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I poli tecnologici-digitali del centro Italia studiano alleanze per ottenere i fondi europei

Innovazione digitale, gara europea attesa per marzo-aprile

di Carmine Fotina

Sono tre gli assi prioritari indicati da Bruxelles per il programma Edih, cioè tecnologie che abilitano applicazioni e servizi per la cybersecurity, per l'intelligenza artificiale e per il calcolo ad altre prestazioni

2' di lettura

I poli di innovazione digitale, che mettono in sinergia le strutture pubbliche con le imprese, e gli accordi di innovazione che accompagnano con fondi statali gli investimenti privati. La doppia opportunità di finanziamento - da un lato le risorse europee dall’altro i fondi dello Sviluppo economico (Mise) - coinvolge anche realtà del Centro-Italia.

Il primo canale di finanziamento è rappresentato dal programma Ue “European digital innovation hub”, che mette sul tavolo circa 180 milioni di risorse tra fondi europei e cofinanziamento nazionale. Una preselezione effettuata a novembre dal Mise ha individuato 45 poli, ma in vista della gara europea attesa per marzo-aprile bisognerà ridurre drasticamente le candidature (si andrà da 12 a un massimo di una ventina di proposte).

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Per il Centro Italia, tra i 45 consorzi della short list, nel ruolo di capofila o comunque di partecipante figurano il Digital innovation hub (Dih) dell’Abruzzo Match4.0, il Dipartimento ingegneria dell’informazione dell’Università politecnica delle Marche, il Competence center Cyber 4.0 guidato dalla Sapienza di Roma, Confindustria Umbria con il progetto “Umbria digital data”, il Competence center Bi-Rex di Bologna, il Competence center Artes 4.0 coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, il Digital innovation hub delle Marche, il distretto tecnologico Gate 4.0 che raggruppa circa 150 imprese toscane, il Tecnopolo e la Fondazione Maxxi a Roma, la società consortile dell’Emilia Romagna Art-Er.

I progetti si sviluppano lungo i tre assi prioritari indicati da Bruxelles per il programma Edih, cioè tecnologie che abilitano applicazioni e servizi per la cybersecurity, per l’intelligenza artificiale e per il calcolo ad altre prestazioni (supercomputing). I poli Edih dovranno supportare le aziende, soprattutto le Pmi, nel miglioramento dei propri processi, prodotti e servizi attraverso l’uso delle tecnologie digitali, fornendo consulenza, formazione, accesso a competenze tecniche e possibilità di fare test e sperimentazione.

Da qualche settimana, su input del ministero dello Sviluppo economico e sulla base di indicazioni giunte dalla stessa Commissione, è iniziata una fase di valutazione da parte dei 45 candidati in merito a possibili alleanze e aggregazioni, lungo filiere tecnologiche omogenee, con le quali presentarsi alla “call” europea. La prossimità territoriale sarà un altro criterio importante per stringere alleanze, quindi anche tra gli stessi candidati del Centro Italia.

Viaggia invece su un differente canale finanziario, quello statale gestito dal Mise, la partecipazione delle imprese del Centro a una serie di Accordi di innovazione recentemente autorizzati. Il progetto Vodafone per la rete di telefonia mobile riguarda il Lazio, oltre che la Puglia, e ha un ammontare di circa 12 milioni di cui 2,6 finanziati dal Mise.

Coinvolge i siti produttivi dell’Emilia Romagna invece il progetto di Nav System spa nel settore dell’efficientamento energetico degli edifici per 25,9 milioni di cui 9,1 coperti dal Mise. Sempre in Emilia-Romagna è programmato l’investimento di Rejoint srl nel settore delle scienze della vita (9,2 milioni di cui 3,7 milioni messi a disposizione dal ministero).

Nelle Marche si svilupperà il progetto di Hp Composites sui componenti in materiale rinforzato in fibra di carbonio (9,7 milioni di cui 2,2 di fonte Mise) e in Abruzzo, oltre che in Sardegna, quello di Proger spa per tecnologie “intelligenti” con un budget totale di 8,1 milioni di cui 2,2 di provenienza statale.

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