Turismo

Il boom dell’estate non salva il bilancio 2021

di Enrico Netti

(ANSA)

4' di lettura

Un’estate spumeggiante grazie alle buone performance registrate nelle località marine e montane ma il sistema turistico non riesce ad agganciare i valori e le presenze pre pandemia. « Abbiamo avuto un’estate molto positiva, che non è finita e quindi dobbiamo ancora gestire quest’ultima parte dell’estate. Poi ci stiamo concentrando sull’inverno, perché vogliamo che ci sia un’ottima e perfetta stagione invernale - ha detto ieri Massimo Garavaglia, ministro del Turismo durante la visita al Salone del camper a Parma -. Tenendo conto che per tantissimi clienti stranieri del Nord Europa, quello che da noi, ottobre, è un mese freddo, per loro è agosto, abbiamo ancora una coda buona di estate da gestire».

Quella del 2021 si può considerare una stagione dimezzata, concentrata in una ottantina di giorni, con grandi difficoltà per albergatori e ristoratori nel reperire personale formato e un turismo straniero limitato a quello di prossimità che raggiunge spiagge e vette del Belpaese in auto. I dati di Bankitalia evidenziano a giugno il +53% della spesa dei turisti stranieri ma rispetto al giugno 2019 la perdita è vicina al 66%. Estate record per la Liguria che, secondo i dati presentati ieri da Giovanni Toti, presidente della Regione, ha ospitato 5,4 milioni di visitatori con un trend in crescita continuato anche a settembre grazie a un +33% degli stranieri in arrivo soprattutto da Germania e Svizzera. E ora punta all’allungamento della stagione.

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Proprio sulla destagionalizzazione punta Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria. «Quest’anno ci sarà e ci fa bene sperare perché tutti i gruppi organizzati sono confermati e le prenotazioni tengono - dice la presidente -. Mare e montagna sono andati alla grande e continuano così a settembre. Resta da capire se con i gruppi organizzati e i pochi stranieri riusciremo a tenere le strutture aperte per l’autunno».

«Dopo una partenza negativa abbiamo avuto un buon luglio, un ottimo agosto e un’ottima coda di settembre - rimarca Bernabò Bocca, presidente Federalberghi - ma nelle città d’arte il turismo latita ed è molto lontano dai livelli del 2019». Roma, Milano e Firenze continuano a soffrire a causa del tasso di occupazione delle camere più che dimezzato rispetto al passato a causa dello stop dei mercati nord americano, russo, cinese e giapponese». A complicare il lavoro le molte prenotazioni last minute «che arrivano giorno per giorno e rendono difficile pianificare l’attività oltre alla difficoltà nel reperire il personale» incalza Bocca.

Fabrizio Licordari, presidente Assobalneari (stabilimenti balneari) si dice moderatamente soddisfatto «nel contesto generale in cui molte attività stanno ancora soffrendo le spiagge hanno rappresentato il volano della ripartenza - ricorda Licordari -. Ci siamo appena lasciati alle spalle l’ultimo week end di stagione e con l’inizio delle scuole le presenze sono in calo. Mancano gli stranieri e per ritornare ai livelli pre pandemia serviva un altro 30-40% di presenze».

Massimo Caputi, presidente Federterme, guarda con un certo ottimismo alle prossime settimane. «Da fine agosto alla metà di settembre stiamo ricevendo più prenotazioni rispetto a quelle che ci aspettavamo considerato anche che per le terme l’alta stagione inizia ora - premette -. Siamo ancora lontani dai valori pre pandemia perché il comparto turismo tornerà a quei livelli molto probabilmente dal 2023». Un aiuto agli imprenditori è nel bonus terme «che sarà attivo dall’autunno in poi così ci aspettiamo numeri consistenti in quanto a presenze. Così chiuderemo il 2021 in ripresa per andare incontro ad un 2022 più soddisfacente».

Stagione molto difficile per i parchi a tema a causa di una partenza in ritardo e dell’obbligo del green pass introdotto all’inizio di agosto per i soli parchi tematici. «A luglio si sono registrati picchi di presenze allineati ai livelli del 2019 ma l’introduzione del certificato verde ha avuto un effetto deterrente scoraggiando gli ingressi - racconta Giuseppe Ira, presidente dell’associazione dei Parchi permanenti italiani e di Leolandia -. Gli associati ci hanno detto che in diverse occasioni i nuclei familiari rinunciavano se un membro o/e i minori tra i 12 e i 18 anni non erano vaccinati. Tra agosto e la prima metà di settembre stimiamo una perdita complessiva per il comparto del 35% rispetto allo stesso periodo del 2019 che diventerà del 50% se non ci saranno altri lockdown che aggraveranno la situazione delle aziende».

Insieme alle località del Garda Jesolo è una destinazione gettonatissima da tedeschi, svizzeri e austriaci. «La stagione ad oggi ha avuto percentuali al di sopra delle aspettative, con numeri che in alcuni momenti hanno toccato i valore pre Covid - racconta soddisfatto Alberto Maschio – presidente Associazione Jesolana Albergatori -. Abbiamo avuto una occupazione media alberghiera del 75%, con picchi da tutto esaurito nei fine settimana. Anche negli ultimi giorni si è registrata un buon livello di presenze». Nella cittadina veneta gli ospiti di lingua tedesca sono intorno al 50%, un risultato non scontato considerando la concorrenza di Spagna, Grecia e Croazia, mentre gli italiani sono il 45%.

Per quanto riguarda la montagna dopo un luglio penalizzato della condizioni meteo, Gabriella Morelli, dg dell’Ufficio regionale del Turismo della Valle d’Aosta parla di un agosto «mese di punta complici il tempo stabile e le temperature elevate con un settembre con discreti flussi fino all’avvio della scuola ma gli stranieri hanno numeri troppo limitati ma in aumento rispetto al 2020». Per finire Franco Carmelo Lentini, general manager dell’hotel Cristallo a Cortina d’Ampezzo segnala «Stiamo registrando il ritorno dei clienti provenienti dagli Stati Uniti, dagli Emirati Arabi oltre al ritorno degli ospiti dai paesi di prossimità come Austria, Germania, Francia, Svizzera. Il trend delle presenze è decisamente migliore rispetto a quello dell’estate 2020 ma non siamo ancora tornati ai numeri del 2019».

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