Arte

I tesori di David Rockefeller, che incanto!

di Marina Mojana

3' di lettura

«Quando io e Peggy saremo usciti da questo mondo - scriveva David Rockefeller nelle sue Mémoires pubblicate nel 2006 - tutte queste opere d’arte che ci hanno dato così tanto piacere saranno di nuovo disponibili per altri che, prendendosi cura di loro, mi auguro possano ricevere la stessa gioia che fu la nostra».

Ora a un anno dalla sua morte, che lo ha colto a 101 anni nella casa di Hudson Pines - una tenuta sulle rive del fiume Hudson, a un’ora dal centro di Manhattan - 1.550 opere della sua collezione (che ne conta circa 15mila) saranno vendute dal Christie’s New York (in Rockefeller Center) dall’8 al 10 maggio, in una maratona di capolavori che si preannuncia come l’asta del secolo. L’incasso atteso è di circa 500 milioni di euro: tutti i proventi della vendita andranno a una dozzina di organizzazioni benefiche - attive nel campo culturale, educativo, della ricerca medica e dell’ambiente - già sostenute in vita dai coniugi Rockefeller: dal Metropolitan al MoMa di New York (cofondato dalla madre di David) all’Università di Harvard (dove David aveva studiato).

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Quando morì, il 20 marzo 2017, era il miliardario più vecchio del mondo, con un patrimonio complessivo di 4 miliardi di euro. Era nato nel 1915; nel 1940 aveva sposato Peggy McGrath, sua compagna fino alla morte (avvenuta nel 1996) e madre dei suoi sei figli. Con lei, per molti anni, aveva collezionato opere di ogni genere, mescolando quelle ereditate dai genitori - John Davidson Rockefeller Jr e Abby Aldrich Rockefeller - a nuove acquisizioni. Nel 1959 aveva fondato la JPMorgan Chase Art Collection, aprendo la strada al collezionismo d’impresa.

Le sue passioni più dichiarate erano la pittura impressionista e post-impressionista, da Renoir a Gauguin, ma amava anche l’arte francese dell’Ottocento, quella moderna europea e americana, da Edward Hopper a Willem de Kooning e Georgia O’Keeffe, mobili vintage statunitensi, arte orientale, porcellane europee e cinesi (69 servizi in asta) arte tribale, argenti e gioielli. Peggy e David non chiudevano gli oggetti più preziosi in una teca, al contrario, ci vivevano insieme permettendo anche agli ospiti di avvicinarsi.

Momento clou dell’asta sarà martedì 8 maggio, quando nella vendita serale passeranno di mano 44 capolavori del XIX e XX secolo di Delacroix, Corot, Manet, Monet, Seurat, Signac, Picasso, Matisse e Kandinsky.

Del periodo rosa di Pablo Picasso, ad esempio, sarà offerto per 75 - 100 milioni di euro Fillette à la corbeille fleurie, eseguito a Parigi nel 1905 e proveniente dalla collezione dei fratelli Leo e Gertrude Stein. Fu acquistato da Rockefeller nel 1968 e collocato nella biblioteca della sua abitazione di New York, sulla 65th Strada. Invece la spettacolare Odalisca sdraiata tra le magnolie dipinta da Henri Matisse nel 1923 e quotata 40,4 milioni di euro (la sua opera più importante e costosa finora in asta) troneggiava nel salotto della residenza di campagna di Hudson Pines (vicino al villaggio di Pocantico Hills, nella Contea di Westchester), insieme alle Ninfee in fiore di Claude Monet, in asta per 28,3 milioni di euro. Dipinte nel giardino di Giverny, tra il 1914 e il 1917 dal pittore settantacinquenne - mentre l’Europa sprofondava nel caos della prima guerra mondiale - vennero acquistate da Rockefeller nel 1956, su consiglio di Alfred Barr, all’epoca direttore del Moma di New York e per il tramite della dealer parigina Katia Granoff. Appena le vide David se ne innamorò e con la moglie decise di acquistarle subito e di collocarle sullo scalone della villa di campagna, poco sotto una gouache cubista di Juan Gris raffigurante Il tavolo del musicista, pure in asta per 12 milioni di euro.

Il 9 maggio sarà la volta dei grandi capolavori d’arte dalle due Americhe; fra gli highlight spicca The Rivals del muralista messicano Diego Riviera, realizzato nel 1931 dall’artista mentre era in viaggio con Frida Kahlo per incontrare i genitori di David, suoi entusiasti collezionisti. Fu il dono di nozze della madre Abby a David e Peggy, che lo collocarono nella loro residenza estiva nel Maine. Va all’asta per 4 - 6 milioni di euro. Nel parco della loro casa invernale di St Barts, invece, misero un monumentale Plow (Aratro) di Alexander Calder. Nel 1967 avevano visto il modellino esposto alla Perls Galleries di New York e, tramite l’amico architetto Wallace Harrisons, convinsero l’artista a realizzarne uno in acciaio (altro quasi due metri) tutto per loro. L’opera rimase a St Barts per quasi 20 anni, poi fu spostata sotto gli alberi di Hudson Pines. Va in asta per 1,5 - 2,5 milioni di euro. Infine, il 10 maggio saranno battuti mobili, ceramiche, arte orientale e souvenir di viaggi.

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