiche, non si incontra nessuno. Le altre città italiane sono sfacciate, Milano è discreta. Per questo mi piace.
Se non facessi ciò che faccio
Vorrei essere un monaco. Per vivere in un monastero, in una cella affacciata su un giardino, a pregare e magari dedicarmi alle miniature.
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