Il dopo Berlusconi: Mes, manovra, taglio cuneo e pensioni minime primi banchi di prova per Fi e maggioranza
Il 30 giugno alla Camera si discuterà la ratifica del meccanismo “salva-stati” sulla quale fin qui Forza Italia ha sempre mantenuto una posizione d'apertura a differenza di Fdi e Lega. In autunno dovrà essere definita la legge di bilancio e a quel punto si capirà se, senza il Cavaliere, gli “azzurri” avranno la capacità di imporre le priorità indicate dal loro leader negli ultimi mesi
di Marco Rogari
I punti chiave
3' di lettura
Che cosa cambierà nelle scelte del governo, oltre che negli equilibri della maggioranza, dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi? Giorgia Meloni si è affrettata subito ad assicurare: il centrodestra non litigherà. Già nelle prossime settimane si capirà se questo impegno potrà essere davvero mantenuto: il 30 giugno alla Camera si discuterà la proposta di ratifica del Mes, su cui la posizione di Forza Italia con Berlusconi alla guida è sempre stata “aperturista”, a dispetto delle frenate della Lega e della freddezza di Fratelli d'Italia. Un altro banco di prova sarà quello della manovra autunnale, che tra l'altro dovrà trovare le coperture per la riforma fiscale annunciata dall'esecutivo con la delega all'esame di Montecitorio. Una manovra alla quale i partiti della maggioranza guardano anche nell'ottica delle prossime elezioni europee. Il Cavaliere ha sempre indicato tra le vie maestre quella del taglio del cuneo, che è stata fatta propria dal governo, e dell'aumento delle pensioni minime fino a mille euro, sul quale però non tutti sembrano convinti nel centrodestra, anche a causa delle non infinite risorse a disposizione. Resta da vedere se chi in autunno si troverà nella cabina di comando di Forza Italia riuscirà a convincere palazzo Chigi ad adeguare gli assegni pensionistici più bassi come fece il Cavaliere in occasione dell'ultima legge di bilancio.
Le ultime indicazioni del Cavaliere
Nell'ultimo intervento in video del 6 maggio alla convention di Fi Silvio Berlusconi, seppure con una voce affaticata e il volto provato dalla malattia con cui stava lottando, aveva tracciato la rotta su cui si sarebbe dovuto muovere il suo partito nel percorso di avvicinamento alle elezioni europee del 2024. Una rotta che si traduceva anche in una serie di priorità sulle quali cercare di far convergere gli alleati del centrodestra e, quindi, il governo. Come la riduzione della pressione fiscale, il taglio strutturale del cuneo, l'irrobustimento delle pensioni minime, le corsie preferenziali per la realizzazione delle infrastrutture e la vocazione europeista.
Il nodo Mes
Il 30 giugno la Camera avvierà la discussione su Mes. E il governo, dopo aver temporeggiato a lungo, dovrà decidere se dare l'ok alla ratifica del meccanismo salva-stati. Un via libera su cui fin qui Forza Italia si è sempre dimostrata disponibile, seppure con alcuni accorgimenti, a differenza della Lega, che ha frenato a più riprese, e di Fdi. Dal partito di Giorgia Meloni sono continuamente emersi freddezza e scetticismo, con la Meloni tutt'altro che entusiasta dall'idea di dover recepire le richieste di Bruxelles. Nelle scorse ore, tra l'altro, un alto funzionario Ue ha fatto sapere che sulla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità l'Eurogruppo «rispetta il processo parlamentare italiano: siamo contenti che si avii».
La partita sulla manovra
Nella maggioranza è già partita la corsa per “imporre” nella manovra economica autunnale misure-bandiera che possano far breccia sull'elettorato ma che rischiano anche di minare i complicati equilibri di finanza pubblica. Per Berlusconi le priorità erano di fatto tre: alleggerire la pressione fiscale, facendola scendere progressivamente fino a quota 40%, rendere più marcato e strutturale il taglio del cuneo e irrobustire le pensioni minime (e anche quelle d'invalidità) dopo i primi ritocchi apportati con l'ultima legge di bilancio. Che hanno fatto salire gli assegni pensionistici bassi a 600 euro per gli over 75, ma per il solo 2023, e a poco più di 570 euro per gli over 60. Tre obiettivi difficili da centrare contemporaneamente. E su questo punto si misurerà subito il peso che avrà Fi nelle trattative pre-manovra dopo la scomparsa del Cavaliere.
Taglio cuneo e pensioni minime
Sempre con la manovra dovranno essere recuperate le risorse per rendere strutturale il taglio del cuneo per i lavoratori con redditi fino a 35mila euro che è scattato nei mesi scorsi. Alcune stime parlano di 10-12 miliardi. Ed è chiaro che, considerando anche le coperture da individuare per il decollo della riforma fiscale, diventerebbe difficile trovare anche i fondi per aumentare ulteriormente nel 2024 le pensioni minime. Quest'ultimo è stato considerato fino ad oggi una sorta di intervento-bandiera per Forza Italia. La manovra dirà se in autunno lo sarà ancora, anche senza Berlusconi.
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