Idrogeno verde, pronte le regole per gestione e stoccaggio in sicurezza
In ballo ci sono 450 milioni di euro di fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) con l’obiettivo di sostenere «progetti tesi a creare una catena del valore dell’idrogeno in Italia»
di Ivan Cimmarusti
3' di lettura
Tecnicamente è in vigore da domenica 20 agosto, ma gli operatori possono applicare da lunedì 21 agosto la prima base regolatoria per la progettazione, la costruzione e la gestione degli elettrolizzatori, cioè gli impianti di produzione dell’idrogeno “verde” ricavato da fonti rinnovabili. Un capitolo rilevante, inoltre, è dedicato allo stoccaggio di questo nuovo vettore su cui tutta la Ue sta scommettendo nell’intenzione di raggiungere la decarbonizzazione e l’indipendenza energetica dalla Russia.
Rischio incendi ed esplosioni
Il Dm 7 luglio 2023 - in Gazzetta ufficiale del 21 luglio - porta la firma del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e punta a garantire parametri di sicurezza chiari, considerato che l’idrogeno è altamente infiammabile e che, in determinate condizioni, le sue miscele possono provocare violente esplosioni. Materiali, distanze, pressioni e altri aspetti tecnici sono stati vagliati in cooperazione col dipartimento dei vigili del fuoco, diretto dal prefetto Laura Lega, allo scopo di arginare il rischio incidenti nella costruzione e nella gestione di questi impianti.
In ballo ci sono 450 milioni di euro di fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) - riorganizzato dal ministro per gli Affari europei, Raffale Fitto - con l’obiettivo di sostenere «progetti tesi a creare una catena del valore dell’idrogeno in Italia», come si legge nel documento di revisione e aggiornamento del Piano, allo scopo di «sviluppare il mercato» e che si adatti a «partecipare a potenziali importanti progetti di comune interesse europeo». Un impulso che ha innescato un’intraprendente iniziativa imprenditoriale, come testimoniato da H2IT (Associazione italiana idrogeno), con investimenti privati rilevanti per accelerare un business green e per garantire il fabbisogno energetico sia civile sia industriale. Lo dimostrano i 54 progetti regionali per la costruzione di Hydrogen valleys , cioè dei distretti territoriali per la produzione dell’idrogeno, con un investimento di circa 750 milioni di euro.
Costruzione e stoccaggio
Con il Dm l’obiettivo è, dunque, di minimizzare il rischio di incidenti: arginare le cause di rilascio accidentale di gas, nonché incendi ed esplosioni, limitando il più possibile danni alle persone, agli edifici e ai locali adiacenti all’impianto. Ciò allo scopo di garantire la possibilità per le squadre di soccorso dei vigili del fuoco di operare in condizioni di sicurezza.
La norma si applica agli impianti di nuova realizzazione, ma anche a quelli già esistenti: dovranno adeguarsi alle nuove regole, limitatamente alle parti interessate dall’intervento.
Secondo il decreto, sono considerati «elementi pericolosi dell’impianto» gli elettrolizzatori e le tubazioni di collegamento, tra gli altri, con serbatoi e sistemi di stoccaggio dell’idrogeno. Anche se non ricompresa, dovrà essere svolta una verifica di assoggettabilità dell’elettrolizzatore al Dpr 151 del 1° agosto 2011 (Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi).
L’impianto, dunque, sarà oggetto di specifica valutazione di rischio e dovrà essere realizzato in conformità alla norma ISO 22734 (Generatori di idrogeno che utilizzano l’elettrolisi dell’acqua). L’accumulo dell’idrogeno, cioè lo stoccaggio, deve essere fatto a una pressione non superiore a 1.000 barg.
La norma interviene anche sulle modalità costruttive dell’opera, ciò per consentire l’intervento dei mezzi di soccorso dei Vigili del fuoco.
Valutazione rischi
Il decreto rappresenta una prima base normativa. Ma in considerazione dello sviluppo di vettori energetici innovativi il ministero dell’Interno ha dato impulso - con il decreto Pnrr 3 - a un Comitato centrale per la sicurezza tecnica della transizione energetica e per la gestione dei rischi connessi ai cambiamenti climatici, organismo insediato al dipartimento dei vigili del fuoco. L’obiettivo è triplice: valutare i rischi per l’incolumità delle persone, della salute e dell’ambiente; fissare le regole per la costruzione degli impianti; elaborare una nuova capacità di intervento da parte dei soccorritori in caso di emergenza.
loading...