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Ikea prende palla, dopo il (bel) passaggio di Ronaldo agli Europei di calcio

Dopo la querelle tra Ronaldo e Coca Cola a Euro 2021, Ikea lancia la nuova bottiglietta d’acqua “Cristiano”. L’azienda svedese è “sempre sul pezzo”

di Marcello Frisone

Il Ceo del futuro. Intervista a Giuseppe Stigliano

4' di lettura

Se Ikea incrementerà le vendite grazie alla sua nuova bottiglietta d’acqua “Cristiano” (quella che prima era chiamata Korken) sfruttando la “querelle” Ronaldo-Coca Cola è tutto da vedere. Di certo quello che è emerso, ancora una volta, è che l’azienda svedese è “sempre sul pezzo”, capace cioè di sfruttare una buona campagna di real time marketing. Ma vediamo meglio cosa è successo (non solo nel caso Ronaldo-Coca Cola).

Europei di calcio 2021

Cristiano Ronaldo, il fondamentale centravanti della nazionale portoghese e (si dice forse meno) della Juventus, durante una conferenza a Euro 2021 ha spostato 2 bottigliette di Coca Cola che aveva davanti a sé togliendole dall’inquadratura delle telecamere e suggerendo di consumare invece acqua. Il giorno dopo le azioni del colosso Usa del beverage hanno perso in Borsa, in poche ore, circa l’1,6% del loro valore per un totale di circa 4 miliardi di dollari. Attento ad allenamenti e alimentazione, Ronaldo in una recente intervista aveva parlato del figlio, Cristiano Junior: «Ha potenziale, ma mangia patatine e beve Coca Cola. Una cosa che a me non piace e lui sa che quando lo vedo mi innervosisco».

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Tra i due litiganti, il terzo...

Nella querelle tra 2 mega-marchi (Coca–Cola e, appunto, CR7) si è inserita Ikea. L’azienda svedese ha infatti lanciato su Instagram la sua “nuova” bottiglia per l’acqua, chiamandola appunto «Cristiano» con la didascalia che recita «Può contenere solo acqua» al prezzo di 1,99 dollari. Nulla di nuovo: è la classica bottiglia di vetro che Ikea vende da anni (la Korken) ma con cui ha voluto giocare modificandone il nome con una mossa di real time marketing che è da sempre un valore aggiunto per chi gestisce le pagine dei social del’azienda svedese.

Cos’è il real time marketing

In pratica, un’azienda risponde prontamente a eventi esterni (come appunto ha fatto per esempio Ikea nella querelle Ronaldo-Coca Cola). Scopo del brand è quello di essere reattivo sui fatti del momento e il “chiacchiericcio” che ne deriva (il cosiddetto buzz) per ottenere visibilità e consenso. Quale caso migliore per Ikea (sempre pronta a questo tipo di attività) se non quello scatenato da Ronaldo?
Fare real time marketing è quasi impossibile da programmare: si basa su monitoraggio, creatività e tempismo: insomma, le aziende devono essere “sempre sul pezzo”. Quindi, bisogna prestare grande attenzione agli argomenti che diventano trend topic e grazie alla viralità naturale dell’argomento l’azienda potrebbe ottenere grande visibilità. Occhio però agli “inciampi”.

Come inzuppare il biscotto Oreo al «buio»

Un “must” di real time marketing è forse quello dei biscotti Oreo, sempre citato nei master di digital specialist. I fatti: durante il Super Bowl (la finale del campionato della National football league, la lega professionistica statunitense di football americano) del 4 febbraio 2013 si è verificato un black out che ha oscurato parte dello stadio Superdome di New Orleans. Ciò ha portato a una sospensione della partita per ben 34 minuti. Tempestivo l’ufficio “social” della società americana: alle 20:48 sull’account ufficiale Twitter di Oreo è comparso il post: “Power out? No problem!” (Manca la corrente? Nessun problema!). Il post è stato accompagnato da un’immagine con slogan che recitava: «You can still dunk in the dark» («Puoi ancora inzuppare al buio»).
Successone di condivisioni del tweet (retweet). La trovata è stata particolarmente efficace anche per il fatto che molti utenti erano su Twitter proprio per commentare il black out durante la partita.

Dalla birra Ceres ai frigoriferi abbandonati

Quello della birra Ceres è un altro esempio di come creare campagne real time marketing di successo. Il marchio danese è infatti noto per aver sfruttato in maniera abile i social network in più occasioni, lanciando precisi messaggi. Il più delle volte, si è trattato di elementi “visual”, come immagini, accompagnate da slogan o frasi giocose irriverenti. Per esempio, nel periodo in cui si parlava parecchio sia in tv sia sui giornali del finto sequestro di Lapo Elkann, Ceres ha deciso di postare su Facebook una foto la cui didascalia recitava così: «Ceres. Il gusto che ti rapisce» in cui si fa scherzosamente riferimento alla notizia di cronaca.
Un altro noto esempio di presa di posizione della Ceres sui social è avvenuto in concomitanza con la questione dei “frigoriferi abbandonati” sollevata dal sindaco di Roma Virginia Raggi. Il post, stavolta pubblicato su Twitter, esorta scherzosamente a riempire i frigoriferi con bottiglie di birra invece di abbandonarli per strada.
Un’altra più recente (causa purtroppo pandemia ) è quella dell’agenzia funebre Taffo. I suoi post giocano spesso “border line” con il politically correct. Una foto di una pila di bare la cui didascalia recita: «Non vaccinatevi, siamo pronti anche ad un’epidemia». Insomma, non hanno quasi mai un visual complesso ma la forza sta nel messaggio espresso, senza paura di cavalcare anche argomenti delicati come la politica.

Gli inciampi

Sebbene esistano diversi casi di successo, anche nel real time marketing ci sono stati insuccessi. Tra gli esempi negativi, il caso di Groupalia. L’azienda è divenuta nota tra gli utenti del web in occasione di un tweet infelice postato circa 1 ora dopo il terremoto avvenuto in Emilia (maggio 2013). Il tweet di Groupalia recitava: «Paura del terremoto? Scappiamo a Santo Domingo!». Resasi conto dell’errore commesso, Groupalia ha quasi subito cancellato il post da Twitter, scusandosi poi ufficialmente. Tutto è stato però inutile: l’hashtag #groupaliaFAIL era diventato, in pochissimi minuti, l’argomento più popolare e discusso su Twitter ma anche sugli altri social network.

Riproduzione riservata ©
  • Marcello FrisoneRedattore

    Luogo: Milano

    Lingue parlate: Italiano, inglese, francese

    Argomenti: Digitale-Sport-Risparmio-Finanza-Norme-Tributi

    Premi: 31 marzo 2017 - Menzione d'eccellenza giornalista economico al premio Loy, banking and finance award

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