I protagonisti del Russiagate / Andrew Goldstein

A 44 anni è diventato il “prosecutor” chiave nella squadra di Mueller. Ex insegnante di liceo e giornalista di Time, finiti gli studi di giurisprudenza a Yale passo' alla carriera legale specializzandosi nel perseguire la corruzione di funzionari pubblici e' poi decollata nell'ufficio della procura federale di Manhattan sotto Preet Bharara. E' stato lui a interrogare personalmente e a fondo i collaboratori di Trump e a tenere contatti costanti e spesso difficili con la Casa Bianca. E' considerato metodico e prudente nelle sue mosse: quando era a New York, prese parte alla decisione di non perseguire per corruzione e conflitti d'interesse l'attuale sindaco Bill De Blasio, affermando che le prove necessarie per portare avanti simili casi sono molto stringenti e che non basta scoprire comportamenti anche assai riprovevoli. Chiamato a Washington da Mueller, nell'inchiesta Russiagate e' stato lui a interrogare per decine di ore lo stesso Cohen e a sottoscrivere l'accordo extragiudiziale dell'ex fixer di Trump. Come ha torchiato l'ex consigliere legale della Casa Bianca Donald McGahn e i fiancheggiatori dell'ex consigliere di Trump Roger Stone, personaggio considerato al centro dei potenziali rapporti della campagna repubblicana con WikiLeaks e con il furto russo di e-mail della candidata democratica Hillary Clinton poi pubblicate dall'organizzazione di Julian Assange per danneggiarla. Stone e' stato a sua volta da poco incriminato per falsa testimonianza e ostruzione della giustizia. Se le maglie del Russiagate si stringeranno o meno attorno a Trump e alla sua Casa Bianca potrebbe dipendere, a conti fatti, da Goldstein e dai risultati dei suoi interrogatori e delle sue meticolose indagini.