Global Wellness Summit

Il benessere genera il 5,3% del Pil mondiale: e in Italia è boom per Spa e turismo «wellness»

di Marika Gervasio

La Spa del Four Seasons Bora Bora in Polinesia

4' di lettura

CESENA - Con un business totale di oltre 18 miliardi di dollari l’Italia si piazza nella top ten mondiale dei Paesi nel settore del turismo del benessere, Spa e terme. Il dato emerge dal “2018 Global Wellness Economy Monitor” dell’ente no-profit Global Wellness Institute presentato durante il 12° Global Wellness Summit, l'evento di riferimento per il settore wellness a livello mondiale, che per la prima volta si è tenuto in Italia al Technogym Village di Cesena nel cuore della Wellness Valley.

Un settore, quello del benessere, che a livello globale si conferma come uno tra quelli più in salute e a maggiore tasso di crescita: più di 4.220,2 miliardi di dollari nel 2017 con una crescita media annua del 6,4% dal 2015, quasi il doppio rispetto alla crescita economica globale (+3,6%), e un peso del 5,3% sull'economia mondiale.

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Del valore totale globale, 3.224 miliardi di dollari riguardano cosmetica, alimentazione, fitness, salute pubblica e medicina. Il resto, 996,2 miliardi, si divide tra turismo, spa, terme, immobiliare e corporate - cioè il benessere sul posto di lavoro -, i segmenti in cui l'Italia eccelle e che rappresentano, a livello mondiale, i driver con il maggior potenziale di sviluppo: si prevede infatti che dal 2017 al 2022 il real estate registrerà un incremento dell'8% (+6,4% nel 2017), il benessere sul posto di lavoro salirà del 6,7% (+4,8% l'anno scorso), il turismo crescerà del 7,5% (+6,5% nel 2017), mentre il business delle spa, che l'anno scorso ha registrato l'incremento maggiore con un +9,8%, in 5 anni metterà a segno un +6,4% e quello delle terme un +6,5%.

«Una volta il rapporto con il benessere era occasionale: si andava in palestra o a fare un massaggio, ma questo approccio sta cambiando velocemente lasciando il posto a uno stato mentale impostato sul wellness che coinvolge molti aspetti della vita quotidiana dal cibo all'attenzione per il benessere di corpo e psiche per ridurre lo stress, ma anche verso l'ambiente - commenta Katherine Johnston, ricercatrice senior del Global Wellness Institute (Gwi) -. Per la maggior parte delle persone la ricerca del benessere non è più una pratica sporadica, ma quotidiana, essenziale. Non è più un lusso , ma un valore dominante del proprio stile di vita».

In questo contesto l'Italia si posiziona tra i primi dieci Paesi al mondo tra turismo, centri benessere e terme. In particolare, per quanto riguarda il fronte turistico, ci classifichiamo al decimo posto con un fatturato totale di 13,4 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 11 miliardi del 2015, con 13,1 milioni di viaggi e circa 150mila persone impiegate, mentre il mercato mondiale ha chiuso il 2017 con ricavi per 639,4 miliardi, in crescita del 6,5% (media annua dal 2015 al 2017), più del doppio dell'incremento del turismo in generale. Siamo sesti nel mondo, invece, con 3,2 miliardi, in crescita del 32% annua rispetto al 2015, per quanto riguarda le Spa, con quasi 4mila strutture che impiegano 83 mila persone; e quinti nelle terme con 1,7 miliardi e 768 centri, dopo Cina, Giappone, Germania e Russia.

Il settore immobiliare legato al wellness, che include progettazione, materiali e servizi, è in veloce incremento a livello globale, in linea con il grande sviluppo del trend del wellness fra i consumatori sempre più attenti alla propria salute. Il mercato vale 134,3 miliardi di dollari con oltre 740 progetti immobiliari legati al wellness in 34 Paesi. L'Italia si posiziona al 16° posto mondiale nel comparto con un fatturato totale di oltre un miliardo. Quanto al corporate wellness, il settore vale 47,5 miliardi di dollari, ma il dato è ancora estremamente basso rispetto al massiccio impatto economico che potrebbe avere in termini di maggiore produttività. Si stima infatti che la perdita di produttività legata a malattie e demotivazione sul lavoro sia pari al 10-15% del valore dell'economia mondiale. Oggi solo il 9,8% dei lavoratori a livello mondiale sono interessati, in qualche forma, da programmi di wellness aziendale. L'Italia si posiziona al settimo posto a livello mondiale con ricavi per 1,6 miliardi e 9,3 milioni di lavoratori coinvolti.

«Con l'aumentare dell'età, delle malattie croniche e dello stress non potrà che aumentare - aggiunge un'altra ricercatrice senior del Gwi, Ophelia Yeung – e crediamo che i tre segmenti più dinamici del futuro saranno il real estate, il benessere corporate e il turismo. Ancora, tutti i segmenti del mercato del wellness diventeranno sempre più interconnessi per offrire soluzioni ed esperienze sul posto di lavoro, a casa e in viaggio».

Che è proprio quello che sta facendo Technogym: «Abbiamo lanciato il concetto di wellness oltre 25 anni fa, quando nel settore si parlava solo di fitness – commenta il suo fondatore e amministratore delegato Nerio Alessandri -. Nel corso degli anni il wellness ha cambiato il paradigma del settore, trasformandolo da un mercato di nicchia riservato a sportivi e appassionati ad un settore in grado di coinvolgere un pubblico molto ampio. Le persone sono nate per muoversi. Oggi rischiamo di morire di troppo riposo. Il wellness deve diventare un'abitudine quotidiana per questo abbiamo realizzato, qui a Cesena e in Romagna, la Wellness Valley, un ecosistema che coinvolge tutti, dalle istituzioni agli imprenditori, alla medicina, agli stakeholder fino ai cittadini, adulti e bambini, con iniziative dedicate alla prevenzione, all'educazione nelle scuole, allo sport nei parchi pubblici e un master universitario dedicato al wellness».

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