I ristoratori scrivono a Cingolani: si abbassi l’aliquota Iva dal 10 al 5% per la ristorazione
Il settore è stato penalizzato dalle chiusure legate all’emergenza Covid-19
I punti chiave
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Una lettera aperta al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani per chiedere l’abbassamento dell’aliquota Iva, dal 10 al 5 per cento, per le attività di ristorazione, a seguito degli aumenti dell’energia elettrica e del gas.
Un sondaggio per calcolare quanto gravano le bollette sulla ristorazione
Nella lettera, firmata da Paolo Bianchini, presidente di Mio Italia, l’associazione nazionale di categoria di ristoranti, bar, pub, pizzerie, cocktail bar, ha analizzato tramite un sondaggio effettuato su migliaia di associati, l'incidenza percentuale media delle forniture di gas ed energia elettrica sul fatturato dei piccoli imprenditori del comparto Horeca. Ebbene, le bollette di gas e luce gravano per il 9% sui bar e per il 4,5% sui ristoranti. Considerando gli aumenti previsti, queste percentuali si alzeranno dal 9 al 12% per i bar e dal 4,5 al 6% per i ristoranti. Cifre importanti, sottolinea l’associazione, segnalando che dai dati ispra 2017 emerge che il consumo di energia elettrica della categoria vale, su base nazionale, con il il 3,7% del totale, rappresenta una fetta considerevole del fabbisogno energetico.
Gli aumenti dei costi rappresentano un macigno per il settore Horeca
«Non bastava il Covid, con le relative, penalizzanti e immotivate, dal punto di vista scientifico, chiusure. Ora i prospettati aumenti dei costi dell'energia elettrica e del gas - si legge nella lettera - gettano un nuovo, pesantissimo, macigno sul settore Horeca, già messo a dura prova nel corso degli ultimi 18 mesi: migliaia e migliaia di esercenti, in tutta Italia, sono stati costretti a chiudere definitivamente i battenti della propria azienda». Per l’associazione il prospettato aumento delle bollette «si trasformerà – inevitabilmente – in un innalzamento generale dei prezzi al pubblico e/o in una perdita sui ricavi aziendali, andando a influenzare negativamente il mercato». Già lo scorso anno l’associazione consegnò al Governo una “Proposta di variazione dell’aliquota Iva nell’ambito delle attività di ristorazione”, chiedendo l'applicazione del 5%, «in modo che le piccole imprese potessero fronteggiare l'enorme perdita di fatturato, che poi abbiamo visto ammontare a decine di miliardi di euro».
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