Mobili multifunzione

II letto allargato e diventa un altro divano (per lavorare)

Testiere e sostegni più alti, solidi e accoglienti per rispondere all’esigenza di chi durante il giorno lo usa anche come ufficio

di Giovanna Mancini

Letto Gregory di Antonio Citterio per Flexform

3' di lettura

Sono strani tempi, quelli in cui viviamo. Mentre un’intera generazione di giovani (e meno giovani) se ne sta sdraiata sul divano di casa, priva di motivazioni e interessi, un’altra di meno giovani (e giovani) preferisce mettersi invece seduta sul letto, a studiare e lavorare. In genere perché il divano è occupato. Così come le sedie della cucina o del soggiorno.

No, non sono più i tempi in cui il letto era simbolo dell’indolenza, dell’indugiare nel tepore protettivo delle coperte, prima di affacciarsi alla frenesia del giorno e della vita. Oggi la camera da letto – unico angolo di intimità rimasto in case dove troppe persone trascorrono troppo tempo – è la nuova stanza della concentrazione e della produttività, salvaguardata spesso dall’unica porta rimasta tra i vari ambienti (con l’esclusione del bagno, va da sé). Mai come nell’ultimo anno le persone, complice la diffusione dello smartworking, hanno sentito l’esigenza di trovare una stanza separata dalle altre, chiusa, protetta dai rumori e dalle distrazioni provenienti dal resto della famiglia.

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Volare Due di Roberto Lazzeroni per Poltrona Frau

«Già da tempo il letto non era più soltanto un posto dove dormire, ma il Covid ha accelerato questo fenomeno, come è accaduto per molte altre dinamiche – osserva Massimiliano Messina, presidente di Flou, storico marchio di Meda specializzato nella produzione di letti e materassi –. È diventato un oggetto da vivere anche durante il giorno, come un appoggio o persino un vero e proprio ambiente di lavoro». Una trasformazione che si rispecchia nelle proposte delle aziende, con letti concepiti sempre più spesso con «una logica da divano», sintetizza Messina.

Le testiere si allungano, si allargano e si incurvano, si aprono in nicchie in cui appoggiare libri o dispositivi elettronici, lampade e oggetti. Si fanno più accoglienti e solide, per poterci sorreggere durante la lettura o la scrittura. E poi cambiano i materassi, che diventano più alti, con strutture interne complesse, caratterizzate da una maggiore progressività ergonomica. Devono essere in grado infatti di adattarsi a pesi specifici differenti nell’arco della giornata: distribuiti in lunghezza di notte, quando il corpo è disteso, e concentrati su un unico punto, quando ci troviamo seduti.

Atoll di Antonio Citterio per B&B Italia

Questo cambia anche le forme della struttura dei letti stessi: se la “testa” e la “pancia” si ingrandiscono, la base invece si assottiglia, per compensare il volume di materassi alti fino a 35 centimetri ed evitare quell’effetto da «letti della nonna» o delle case in montagna di una volta, in cui talvolta serviva persino una scaletta per riuscire a salire. A questo concetto risponde Taormina, il nuovo letto che Flou presenterà a breve, pensato proprio per accogliere materassi di grande volume. L’azienda ha anche lanciato una serie di accessori per questi letti-divano (da non confondere con i divani-letto), come Jacket, un rivestimento da mettere sul letto per proteggere le lenzuola durante il giorno.

Tutti i principali brand del design si muovono in questa direzione, cercando di coniugare la ricercatezza estetica con le nuove funzionalità associate a questi oggetti. Flexform ad esempio ha lanciato il letto Gregory, declinazione dell’omonimo divano, sempre ideato da Antonio Citterio, che unisce un sottile telaio in metallo su cui si intrecciano elegantemente sottili fasce in cuoio. My Night di Lema, di Gabriele e Oscar Buratti, si caratterizza per la forte presenza volumetrica del materasso, contrastata dall’essenzialità minimale del pianale, ridotto a un foglio sottile che galleggia sul pavimento. Volumi minimi per la base ma testate generose e accoglienti anche per Atoll di B&B Italia (anch’esso di Citterio), Landa di Calligaris o Gentleman di Poliform (design Marcel Wanders), o Ricordi di Zanotta (Spalvieri&Del Ciotto), la cui testiera rimanda alla forma delle lenzuola appese a un filo e lasciate al vento ad asciugare.

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