Viaggio nei luoghi etruschi sulle orme di D.H. Lawrence
I sepolcri nella roccia e le tombe dipinte di Cerveteri e Tarquinia
La prima tappa non possono che essere le necropoli di Cerveteri e Tarquinia, cominciando dalla “vecchia Caere, un piccolo logoro garbuglio di stradine rinserrate nelle mura - scrive Lawrence.- . A sinistra si innalza la cittadella, l’acropoli, il poggio elevato che era Parx della città etrusca…”. Oggi, come allora, quelle della Banditaccia e Monterozzi, ovvero i principali cimiteri delle antiche città-stato etrusche di Cerveteri e Tarquinia, conservano migliaia di sepolcri e soprattutto alla Bandinaccia si capisce quanto gli etruschi fossero all'avanguardia nell'urbanistica: strade, piazze, suddivisione in quartieri fanno di questo sito archeologico che si estende per una ventina di ettari, un eccezionale sussidiario della storia funeraria dell'Italia centrale più ancestrale.
Si cammina tra trincee scavate nella roccia e tumuli a forma di capanne o casette. Anche Monterozzi, la necropoli di Tarquinia, è eccezionale per la sua ineguagliabile estensione di 139 ettari, i suoi 6000 sepolcri scavati nella roccia, le 200 tombe affrescate, di cui la più antica risale addirittura al VII secolo a.C., costituendo l'unica testimonianza di arte classica del periodo pre-romano nel bacino del Mediterraneo.