Il Banco di Desio alla conquista della Sardegna
L’istituto brianzolo può oggi contare sull’isola sulle 13 delle 48 filiali che ha recentemente rilevato dal Banco di Sardegna e Bper
di Davide Madeddu
3' di lettura
Dalla Brianza all’isola, passando per Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Toscana. Il Banco di Desio sbarca in Sardegna e comincia a lavorare con le sue nuove 13 filiali seguendo un cammino già tracciato e in cui si punta alla crescita e all’espansione nei territori. Le nuove sedi, che sul territorio regionale portano l’insegna dell’istituto di credito brianzolo, fanno parte del pacchetto di acquisizione di 48 nuove filiali da Bper e Banco di Sardegna. Un’operazione «significativa e importante» che va a interessare un’ottantina di dipendenti distribuiti in diverse strutture operanti nell’intero territorio regionale.
«In Sardegna non c’è stato alcun taglio – premette Alessandro Decio, direttore generale e amministratore delegato del Banco di Desio – e le persone che sono arrivate sono nuovi preziosi collaboratori». Sono stati proprio i dipendenti a gestire il passaggio anche dei clienti da un istituto all’altro. E la prospettiva è positiva dato che guarda a nuovi inserimenti in organico, puntando proprio sullo sviluppo nei territori e sulla crescita.
Giudicato significativo anche il volume economico. «Al 21 aprile 2023 il totale attivo era di oltre 242 milioni, la raccolta diretta di 334 milioni, e invece quella derivante da strumenti finanziari 127 milioni circa – dice ancora Decio -. L’operazione Bper-Banco di Sardegna ci ha permesso di crescere di circa il 20 per cento sia se per quanto riguarda il numero di filiali (che ora sono 280 nei territori in cui siamo presenti) sia per la raccolta».
Un tassello importante in uno scenario nazionale in cui anche le 13 sedi sarde assumono un peso significativo. «Il nuovo ingresso – sottolinea il manager – consolida la presenza a livello nazionale, soprattutto perché consente l’ingresso al Sud e nelle isole dove la banca non era presente». Non solo. «Ci ha fatto piacere trovare entusiasmo anche nei colleghi che sono passati da Banco di Sardegna a Banco Desio e che – dice – per certi aspetti hanno potuto continuare ad essere servizio di prossimità per i clienti così com’è anche nella filosofia di Banco Desio».
Ora il nuovo corso, con l’ingresso nella regione che viene definita «molto interessante e con potenzialità importanti sul fronte dell’economia legata alla ricettività e al turismo, ma non solo».
Il manager sottolinea anche i punti di forza della struttura: «Quando si subentra in un territorio dove era presente un istituto ben radicato come il Banco di Sardegna bisogna conquistare la fiducia dei clienti. Ci siamo anzitutto impegnati per minimizzare i disagi tecnici e operativi legati a questo passaggio per poter garantire continuità nel servizio ed efficienza. Abbiamo trovato sportelli che hanno capacita di supportare crescita. Vogliamo cercare di dare ai colleghi la prospettiva di continuare quel progetto. E crediamo di poter essere una buona casa per nuovi clienti». In Sardegna, in fondo, viene applicata la stessa filosofia che ha permesso al banco di Desio di crescere in altre aree . «Facciamo della presenza sul territorio e del rapporto in filiale il nostro vanto che cercheremo di portare anche in Sardegna – aggiunge il manager –, dove, sicuramente il rapporto fiduciario con il proprio consulente nella filiale di riferimento deve rimanere».
Quanto ai destinatari della nuova presenza, il direttore generale non ha dubbi e guarda a un panorama di ampio raggio. «Sicuramente guardiamo alle famiglie ma anche alle imprese che sono presenti in Sardegna che ai quali cercheremo di fornire il massimo del servizio sia con le modalità della digitalizzazione sia con la presenza e il supporto di tutti i nostri colleghi». Presenza e digitale, due binari per una nuova sfida che punta alla «soddisfazione massima del cliente». E sarà sempre una scelta dei clienti quella di «decidere se andare sulla piattaforma oppure rivolgersi direttamente agli sportelli dove troveranno comunque l’assistenza richiesta». C’è poi la prospettiva che mette assieme risorse pubbliche importanti destinate a diventare una leva per il rilancio dell’economia anche sostenendo nuove attività improntate alla sostenibilità e alla transizione energetica. Non a caso proprio nell’isola alle opportunità offerte dal Pnrr si sommano anche quelle del Just transition fund che solo per una fetta dell’isola vale oltre 300 milioni di euro. «Questo è un tassello importante, il Pnrr darà nuovo stimolo a tutte quelle regioni che puntano sull’economia legata al mare e su questo ci faremo trovare pronti al servizio delle imprese per cogliere questa grande opportunità. Stiamo già studiando soluzioni per accompagnare i nostri clienti al fine di usare al meglio i fondi europei - conclude -. Gli investimenti pubblici sono importanti perché fanno da traino a quelli dei privati».
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