ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl cantiere

«I porti al servizio dell’hub energetico»

A Gela l’Autorità del mare della Sicilia occidentale vara l’intervento sullo scalo dell’Eni in attesa che la Regione trasferisca il Porto Rifugio

di Nino Amadore

(PETYX)

4' di lettura

Due porti integrati tra loro al servizio del polo energetico non solo della Sicilia. I porti di Gela e Porto Empedocle, strategici per l’economia del mare e per l’hub energetico che si prefigura da quelle parti. In attesa che si possano avviare i lavori nel terzo porto: il Porto Rifugio di Gela. I cantieri sono aperti e fanno parte di una strategia di sviluppo che guarda al medio-lungo termine. Ne parla il presidente dell’Autorità del Mare della Sicilia occidentale Pasqualino Monti che illustra la strategia per alcuni porti di sua competenza: oltre Gela e Porto Empedocle, in questo ragionamento ci sono Termini Imerese e Trapani.

Finalmente una consapevolezza: Gela è strategica.

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Noi ora abbiamo solo ed esclusivamente il Porto Isola a disposizione perché il Porto Rifugio è ancora della Regione siciliana che attraverso la Protezione Civile avrebbe dovuto attivare il dragaggio del porto.

E quindi?

Quell’area è molto importante: tra Gela e Porto Empedocle vi si trovano due importantissimi giacimenti di gas la cui concessione è in capo a EniMed. Ed è il motivo per cui il porto di Gela è stato elevato a porto di rilevanza nazionale. EniMed ha chiesto garanzie che la Regione non riusciva a dare e quindi è stata chiama in causa l’Autorità. I giacimenti (Argo e Cassiopea) hanno bisogno di una logistica a terra imponente,. EniMed ha chiesto a noi alcune cose che noi abbiamo prontamente messo a disposizione della società. Ai primi di gennaio sono partiti sia con lo stoccaggio nelle aree di quello che serve per la piattaforma sia con altre cose.

I prossimi passaggi in questo iter quali sono?

Siamo alla fase in cui dovremo parlare con le associazioni, con i pescatori perché ci saranno delle compensazioni che vanno fatte e la società si è messa a disposizione, anche su questi aspetti e quindi siamo con la Capitaneria di porto ma soprattutto col prefetto di Caltanissetta che è molto determinata .

Cosa bisogna fare dunque per avviare finalmente il Porto Rifugio?

Siamo con il prefetto al tavolo per cercare di sistemare questo passaggio dalla Regione a noi che spero avverrà a breve e con i poteri della Protezione Civile e con una ordinanza prefettizia dovremmo poter immediatamente dragare quel porto e renderlo una infrastruttura al servizio di questa importantissima opera per poi in futuro trasformarlo in una marineria. Prima la Protezione civile deve passare la proprietà a noi, poi la prefettura dovrebbe fare un ordinanza d'urgenza.

E i soldi?

Ci sono: c’è un protocollo firmato anni fa che parla di 30 milioni per realizzare il Porto Rifugio. Abbiamo in programma una riunione con Eni e la Regione per parlarne.

A Porto Empedocle a che punto siete?

Il dragaggio è alla fase delle caratterizzazioni dei fondali, avremo poi il progetto esecutivo da presentare per le autorizzazioni: ci vorranno altri 80 milioni ma i soldi non sono un problema . Prima dicevi drago Porto Empedocle e ti guardavano perplessi. Oggi parli di Porto Empedocle e ti dicono: quando mi mandi il progetto?

Parliamo di Termini Imerese. Anche quello è un porto strategico se visto in asse con Palermo.

A Termini abbiamo avuto battaglie importanti per la definizione del documento di pianificazione strategica che sta portando a una variante di piano regolatore. Noi abbiamo finito praticamente le opere di grande infrastrutturazione per cui Termini, finalmente ha un porto commerciale. Ora ha anche e soprattutto un’opera straordinaria di riqualificazione al nord e a sud del Porto che va nella direzione della nautica da diporto, perché noi abbiamo collegato l’industria della nautica da diporto con l’infrastruttura a terra. Abbiamo inserito la costruzione di tre capannoni, la costruzione di una stecca centrale meravigliosa commerciale per far vivere alla città il suo mare, il suo porto come abbiamo fatto per Palermo, abbiamo preso 36 milioni dalle Zes per fare tutto questo: stiamo appaltando i primi 12 milioni mentre gli altri 24 sono collegati alla variante di piano regolatore. A Termini che c’è una zona industriale, ci sono capannoni già fatti: i grandi brand stanno cominciando a guardarsi intorno per prendere aree in zona industriale, quindi il porto commerciale serve una filiera industriale poi alla filiera della nautica.

E Trapani? Mi par di capire che lì avete completato tutto.

A Trapani è tutto finito tutto stiamo dragando e quello che manca è il progetto da 100 milioni che noi abbiamo in approvazione al ministero dell’Ambiente: il grande progetto waterfront. Questo è l’ulteriore passaggio: ho fatto concorso internazionale di idee, ho portato la progettazione a livello esecutivo e adesso il progetto al ministero dell’Ambiente per la Vas: i primi di marzo sono a Roma per parlare anche di questo. Per cercare di dare un’accelerazione e far comprendere che non parliamo di progetti a valore zero che si stanno regalando alla Sicilia. Parliamo di una terra che ha straordinarie potenzialità, una terra che ha dato l’uno per cento di quello che poteva dare e che è stata stuprata per decenni. Ma che oggi merita rispetto.

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