I privati credono nell’arte pubblica
Quattro iniziative artistiche in questo autunno che testimoniano l'impegno dei privati nell'investire nell'arte a beneficio della collettività. Approfondiamo il tema con Sabrina Bianchi di BPER Banca
di Nicola Zanella
6' di lettura
La stagione culturale di questo autunno è cominciata all'insegna dei privati, siano essi collezionisti, aziende o fondazioni. Non solo comunicazione o asset finanziario, l'investimento in arte è sempre più legato a una responsabilità sociale verso la comunità. Ecco il meglio che c'è da vedere in Italia in questo momento grazie all'iniziativa di privati e aziende.
Da Milano a Verona passando da Modena
C'è la piscina dorata di Neri Ward così iconica da aver soppiantato, nei giorni di inaugurazione, le esequie della Regina Elisabetta nelle stories Instagram degli artofili milanesi. Un'installazione che fa parte della mostra «Gilded Darkness» voluta dalla Fondazione Trussardi e curata da Massimiliano Gioni, che si sviluppa negli spazi del Centro Balneare Romano fino al 16 ottobre. Non è la prima volta che la Fondazione invade spazi pubblici legandosi al territorio ma sicuramente una delle meglio riuscite. Le opere di Ward sono quotate dai 60.000 ai 100.000 euro, le grandi installazioni raggiungono cifre molto più alte.
C'è poi la Fondazione Luigi Rovati, che ha inaugurato il suo museo a Milano: la più importante raccolta di arte etrusca al mondo, che pone in dialogo permanente reperti antichi ed arte contemporanea; una serie di talk con i protagonisti della scena culturale e un programma di membership private e corporate proiettano il museo come possibile catalizzatore dei collezionisti milanesi, orfani tra l'altro, dell'Associazione Amici della Triennale. La famiglia Rovati deve la sua fortuna alla casa farmaceutica Rottapharm ceduta nel 2014 al gruppo svedese Meda per 2,2 miliardi di euro.
C'è Eataly che il 5 ottobre ha inaugurato Eataly Art House nei grandi spazi della stazione frigorifera specializzata di Verona, un concept innovativo per la fruizione della cultura come racconta Chiara Ventura, vice presidente E.ART.H. Eataly Art House Foundation: “Eataly Art House nasce con il sogno di rendere l'arte accessibile a un grande pubblico e avvicinare i giovani al collezionismo. È una sorta di Kunsthalle: uno spazio espositivo dove transitano mostre temporanee, ma anche un luogo dove poter recuperare tempo. Un luogo per tutti, dove si può riprendere il fiato. Per questo abbiamo pensato a uno spazio che insieme ospita mostre temporanee e permette a tutti di poter acquistare opere, arte e fotografie. Raccogliamo la sfida di cercare modi di fruizione e modelli di cooperazione inediti, con l’intento di avviare un nuovo percorso da fare insieme, e con molto entusiasmo, a gallerie e partner istituzionali.” Si comincia con due mostre: la personale «Voli-Ni» di Ibrahim Mahama (quotazioni dai 10.000 ai 350.000 euro) a cura di Eva Brioschi e le fotografie di Anton Corbijn a cura di Walter Guadagnini.
C'è poi la mostra di Antonio Ligabue (Zurigo 1899 – Gualtieri 1965) «L'ora senz'ombra» inaugurata presso La Galleria Bper Banca a Modena, lo spazio culturale dell’istituto di credito. Un tributo al geniale quanto sfortunato pittore che proprio in questo periodo sta pian piano avendo il riconoscimento che gli spetta, il suo record d'asta è datato lo scorso maggio, 345.000 euro per l'olio su tavola “«Leopardo con serpente» degli anni '50, battuto dalla casa d'aste Bolaffi. A Modena sono in mostra una ventina di sue opere tra dipinti e disegni, alcuni di proprietà della banca, eredità del suo radicamento sul territorio dove un incompreso Ligabue barattava i suoi capolavori per un piatto caldo.
Per Bper la cultura è un strumento di cui deve beneficiare in primis la società, a partire dalle comunità dove è presente la banca. Con le sue recenti acquisizioni ha incrementato non poco la sua corporate collection, che è allo stesso tempo asset economico e valore aggiunto per il brand.
Bper e la cultura
Lo ha spiegato in questa intervista ad Arteconomy Sabrina Bianchi, Responsabile Brand & Marketing Communication Bper Banca. La mostra di Antonio Ligabue «L’ora senz’ombra» permette di mettere in luce un artista geniale su cui ha sempre gravato un'aura da incompreso: come mai la scelta di aprirsi all’arte del ’900 con questa proposta?
