I vini Bordeaux debuttano a Verona (per conquistare l’Italia)
Crus et Domaines de France ha presentato i vini in anteprima, evento che da sempre si tiene in Francia. Cresce il business italiano della famiglia Helfrich
di Giambattista Marchetto
3' di lettura
Per la prima volta in quattro secoli, la Place di Bordeaux si è “spostata” in Italia con il suo evento en primeur. (degustazione dei vini in anteprima, prima dell’imbottigliamento, ndr). E la scelta è caduta su Verona, una delle capitali del vino italiano, dove Crus et Domaines de France ha presentato in degustazione una selezione degli châteaux della denominazione francese.
L'iniziativa è nata da Les Grands Chais de France della famiglia Helfrich, che possiede domaine di proprietà nei territori più vocati per la produzione di vini fermi e crémants – dalla Loira a Bordeaux, dalla Provenza fino in Borgogna, in Jura e Alsazia – e che è il primo esportatore di vino francese nel mondo, con più di 170 paesi raggiunti, e partner privilegiato di produttori importanti delle zone più prestigiose di Francia. A Verona si è vista una panoramica dei più vocati terroir – dal Grand Cru Saint-Emilion a Pomerol, da Haut-Médoc a Sauterns – con alcuni châteaux prestigiosi in degustazione come Château Talbot, Château du Tertre, Château Guiraud, Château Beychevelle, Château Pape Clement, Château Gazin..
Un evento eccezionale da Bordeaux a Verona
La proprietà è della famiglia Helfrich che, forte di possedimenti per oltre 701 ettari in Bordeaux, con il marchio Crus et Domaines de France è anche uno dei négociants a presidiare la Place di Bordeaux. Distribuisce dunque etichette di produzione, ma anche di altre cantine.Il gruppo ha letteralmente “conquistato” il mercato italiano con i suoi vini francesi in piena pandemia, dato che nel 2020 le vendite hanno sfiorato le 850mila bottiglie vendute con un + 720% sul fatturato on trade negli ultimi 3 anni.
E non potendo convocare in Francia clienti ed esperti per gli assaggi en primeur, ha deciso di creare un appuntamento in Italia, riservato a un numero limitato di ospiti.«È stata una fatica avere i campioni dalla Francia, perché non è nella filosofia degli châteaux spedirli fuori da Bordeaux – rimarca Romina Romano, country manager Italia del marchio di proprietà di Famille Helfrich –. Infatti i vini sono prelevati dalla barrique giovanissimi e non sono pronti, dunque rischiano di cambiare nell'arco di 6 ore e in particolare con il trasferimento. L'Italia è però un mercato altamente qualificato per Crus et Domaine de France, con una presenza di clienti e critici di spessore internazionale, e all'evento hanno partecipato sommelier, distributori Italia e importatori, per cui abbiamo portato la rete vendita ad un assaggio fuori dal comune»
Startegia anti-covid tra enoteche e online
Per il colosso francese (1,3 miliardi di euro di ricavi globali) il mercato Italia pesa “solo” 20 milioni, ma è un obiettivo importante «perché i consumatori sono molto preparati e apprezzano i vini di un certo livello», prosegue Romano. Lo sviluppo nel Belpaese è stato affidato tre anni fa alla country manager emiliana con il compito di accrescere le vendite horeca (ristoranti e bar, ma anche enoteche) e i risultati – in pieno Covid - non si sono fatti attendere: nell'horeca si è passati dalle 3.600 bottiglie del 2017 a quasi 150mila nel 2020, che corrisponde a un + 720% sul fatturato on trade.Tutto questo in due anni decisamente complessi.
«Abbiamo deciso di investire su un magazzino in Italia e aperto una distribuzione diretta – sottolinea Romano – riuscendo a garantire prezzi più competitivi con meno passaggi commerciali. Il Covid ci ha portato a lavorare tantissimo con le enoteche, che è la parte di horeca che non si è mai fermata. Si sono organizzate con asporto e delivery e questo ci ha consentito di avere partner affidabili e competenti».
E poi c'è la frontiera online, «che oggi vale il 40% del mercato nazionale – prosegue la manager – ma a marzo 2020 era in sostanza a zero. Abbiamo coltivato il rapporto con partner importanti (su tutti Tannico, XtraWine e Vino.com) e questo è risultato vincente».Ora gli obiettivi sono altrettanto importanti, perché «adesso inizia la sfida vera – conclude Romano – Per Bordeaux la nostra quota di mercato è salita dal 3 al 17%, quindi ora le aspettative di crescita sono più forti. Sono molto positiva perché il Covid ha cambiato le attitudini al consumo, ha reso gli estimatori di vino più esigenti e più curiosi. Questo ci ha portato a crescere e confido di continuare a farlo».
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