Idrogeno ed efuels: sfide e futuro dell'alternativa all'elettrico per ridurre le emissioni
Al Politecnico di Milano si è parlato di carburanti che non inquinano e del loro impiego nella auto in arrivo
di Danilo Loda
2' di lettura
Si è parlato di biocarburanti e di come questi saranno una valida alternativa che i produttori potranno tenere in considerazione se non vorranno basare tutte le loro future auto solo sull'alimentazione eletttrica. Questo è il tema della tavola rotonda organizzata al Politecnico di Milano dal titolo “Hydrogen for Zero-CO2 Internal Combustion Engines” che ha visto la partecipazione di alcuni dei docenti del dipartimento dell’energia dell'Università meneghina e anche alcuni produttori di auto tra cui Mazda, Lamborghini e Ferrari.
A presentare le sfide che attendono le auto che saranno alimentate ad idrogeno ci ha pensato il professor Davide Bonalumi, che in sintesi ha spiegato quali siano i problemi più immediati che i costruttori di automobili dovranno affrontare per lanciare su ampia scala auto alimentate da questo biocarburante. In pratica, secondo il Professor Bonalumi, uno dei problemi principali dell'idrogeno utilizzato come carburante riguarda la sua bassa densità energetica. Ma le soluzioni per ovviare a questa incertezza sono già sul tavolo. Le case automobilistiche dovranno per forza di cose rivedere alcune loro piattaforme, e principalmente adattare alcuni componenti cardine del motore. Iniziando però dai serbatoi (secondo Bonalumi dovrebbero essere in grado di supportare una pressione di almeno 700 bar) la sfida passa poi al sistema di iniezione che dovrà essere totalmente nuovo rispetto a quelli che sono attualmente proposti su auto a benzina e diesel. In questo caso il Professor Bonalumi spiega che gli iniettori dovranno essere in grado di funzionare con una bassa lubrificazione, mentre per quanto riguarda pistoni e fasce elastiche, queste dovranno essere realizzate ad hoc per fare in modo che non si corrodano precocemente.
Mazda ha dato la sua visione sull'utilizzo degli e-fuels grazie all'intervento dell'ingegnere Christian Schultze, Director Research Operations del Centro Ricerca e Sviluppo di Mazda Motor Europe, con sede a Oberursel (Francoforte).
“Mazda si impegna ad accelerare l'elettrificazione della sua flotta”, ha dichiarato Schultze, ma siamo anche convinti che tutte le tecnologie adeguate debbano essere utilizzate per ridurre la CO2 in modo rapido ed efficace. A nostro avviso, i veicoli alimentati con carburanti a zero emissioni costituiscono un contributo importante all'elettrificazione, in quanto sono facili da implementare e possono avere un effetto significativo, dato che possono essere utilizzati da un numero elevato di auto”.
Ma se le sfide sono importanti, l'idrogeno rimane comunque uno dei protagonisti della campagna “zero emissioni” che il settore trasporti si augura di ottenere secondo i dettami dell'Europen Green Deal che dal 2050 prevede che nessun mezzo di trasporto utilizzi carburanti inquinanti.
Ma perché l'idrogeno diventi davvero il carburante green per antonomasia, oltre alle sfide tecnologiche, che le varia casa automobilistiche sono pronte ad affrontare per un utilizzo di questo biocarburante (e altri e-fuels) il prima possibile, è necessario che i Policy-makers indirizzino le scelte verso questo obiettivi. Non a casa qualcosa si sta muovendo: in Italia, nel piano nazionale “PNRR” l’idrogeno è strategico per la ripresa dell'economia e il suo sviluppo passa attraverso l’eccellenza scientifica e la leadership industriale. In Itali infatti il finanziamento totale che hanno ricevuto le iniziative relative all'idrogeno è di circa 2 miliardi di euro.
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