Le dimensioni e la complessa articolazione della corporate collection di BPER Banca offrono la possibilità di presentare al pubblico percorsi espositivi sempre originali, che diventano strumenti privilegiati per affrontare temi anche fra loro diversi per contenuti e profondità temporale. La collezione, infatti, può suggerire un vero e proprio viaggio nella storia dell'arte italiana. Attingendo da questo “giacimento culturale” con Antonio Ligabue abbiamo messo a fuoco l'analisi di un ambito specifico del contemporaneo storicizzato e abbiamo portato per la prima volta l’artista a Modena ispirati dal programma di Festival filosofia, il cui tema quest'anno è stato “giustizia”. La proposta espositiva ci ha permesso così di raccontare non solo la storia, ma la vita di un artista che, nel corso di tutta la sua esistenza, ha dovuto subire e combattere la “colpa della diversità”. E trovandosi di fronte ai suoi straordinari dipinti, sempre intensi e toccanti, sarà impossibile non interrogarsi sul significato della “diversità”.
In che modo l’arte può influire positivamente sul posizionamento di un brand bancario come il vostro?
La scelta di costituire la corporate collection nasce nel 2017 dalla convinzione che mettere a disposizione del pubblico il ricco patrimonio culturale della banca possa contribuire alla costruzione di un futuro sostenibile, equo e consapevole. Dopo cinque anni di attività, La Galleria può essere considerata un vero e proprio asset per il brand Bper Banca, che contribuisce a concretizzare la mission di banca attenta ai temi di sostenibilità attraverso la diffusione e la promozione della cultura. La Galleria ha realizzato ad oggi 12 esposizioni d'arte con protagonisti i capolavori della corporate collection e una mostra dedicata ai documenti dell'Archivio Storico, eventi visitati da circa 18mila i visitatori che hanno potuto conoscere la nostra raccolta e ammirare alcuni dei principali capolavori.
Con l’espansione Bper ha acquisito banche dalle collezioni importanti come Ubi e più recentemente Carige, ci racconti di queste collezioni? Qualche capolavoro e il loro valore?
Negli ultimi anni Bper Banca ha incorporato diverse banche che hanno portato in dote rilevanti nuclei territoriali con il conseguente incremento della corporate collection. Per questo nel 2021 abbiamo effettuato una ricognizione del patrimonio artistico di pregio, con il supporto di Open Care, per poter effettuare una verifica e un'analisi puntuale di tutti i nuclei artistici più importanti. I risultati sono stati molto positivi, sia da un punto di vista dello stato di conservazione delle opere e della loro qualità, sia dal punto di vista di rivalutazione ai fini assicurativi e patrimoniali. L'insieme delle opere è di oltre il migliaio, di queste al momento ne sono state analizzate e valutate più di 700, tra cui spiccano i capolavori del nucleo modenese. Sicuramente sono le opere tra Quattro e Seicento a rappresentare i principali capolavori e ad avere il valore più rilevante, che si attesta ad esempio intorno ai 400mila euro per l'«Apollo e Marsia» del Guercino o l'«Amore dormiente» di Guido Reni. Di valore ancora più rilevante, intorno agli 800mila euro, il «San Girolamo» di Annibale Carracci. Si sono verificate importanti rivalutazioni grazie alla ricognizione di Open Care, come per l’«Allegoria dell'Abbondanza» di Ludovico Carracci, che ad oggi viene valutato intorno ai 400mila euro, rispetto al valore storico di 90mila euro. A questi si aggiungono alcune opere più contemporanee, come una tela del 1985 di Carla Accardi, «Rosso-nero» o un de Chirico del periodo “Barocco” degli anni ‘50. Dalla ricognizione sono emersi anche capolavori appartenenti al nucleo collezionistico napoletano, abruzzese e ferrarese come le tavole di Cola Dell'Amatrice del nucleo aquilano, i paesaggi dell'Ottocento napoletano e per il nucleo ferrarese l’arte del territorio dell'Otto e Novecento, tra cui spiccano opere di Previati, De Pisis e Cattabriga. Nel 2021, con il nucleo proveniente da UBI Banca, sono entrate a far parte della collezione diverse opere di Ligabue, dove l'«Autoritratto con cavalletto» è sicuramente il pezzo principale, per dimensioni e qualità, e alcune opere di arte contemporanea di alto livello, tra cui Paolini, Buren e Spalletti.
Cosa vi aspetatte dalla prossima incorporazione di Carige?
Per avere una visione completa del patrimonio, è in corso, sempre con l'ingaggio di Open Care, la ricognizione del nucleo genovese che ci permetterà di allinearlo agli standard valutativi di Bper Banca. Tra le opere di maggior valore vi sono evidenze del Barocco del territorio, Hayez e Veronese.
L’arte insomma diventa un valore patrimoniale ed entra nel bilancio della banca. Quanto vale?
È una corporate collection in divenire, complessa e articolata, che stiamo gestendo e valorizzando con una impostazione strutturata e ben organizzata, focalizzando l'interesse in primis sulla qualità scientifica e storico-artistica delle opere. So che il valore suscita sempre molto interesse, quello che posso affermare è che si tratta di una collezione di rilevante valore artistico a cui si affianca anche un significativo valore economico, che si orienta intorno ai 25 milioni di euro.
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