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I ritratti libici di Edgar Martin vincono il Sony World Photography Award

All’italiano Alessandro Cinque è andato il premio nella nuova categoria Sustainability Prize

di Stefano Biolchini

3' di lettura

Londra. Gli evocativi e intensamente narrativi ritratti libici “in memoriam” del fotografo portoghese Edgar Martin conquistano il Sony World Photography Awards 2023. Ad essere premiato il progetto “Our War” che Martins ha dedicato al fotoreporter Anton Hammerl, rapito e giustiziato il 5 aprile 2011 dalle milizie governative durante la guerra civile libica. Nell’impossibilità di rinvenire i resti mortali di Hammerl e di condurre un’indagine approfondita sulla fine dell’amico, il fotografo portoghese ha deciso di spostare la propria indagine su una riflessione dai contorni “più metafisici”, e di sicura portata universale, quali il tema dell’assenza e del lutto, oltre che quello della memoria. Ecco dunque che i volti ritratti, e sono quelli dei guerriglieri pro o contro Gheddafi, e di persone comuni incontrate per caso, fermati alla scarna ombra delle palme, tra gli intrichi di giunchi, armati in tuta mimetica o in pose altamente allusive, ricompongono attraverso una sorta di meta-ritratto-collage il “volto impossibile” dell’amico perduto e della guerra che già lui avrebbe voluto raccontare.

SWPA: le foto in concorso

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Il potere della memoria

E’ quella di Martin una narrazione dalla forte tensione, emergente e spiazzante, che attraverso un sapiente gioco di mise en abyme ci interroga, e si interroga al contempo, sul perenne mistero della morte, per provare a colmarne l’incommensurabilità del vuoto. Un’odissea contemporanea, per un’Itaca irragiungibile, quella di Martin, cui è di conforto, ancora e sempre davanti alla forza altrimenti annullatrice della morte, il potere umano della memoria. “Come narrare una storia senza testimoni diretti, tracce, prove o protagonisti?” è stato il quesito a cui Martin ha fornito una possibile risposta attraverso i volti delle persone incontrate e poeticamente ritratte.

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Libia

Entrato in Libia di nascosto grazie a un contrabbandiere di petrolio, l’autore delle foto si è subito dovuto scontrare con l'enorme difficoltà di lavorare in condizioni così precarie. In “Our War” ha dunque operato sull’ellissi traverso un processo evocativo, dai contorni densamente allusivi. I contatti libici dell’amico morto e coloro che avevano partecipato al conflitto (combattenti per la libertà o i loro discendenti, ex soldati delle milizie, residenti, fedeli o sosia di Gheddafi, sono così divenuti i protagonisti di questo progetto, tutti scelti perché avevano lo stesso aspetto, le stesse idee e le stesse convinzioni di Hammerl, oppure perché ricordavano a Martins i diversi momenti della loro amicizia. Il progetto, che ha dunque documentato al contempo il conflitto libico pone l’accento sull'idea stessa di frammentarietà e contraddittorietà insita in tutti i conflitti.

Il commento al premio

“È un immenso onore ricevere questo riconoscimento”, è stato il suo commento. E ancora: “anche se di solito ho un approccio abbastanza distaccato nei confronti dei premi e sono consapevole della natura soggettiva delle scelte personali, sapere che quest'anno il concorso Professional ha ricevuto oltre 180.000 candidature rimette tutto in prospettiva. In questo caso particolare, è stato molto emozionante poter rendere omaggio a un amico su un palcoscenico internazionale e portare all'attenzione del pubblico la lotta della famiglia per ritrovare i suoi resti. Nessun altro premio ha la stessa portata dei Sony World Photography Awards.”

Martins è stato selezionato tra i primi classificati delle 10 categorie del concorso Professional, proclamati insieme ai secondi e terzi posti di ciascuna categoria e ai vincitori assoluti dei concorsi Open, Youth e Student.

Alessandro Cinque

All’italiano Alessandro Cinque è andato il premio nella nuova categoria Sustainability Prize, ideato in collaborazione con la United Nations Foundation e l'iniziativa Picture This di Sony Pictures. I suoi scatti sulle “invasion”, ovvero le favelas andine alla periferia di Lima, con l’ingegnoso sistema di barriere in grado di catturare la condensa per poi fornire acqua alle abitazioni di fortuna disseminate sul deserto andino, gli hanno valso il riconoscimento.

Dal 14 aprile al 1° maggio 2023 si terrà presso la Somerset House di Londra la mostra di con oltre 200 stampe e di centinaia di altre immagini digitali di tutti i fotografi vincitori e finalisti.

A queste si aggiungeranno anche le opere di Rinko Kawauchi - tra cui le sublimi fotografie di “incendi rigeneranti” della nota fotografa giapponese - a cui è stato conferito il premio Outstanding Contribution to Photography.


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