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«I ricavi di Translated saliranno a 250 milioni nel 2027, Ipo in vista»

Parla il co-fondatore Marco Trombetti, facendo un quadro sul futuro dell'Ai generativa e sul suo impatto: «Occorre pensare a un reddito universale»

di Simona Rossitto

Isabelle Andrieu e Marco Trombetti, fondatori di Translated

4' di lettura

Israele intende varare una politica ad hoc per l’intelligenza artificiale, l’Europa si appresta ad approvare il suo Ai Act, la Cina va verso una stretta. E mentre ci si interroga su come si possa regole qualcosa di cui ancora non si conoscono i confini, Marco Trombetti, co-fondatore di Translated, che si occupa dal 1999 di intelligenza artificiale e linguaggio, ha una visione ottimistica, almeno per quanto riguarda l’impatto sul lavoro, ritenendo che grazie all’intelligenza artificiale si avrà una sovrabbondanza di produzione di ricchezza e si dovrà pensare a come distribuirla. Intanto Translated, che realizza la maggior parte del fatturato negli Usa, conta di continuare a crescere a due cifre e di raggiungere l’obiettivo della quotazione al Nasdaq nel 2027.

«Tra 5-6 anni le reti neurali artificiali saranno grandi quanto il cervello umano»

I primi language models sono stati inventati per tradurre: «Ad un certo punto - spiega Trombetti, - invece di allenare i modelli a realizzare questo tipo di attività, è stato dato loro un testo, con una frase senza l’ultima parola, insegnando al sistema a trovare un completamento. Ad esempio, quello che su wapp ci suggerisce come completare una frase è un language model. Dando molti più dati e facendo imparare la relazione a contesti distanti, il sistema è riuscito a guardare 32mila parole, generando contenuti plausibili, raccontando storie, benché irreali. Poi sono state create reti neurali sempre più grandi, prima 100mila volte più piccole del cervello umano, poi, con Google Translator, 10mila volte più piccole del cervello umano. Oggi, con macchine più grandi, si arriva a reti 100 volte più piccole del cervello umano, e quindi si sono sviluppate forme di intelligenza, di ragionamento». Quello che oggi è 100 volte più piccolo, tra 5-6 anni sarà pari al cervello umano, spiega Trombetti. «Quello generalmente in uso oggi è Chat 3.5, ma Chat Gpt-4 è già disponibile. Con 3.5 si fanno già i test di ammissione all’università alla pari degli umani meno dotati. Gli umani medi, infatti, rispondono correttamente a circa il 75% delle domande; gli umani meno dotati, intorno al 70%, lo stesso risultato della macchina: gli umani più dotati rispondono correttamente all’ 85% dei test. Già il fatto che Gpt 3.5 riesca a rispondere a domande complesse è miracoloso. In meno di un anno gli strumenti già disponibili in preview eguaglieranno i migliori umani»

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«Cambierà tutta l'economia per ora basata sul tempo umano, sarà focalizzata sull'energia»

Tuttavia, per Trombetti, non c’è da temere per la tenuta del lavoro umano. «Stanno sbagliando tutti, tutti guardano al problema del lavoro mentre noi avremo abbondanza di ricchezza totale, il lavoro probabilmente non sarà più necessario, cambierà tutta la nostra economia, oggi basata sul tempo umano. Già con la rivoluzione industriale il lavoro dell’uomo è diventato molto più produttivo, l’Ai non ci rende solo più produttivi, ma arriverà a poter fare il lavoro al posto nostro. L’economia non sarà, dunque, basata su un modello 'tempo umano uguale a ricchezza', ma su un modello 'energia, necessaria per far funzionare le macchine, uguale ricchezza'». La ricchezza verrà probabilmente re-distribuita, prosegue l’imprenditore, ma sono sempre gli umani che comprano, non si può avere una società dove gli umani non comprano. «Se non si hanno persone che possono comprare, tutta l’abbondanza di produzione è inutile. In sostanza il nodo del lavoro non è per me un punto fondamentale: certo molti lavori cambieranno, alcune professioni si adatteranno. Un tema dirimente sarà l’esistenza o meno di una domanda latente in un determinato settore: in quello delle traduzioni, ad esempio, c’era molta domanda latente e ora, grazie alla tecnologia, i traduttori in media guadagnano molto di più di prima. Certo, ci sono anche traduttori che non si sono adattati e non lavorano più, ma in media la produttività è migliorata».

«Pensare a nuovi modelli basati sul reddito universale»

Una volta raggiunto il punto in cui le macchine diventano più intelligenti degli uomini, secondo Trombetti, occorre tuttavia pensare a nuovi modelli, basati ad esempio sul reddito universale. Sam Altman sostiene infatti che quando si produce ricchezza infinita bisogna poi trovare il modo per distribuirla. E’ un tema su cui stanno lavorando tantissimi pensatori della Silicon Valley». Quanto, infine, alla preparazione di competenze efficaci e capaci di usare e lavorare con i nuovi sistemi, Trombetti pensa che non ci sia da preoccuparsi, ma sicuramente gli skill difficilmente si apprenderanno all’università. «Quando sono arrivate le calcolatrici ,i contabili erano disperati perché pensavano che avrebbero perso lavoro. A me pare che i contabili abbiano migliorato il loro lavoro. Ora l’Ai sta simulando la lingua, è uno strumento di supporto. Certamente, da 10 anni a questa parte l’Università non è più al passo, non riesce a realizzare un cambiamento veloce ed è impensabile che fornirà gli skill necessari. Tutto si baserà sulla nostra capacità di metterci in gioco».

Usa sempre più importanti, nel 2027 Translated guarda alla quotazione al Nasdaq

Il futuro di Translated, intanto, che oggi occupa 250 persone, punta sempre più sugli Usa. Fondata da Trombetti assieme alla moglie, Isabelle Andrieu, entrambi soci del gruppo, Translated ha visto l’ingresso qualche anno fa, con il 12%, del fondo Ardian. Tra i clienti per tanti anni ha annoverato Google Traslator. Al momento, spiega Trombetti, «tutto il nostro team è a Roma, ma produciamo il 75% del fatturato a San Francisco; in Italia, un Paese che pesa per il 2% dell’economia Internet, produciamo il 3 per cento. Abbiamo inoltre creato un fondo di investimento che utilizza profitti di Translated per reinvestirli in altre start-up tecnologiche, abbiamo realizzato 61 investimenti e messo su un campus all’Eur dove c’è sia la sede di Translated sia quella delle start-up dove investiamo. Il fatturato, nel 2022 di circa 60 milioni, è cresciuto del 25% l’anno negli ultimi 15 anni e se continua così nel 2027 raggiungeremo i 250 milioni. Se le nostre stime saranno rispettate, potremmo quotarci al Nasdaq nel 2027. Abbiamo scelto gli Usa visto che i nostri migliori clienti sono americani e il mercato americano capisce e valorizza il nostro lavoro».

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