ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLo studio Pgim Investments

Il 51 % dei selezionatori di fondi sceglie il reddito fisso

L’analisi della società americana esamina le scelte di 210 fund selector in Europa, Regno Unito e Asia con un patrimonio in gestione di almeno un miliardo di euro

di Isabella Della Valle

(Adobe Stock)

3' di lettura

Occhi puntati sul reddito fisso nei prossimi 12 mesi. È il messaggio forte e chiaro che si legge nell’ultimo studio “Gatekeeper Pulse” di Pgim Investments (gruppo Prudential), condotto tra i selezionatori di fondi europei e asiatici: per il 51% di loro è l’asset class da preferire. L’analisi della società patrimoniale americana ha esaminato le attitudini di investimento di 210 gatekeeper (selezionatori di fondi) del Regno Unito, dell’Europa continentale e dell’Asia presso grandi istituzioni finanziarie globali, tutti con un patrimonio in gestione di almeno 1 miliardo di dollari.

Le previsioni

La maggioranza dei selezionatori di fondi prevede per il prossimo anno uno scenario all’insegna dell’incertezza, complice la dinamica dell’inflazione e della politica monetaria, mentre è leggermente pessimista sulle prospettive dell’economia globale stimando un aumento della volatilità sull’azionario. In tutto questo, comunque, lo stile di gestione attivo è sempre da preferire su tutte le asset class. Andando più nel dettaglio dello studio emerge che all’interno del 51% di coloro che si orientano sui bond, il 58% ha indicato l’intenzione di aumentare le allocazioni, mentre soltanto il 7% intende ridurle. Inoltre per i prossimi 12 mesi si nota un notevole divario tra la propensione ad andare verso il reddito fisso rispetto quella di indirizzarsi sul private equity, per il quale le preferenze si attestano al 17%. Si ferma, invece, al 14% la percentuale di fund selector che intende posizionarsi sull’azionario.

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Il reddito fisso tra green bond e debito sovrano

All’interno del reddito fisso, a sua volta, la metà degli intervistati intende incrementare le posizioni in green bond e nel segmento dei bond investment grade, mentre il 43% si orienterà sul debito sovrano. Tra le ragioni principali del probabile aumento del posizionamento sul reddito fisso, i fund selector hanno citato le aspettative di un picco dei tassi di interesse e di un raffreddamento delle pressioni inflazionistiche. Matt Shafer, responsabile della distribuzione internazionale di Pgim Investments spiega così il maggior ottimismo dei gatekeeper nei confronti del settore obbligazionario. «La rinascita del reddito fisso è innegabile e la domanda di questa asset class continua a crescere presso i nostri investitori – afferma –. Mentre i tassi d’interesse sono rimasti per più di un decennio a livelli bassissimi, il nostro team d’investimento di Pgim Fixed Income prevede che i tassi dei mercati sviluppati vivranno un periodo prolungato in un range tradizionale di lungo termine del 3-5 per cento».

Il segmento investment grade

Secondo Shafer, inoltre, se questo scenario dovesse concretizzarsi, è possibile che i rendimenti che si possono ottenere sul segmento investment grade si possano aggirare intorno al 5%, con rendimenti che potrebbero anche superare questo livello all’interno dei settori con un maggior grado di rischio. «Con la maggior parte dei rialzi dei tassi ormai nello specchietto retrovisore – prosegue l’esperto –, potremmo anche assistere a una riduzione della volatilità del reddito fisso e al riemergere della caccia al rendimento, che può fornire un ulteriore impulso alla performance delle strategie obbligazionarie».

L’azionario

Dal fronte dell’azionario, il 51% dei gatekeeper per i prossimi 12 mesi propende per l’azionario globale, ma si percepisce un ritorno di attenzione anche verso l’azionario emergente, Cina esclusa. Su quest’area geografica il 44% degli intervistati ha, infatti, intenzione di incrementare le posizioni. Analogamente a quanto rilevato nel comparto obbligazionario, i gatekeeper sembrano avere una maggiore fiducia nei confronti dei mercati locali, con il 65% dei fund selector asiatici che intendono incrementare le posizioni in azioni dell’Asia-Pacifico, mentre soltanto il 41% di quelli europei prevede di aumentare l’esposizione nella regione. Infine, il 39% dei gatekeeper europei potrebbe aumentare le posizioni azionarie europee, mentre tra i selezionatori asiatici lo farà soltanto il 24 per cento.

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