IDEE IMPRENDITORIALI

I quaderni Usa «ripensati» dal made in Italy

di Riccardo Ferrazza

2' di lettura

L’idea, come avviene in molte storie, è venuta seguendo le tracce di una passione: in questo caso un oggetto di cartoleria, i “composition book”, quaderni di scrittura dei college americani dal largo formato e con la caratteristica copertina marmorizzata. Molto visti in film e serie tv ma non disponibili nei negozi italiani. Fino a poche settimane fa. Perché ora è in vendita una versione “Made in Italy”. Una novità dietro la quale c’è il lavoro di una coppia di giovani catanesi, che ha visto il traguardo dopo un paio di anni di ricerche e sperimentazioni.

«La somma usata per avviare l’impresa è stata inferiore ai 5mila euro - racconta Edoardo Bonaccorsi, 27 anni, laureato in economia, amministratore delegato di startup del biometano, che ha ideato “basicomo” insieme alla compagna Damiana -. Quello che conta è invece il patrimonio imprenditoriale italiano: produrre cose belle, funzionali e fatte ad arte. Per questo abbiamo cominciato comprando ogni tipo di “composition” presente sul mercato americano e studiando, smontando e riassemblando i quaderni in ciascuna delle sue componenti». Il risultato è un prodotto che solo nell’aspetto è una replica dell’originale americano ma che vanta una cucitura a filo di seta Singer e una copertina protetta da una tela prodotta dalla storica Manifattura Seveso che la rende molto resistente.

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Già qualcuno in passato, partendo da un oggetto di cartoleria di culto introvabile, è riuscito a costruire un caso di imprevedibile successo.Proprio venti anni fa Maria Segrebondi fondò Moleskine, riportando in vita i taccuini francesi di tela cerata nera amati da artisti e diventati il segno distintivo dello scrittore-viaggiatore Bruce Chatwin. Si sa come è finita: crescita delle vendite esponienzale e approdo in Borsa (la società è stata ritirata dalla quotazione nel 2017 dopo essere stata acquisita dal gruppo belga D’Ieteren ). C’è ancora spazio per prodotti di questo tipo? «Moleskine vende un’idea di design, il nostro prodotto offre qualità e funzionalità maggiori - risponde ancora Bonaccorsi. Con la sua grandezza fuori strandard, lascia spazio a margini per le note dove poter aggiungere correzioni e integrazioni».

Estranei al mondo del design, gli ideatori di basicomo sono arrivati a realizzare un progetto cartaceo in un’èra che il Censis ha ribattezzato in una recente ricerca «biomediatica». Nessun timore, però, di essere arrivati fuori tempo. Anzi. «Con i nostri Composition book - dice ancora rispondiamo al desiderio diffuso di organizzazione: non solo della propria vita ma anche dei propri pensieri. Qualcosa per la quale uno smartphone è percepito come poco adatto».

Per ora i “notebook” sono prodotti solo con righe orizzontali. Un primo bilancio si farà verso la metà del prossimo anno. Se la novità raccoglierà l’interesse sperato, verrà messa in commercio una versione a quadretti.

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