Iervolino Entertainment: «Pellicole da export e la sostenibilità nelle storie che raccontiamo»
Andrea Iervolino, fondatore e ad della casa di produzione italiana parla del business model e di un cinema sempre più short e in streaming
di Alessandra Capozzi
4' di lettura
Pellicole made in Italy da export con un occhio a Hollywood e serie animate al vertice delle classifiche di Apple Tv, Netflix e Amazon Prime. Ma anche attenzione ai messaggi educativi. Andrea Iervolino, presidente ceo e fondatore di Iervolino Entertainment, casa di produzione italiana di contenuti cinematografici e che esporta all'estero , approdata in Borsa ad agosto 2019 e con ricavi che, nei 9 mesi, sfiorano i 76 milioni parla a SustainEconomy.24, report di Radiocor e Luiss Business School, del business model, ma anche di un cinema sempre più short e in streaming e della sua idea di sostenibilità.
Nel 2020, un anno difficile, avete messo a segno risultati importanti che sembrano dare ragione al vostro modello di business. Qual è il bilancio?
«Nel 2020, a marzo, quando è scoppiata la pandemia non avevamo le idee chiare, stavamo girando live action che abbiamo dovuto interrompere ma poi, ad agosto siamo stati tra i primi a riportare star internazionali in Italia e siamo riusciti a recuperare quello che avevamo perso nella prima fase. Ma al tempo stesso, con la live action bloccata, la pandemia ha avvantaggiato il business legato all'attività di serie animate in virtù della continua richiesta di contenuti da parte delle piattaforme. Non eravamo preparati allo smart working ma ci siamo organizzati rapidamente – e ancora oggi lo siamo – e abbiamo aumentato la produzione. E le nostre Ip (Intellectual Properties) hanno scalato le classifiche di Netflix e Apple Tv e abbiamo potuto aumentare le commesse. Siamo una società rivolta soprattutto allo streaming, noi non facciamo produzioni da box office, e, quindi, il Covid, il blocco del live action, il successo delle Ip hanno creato una situazione favorevole alla nostra azienda».
Anche il 2021 è partito bene con accordi importanti ma quali saranno i progetti su cui pensate di puntare?
«Visto che questo nuovo format di serie animate short content da 5 minuti, come Puffins e Arctic Friends sta andando molto bene, penso di intensificare questa produzione. Abbiamo di proprietà altre 7 Ip e siamo in lavorazione con altre. Ci stiamo dirigendo sempre più verso un'animazione family ed education: vogliamo lanciare messaggi subliminali dove il bambino impara un valore senza voler fare una lezione. Insegniamo ai giovanissimi i valori e mandiamo messaggi sull'ambiente, l'amicizia o il bullismo. Ogni episodio contiene un messaggio educativo in un contesto di azione. Poi nel 2021, oltre alla produzione di serie animate, abbiamo in realizzazione tantissimi film italiani in lingua inglese con maestranze e forza lavoro interamente italiani, cui aggiungiamo elementi hollywoodiani: attori e cast di fama internazionale (da Johnny Depp a John Travolta e Morgan Freeman, ndr) coscrittori e coregisti internazionali e questo fa sì che il prodotto al 100% italiano venga venduto in tutto il mondo e possa competere con le major. Nei piani finanziari dei nostri film l'Italia vale il 3% in termini di riorno; noi spendiamo il 100%, o quasi, del budget in Italia ma i nostri ricavi vengono generati solo per il 3% in Italia perché il 97% viene da distributori internazionali; siamo una società che fa export. Sintetizzando sarà un anno forte nella produzione dell'animazione ma anche molto forte nella produzione del live action».
Ma puntate anche su altre linee di business?
«Un'altra linea di business che abbiamo attivato da poco è il service per conto terzi: abbiamo sviluppato una nostra proprietà intellettuale per le nostre serie e ci siamo resi conto che potevano essere anche una risorsa in termini di licensing. L'abbiamo avviata in Serbia dove abbiamo aperto due studi di produzione e lì abbiamo sperimentato questo nuovo business model. Quindi ci aspettiamo commesse per la parte service. Poi abbiamo una subsidiary ‘Red Carpet' con cui facciamo attività di Celebrity management portando grandi star di Hollywood o dello sport in tv; e se nel 2020 si è limitata a star nazionali invece, quest'anno, per questa attività abbiamo vari ordini e stiamo ripartendo bene. Poi vogliamo rafforzare l'attività di post produzione e delivery, svolta da Arte Video che è anche official encoding house di importanti piattaforme e ha registrato un forte aumento grazie all'accelerazione dello streaming. In conclusione quest'anno vediamo tutto in crescita».
Per un'azienda come la vostra come si declina l'attenzione ai temi della sostenibilità?
«Le serie di animazione hanno una grande influenza sui bambini e i cartoni animati possono avere un impatto nella crescita. La sostenibilità che io vedo è nel fare prodotti family assolutamente educativi per i bambini. E infatti stiamo anche portando avanti una collaborazione per inserire nei Puffin messaggi positivi e sani principi. Finora ci eravamo dedicati ai temi dell'ambiente ma ora, visto che facciamo centinaia di episodi, ci siamo detti di diversificare e dare in ogni blocco di episodi un messaggio diverso. Quindi la sostenibilità in quello che facciamo è nel messaggio che cerchiamo di dare, come nel caso della produzione del film "Women Stories", progetto, tutto al femminile, prodotto in collaborazione con la società di produzione non-profit per la parità di genere "We do it Together". Quindi tendere sempre ad avere un messaggio social impact. La sostenibilità è nelle storie e in quello che raccontiamo».
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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