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Igort: «La mia Napoli metafisica in un noir»

Parla Igort, fumettista e romanziere che approda per la prima volta al cinema. “5 è il numero perfetto” con protagonista Toni Servillo è in gara alle Giornate degli Autori e da oggi nei cinema

di Cristina Battocletti

2' di lettura

Come in uno dei suoi fumetti Igort è atterrato alla Mostra del cinema di Venezia con il suo primo film “5 è il numero perfetto” e plaf è subito in sala.

Disegnatore notevolissimo, pluritradotto e romanziere, Igor Tuveri, in arte Igort, si è cimentato per la prima volta come regista di un noir, che passa oggi alle Giornate degli autori.

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Il pungolo è stato Toni Servillo, protagonista dell’adattamento sul grande schermo dell’omonima graphic novel , uscita per Conconino e concepita nel periodo in cui Igort viveva in Giappone. La storia aveva ricevuto diverse opzioni anche da registi di peso ed è stato proprio Servillo a suggerire a Igort di cimentarsi sul grande schermo, accompagnandolo, assieme alla bravura di Valeria Golino e Carlo Buccirosso.

Grandi attiori che si destreggiano in un mondo di malaffare e di perdenti, in cui però trionfa la dignità in una Napoli non conenzionale.

Il numero perfetto di Igort

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«Napoli è la quintessenza della maschera italiana, con una spiccata componente di sofferenza, dolcezza e ironia e la forza di un sogno. Quella che ritraggo in questo film è una città metafisica, piovosa e magica, il Vesuvio inserito in un quadro di De Chirico, una città decadente come la narrò Anna Maria Ortese. »

E Igort per farle un omaggio riesce a cimentarsi in un linguaggio diverso da quelli usati fino ad ora.

«Il cinema è una macchina meravigliosa che ipnotizza, è un'enorme orchestra di grandi solisti . Si impossessa in maniera rapace della vita di una persona, occupando spazi e tempi, creando strane famiglie e riti di riconoscimento. Ho cercato di restituirla, anche grazie al direttore della fotografia, Nicolaj Brüel, con cui ci siamo intesi come se fossimo stati divisi alla nascita. Vi è una forte potenza cromatica: c’è un giallo onirico, molto verde e i colori notturni. Ho usato diversi filtri, tenendo sempre come riferimento il cinemaScope e i maestri del cinema italiano, padri dell’artificio: Fellini, Antonioni e Leone».

In Igort si intrecciano una vertigine di equilibrismi letterari, da Simenon a Čechov; teatrali, da Viviani a Eduardo; cinematografici, da Leone a Scorsese.

“5 è il numero perfetto” è infatti un noir, ambientato negli anni Settanta, ma anche un western, dove le vittime cadono a terra quasi danzando, un gangster movie, in cui Servillo è un uomo malinconico, vissuto al buio di se stesso, che in una capriola dolorosa e tragica compie un percorso circolare parallelo al film.
«È la saga di un mondo di gregari, di boss di serie b, «scritta per stanze, come a teatro. Allacciandomi a Tennessee Williams o ai racconti di Alice Munro, in cui cerco di mettere il massimo della vita sospesa».
La vicenda è resa con un’estetica rétro che ricorda Aki Kaurismaki, ma Igort si schermisce. «È uno dei miei autori preferiti, ma lui è minimalista e delicato, mentre io sono più epico»

Oggi uscirà in libreria anche “il dietro le quinte” con molto materiale inedito sul film per la casa editrice, di cui è il direttore editoriale, Oblomov - La nave di Teseo.

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