Ieo, Del Vecchio tenta la mediazione con gli altri soci
di Marigia Mangano
3' di lettura
La Fondazione Leonardo Del Vecchio rileva il pacchetto dei terreni “opzionati” nei mesi scorsi alla Visconti srl, holding controllata da UniCredit, e arruola l’avvocato Sergio Erede per trovare un compromesso con i grandi soci dello Ieo sul piano di sviluppo da 500 milioni dell’Istituto fondato da Umberto Veronesi.
Vanno avanti, dunque, le grandi manovre per sbloccare il progetto di rafforzamento del gruppo ospedaliero messo a punto dal patron di Luxottica e da UniCredit, entrambi soci della Fondazione Leonardo Del Vecchio a cui fa capo il 18,46% dello Ieo. Il progetto immaginato dalla banca guidata da Jean Pierre Mustier e dall’ad di Luxottica, Francesco Milleri, punta a fare dell’istituto di Veronesi un centro di eccellenza europea e contempla quattro aree di intervento: l’ampliamento dell’attuale struttura dello Ieo e del Centro Cardiologico Monzino, la realizzazione di un importante centro di ricerca capace di far competere lo Ieo su scala internazionale, un campus universitario e la parte legata all’accoglienza delle famiglie. Per realizzarlo Del Vecchio si è detto disposto a “donare” 500 milioni di euro. Ma l’iniziativa nei mesi scorsi ha creato tensioni tra gli azionisti storici dello Ieo.
Nel libro soci si sono così formati due blocchi non allineati. Da un lato la Fondazione, promotrice del piano. Dall’altro gli altri soci, tra cui Mediobanca (25,37%) UnipolSai (14,37%), Intesa Sanpaolo (7,37%) Pirelli (6,06%), Banco Bpm (5,77%) e Mediolanum (4,62%). All’interno di questo nocciolo duro di azionisti ci sono diverse perplessità, ma anche timori che il piano della Fondazione non sia altro che un modo per scalare le posizioni nell’azionariato dello Ieo dove proprio subito dopo il blitz del patron di Luxottica è stato modificato lo statuto della società con l’introduzione di un tetto del 30% al possesso azionario. Sulla carta, infatti, la via più semplice per trasferire al gruppo di Veronesi l’assegno di 500 milioni è procedere con un aumento di capitale sottoscritto dall’ente. In questo caso però l’effetto immediato porterebbe alla diluizione degli altri soci, a meno che non si decida di dividere l’impegno pro quota. L’altra faccia della medaglia è che se si procedesse a una “donazione” pura il risultato sarebbe quello di una rivalutazione delle quote di tutti gli azionisti dello Ieo senza alcuna contropartita per la stessa Fondazione.
Proprio per la complessità degli equilibri in gioco, UniCredit e Del Vecchio hanno chiesto all’avvocato Sergio Erede di studiare una soluzione finanziaria e di governance in grado di superare le divisioni attuali. Si cerca, dunque, dopo mesi in cui le posizioni sono apparse molto distanti, una mediazione. Almeno da parte della Fondazione. In prima battuta le intenzioni erano di altro tenore: la volontà era quella di convocare a settembre un consiglio di amministrazione straordinario per valutare formalmente il progetto di sviluppo. Sembra profilarsi, dunque, un cambio di passo sensibile in vista di un piano “finanziario” che possa mettere tutti d’accordo. Erede presenterà nelle prossime settimane le opzioni praticabili.
Nell’attesa, il progetto della Fondazione nelle sue linee guida va avanti. Nei giorni scorsi, secondo indiscrezioni, l’ente ha acquistato a pieno titolo la seconda tranche, quella più rilevante, dei terreni di proprietà di Visconti srl su cui si svilupperà il progetto di ampliamento dello Ieo. Si tratta di diverse aree nella zona sud di Milano che facevano capo alle società fallite della famiglia Ligresti e sono poi finite sotto la holding controllata al 76% da UniCredit e partecipata con quote minori da Bpm (10,34%), Unipol (7,6%) e Banca Ifis (6%). La compravendita è avvenuta intorno a 40 milioni. Questo dopo che nel pieno dell’estate altre aree erano state già acquistate dalla Fondazione per circa 12 milioni di euro. In quest’ultimo caso, peraltro, la cessione è avvenuta dopo che UniCredit per alcuni mesi aveva trattato la vendita di quel lotto con lo stesso amministratore delegato dello Ieo, Mauro Melis. Nel piano industriale presentato prima della scorsa estate da Melis e approvato dal cda dello Ieo era previsto, infatti, che il gruppo ospedaliero si allargasse in quell’area confinante chiamata “Accoglienza Ieo” . La proposta di acquisto di Melis, però, è risultata più bassa rispetto a quella di Del Vecchio: 9 milioni di euro contro i 12 milioni pagati dall’ente.
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