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I supercondensatori spalmabili per la mobilità del futuro

Imprenditori attenti al Pianeta: Matteo Bertocchi è il cofondatore di una start up, Novac, che vuole allungare la durata delle batterie elettriche con un supercap finalmente sicuro. Ecco come.

di Caterina Maconi

La startup Novac è attiva nel mondo dei supercap.

2' di lettura

«Il mondo dell'innovazione oggi non concede sconti: se hai un'idea e vuoi che piaccia, dev'essere connessa alla sostenibilità». Matteo Bertocchi, 28 anni, è tra i cofondatori di Novac, startup nata nel 2018 all'Università di Modena durante un corso ispiratore: TACC, Training for automotive companies creation. Agli studenti veniva chiesto di immaginare una startup nell'ambito della mobilità. Con una sola indicazione imprescindibile: il progetto doveva essere originale e sorprendente. Bertocchi e i tre suoi compagni di studi – Loris Bruzzi, Alessandro Fabbri e Aldo Girimonte, ingegneri meccanici, dei materiali ed elettronici – hanno lavorato a un nuovo modello di supercondensatore, da abbinare alle batterie montate sui mezzi elettrici, dalle hypercar alle utilitarie, dai monopattini alle biciclette, per prolungarne la vita: accumulando energia, danno un boost di potenza quando necessario, e si ricaricano in modo ecocompatibile. Nel 2021 Novac è stata selezionata fra le 8 startup del percorso di Motor Valley Accelerator di Modena, risultando una delle realtà più promettenti del programma.

Matteo Bertocchi, 28 anni. Con i soci Alessandro Fabbri, Aldo Girimonte e Loris Bruzzi ha fondato Novac, di cui è ceo. La startup è attiva nel mondo dei supercap.

In questi cinque anni, con oltre 400mila euro raccolti tra investitori istituzionali e premi e dopo un lungo percorso di ricerca e sviluppo, Novac ha registrato due brevetti su una miscela di materiali che potrebbe sovvertire il settore dei supercondensatori: «Oggi sono ingombranti, costosi e pericolosi, perché infiammabili. In generale, sono poco sostenibili: perciò vengono boicottati. La nostra invenzione è invece un supercap allo stato solido, progettato con materiali non tossici e più facilmente reperibili, come rame e manganese: gli abbiamo dato la consistenza di una polvere grazie all'utilizzo della stampa 3D, così che si possa letteralmente spalmare dove serve. Non ingombra come i sistemi precedenti, ed è sicuro». Il prototipo sarà pronto a metà anno: per allora si potranno sperimentare le prime applicazioni in collaborazione con i partner interessati, aziende attive nella smart mobility e nell'aerospace, «ma anche nell'industria delle supercar, sempre più interessata alla conversione all'elettrico».

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Durante la fase di analisi e studio Matteo Bertocchi e soci si sono imbattuti nelle possibili applicazioni collaterali: «Parlo di batterie e fuel cell, per rendere ancora più sostenibile il settore. La ricerca è fondamentale: per questo apriremo il nostro nuovo laboratorio a studenti e scienziati esterni. Insieme, riusciremo a raggiungere prima nuovi traguardi».

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