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Il Barbarossa, un architetto d'Iseo ed il palazzo pubblico di Anagni

Nella città ernica Anagni oltre a rimanere stupiti dagli affreschi medioevali della cripta della cattedrale, ci si meraviglia davanti al Palazzo Comunale

di Gioacchino Giammaria

2' di lettura

Ad Anagni, oltre a rimanere stupiti dagli affreschi medioevali della cripta della cattedrale, ci si meraviglia davanti al Palazzo Comunale, che nella città ernica è chiamato Palazzo di Jacopo da Iseo. Qualcuno si domanda del collegamento tra la florida cittadina lombarda con la medioevale Alagna (secondo l'accezione dantesca).

Federico I Barbarossa

Tutto comincia con Federico I Barbarossa che vuole restaurare in Italia il potere imperiale, sottomettere le ricche città italiane e il papa. Questi si alleano e ne segue la rovinosa sconfitta imperiale a Legnano. In questo contesto si colloca Jacobus de Yseo, probabile membro delle delegazioni dei comuni lombardi presso il papato. Poi, nel 1163, l'anagnino Orso Caetani dà quattro libbre di provisini «pro opere aedificationis palacii rationum Comunis Anagne» all'architetto Jacobus de Ysei per la costruzione del Palazzo della Ragione.

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Broletto

Ad Anagni oggi si vede un broletto, si legge il nome dell'edificio molto diffuso nell'area lombardo-veneta, si sente parlare dalla ricerca storico-edilizia di sistemi di misurazione misti, romani e longobardi; tutto ciò ci fa pensare anche ad un'opera eretta da uno dei tanti “mastri” muratori comacini che hanno trovato lavoro e gloria in tante regioni meridionali. Il complesso architettonico è quindi la trasposizione di un edificio concepito per il clima del nord Italia ad una città a prevalente clima mediterraneo. Infatti, l'imponente palazzo è caratterizzato da un grandioso portico su cui sorge una altrettanto vasta Sala della Ragione: nel portico si svolgono attività pubbliche e private mentre nella Sala solo funzioni pubbliche: è il luogo dove si raduna il Consiglio Grande e Generale della Città, si tiene tribunale amministrando la giustizia.Il portico è composto da muri misurati alla romana ed alla longobarda (come denunciano i piedi e la spanna usati); una parte dei setti murari erano preesistenti e sono stati reimpiegati per costruire un asimmetrico porticato e dare una certa regolarità ai due blocchi di edifici da cui scaturì un'unica costruzione.

Le molte trasformazioni

Edificio che subirà molte trasformazioni, aggiunte, lavori di miglioria e adattamento degli ambienti. Sin dalle origini il palazzo è dotato di una cucina, elemento impensabile in un palazzo civico oggi, ma ieri fondamentale per coloro che ci vivevano giorno dopo giorno: i capi della città ma anche il papa e sua corte quando erano in Anagni; ci hanno abitato anche magistrati e governatori. Le attività fondamentali che vi si svolgevano sono quelle espresse dagli organi di governo cittadino e governativo e degli organi giudiziari. Nel palazzo, nel corso dei secoli, c'è stato di tutto: oltre a quanto accennato, i locali sono stati impiegati come scuola, forno pubblico, stalle, cantina, sala di tortura, carcere, magazzini, ufficio postale, caserma per militari e polizia, teatro, sala per mostre ed esposizioni, e così via. I corpi principali aggiunti sono stati costruiti sul prospetto principale con la Sala delle Trifore, una loggia coperta ed un grande scalone successivamente demolito per costruirvi un carcere. Nel secolo XIX, per le aumentate esigenze, si dovette acquistare un edificio adiacente, adibito prima a caserma dei Carabinieri, poi ad uffici comunali (nel frattempo aumentati a dismisura).Di questo edificio, l'unico conosciuto dell'altrimenti poco noto Jacopo da Yseo, e di questo architetto si parla nella cittadina sull'omonimo lago, a fine luglio in un apposito convegno.


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