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Il cambiamento climatico e il futuro della globalizzazione

Tra i continui dibattiti sui valori “occidentali” o “cinesi” e le sempre più complesse politiche globali sul cambiamento climatico, le aziende sono fondamentali per affermare la lotta contro il cambiamento climatico come valore globale fondamentale

di Stefan Klebert

(LukaszDesign - stock.adobe.com)

3' di lettura

Nonostante i crescenti segnali di divisione dell’economia globale in blocchi politici e le grandi sfide come l’inflazione, non possiamo commettere l’errore di ignorare il cambiamento climatico. A fronte di una politica globale del cambiamento climatico sempre più complessa, un punto sta diventando sempre più chiaro: le aziende giocheranno un ruolo chiave nell’affermare la lotta al cambiamento climatico come valore globale fondamentale.

La natura imprevedibile dei rischi operativi e di bilancio associati ai cambiamenti climatici rappresenta un forte incentivo per le aziende ad agire. Questo vale per le singole aziende, ma ancora di più per il coordinamento dei loro sforzi.

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La logica di fondo è semplice: Quando le aziende fissano obiettivi ambiziosi per se stesse e contemporaneamente chiedono un maggiore impegno e trasparenza ai loro fornitori principali, si crea una pressione per l’azione lungo l’intera catena del valore. Questa pressione aumenta quando le grandi aziende agiscono da apripista, tracciando un percorso che gli altri dovranno seguire.

Il fatto che molte banche e investitori istituzionali riconoscano sempre più il rischio del cambiamento climatico e stiano modificando i loro processi di prestito e investimento è un ulteriore evento che spinge all’azione.

Inoltre, un impegno concreto nella lotta al cambiamento climatico è uno strumento importante per molte aziende per attrarre e trattenere i talenti. Sappiamo anche che abbiamo maggiori possibilità di riuscire a guidare un cambiamento positivo quando i dipendenti trovano i loro valori personali riflessi in una missione aziendale.

Il ruolo centrale delle aziende

Lo strumento attraverso il quale le reti di aziende possono affermare che la lotta al cambiamento climatico è un valore fondamentale nella pratica è quello di affrontare le cosiddette emissioni “Scope 3”. Le emissioni Scope 3 sono generate dai fornitori di un’azienda e dai suoi clienti durante e dopo la fase di utilizzo dei prodotti. Raggiungere l’azzeramento delle emissioni dell’Ambito 3 non sarà un’impresa facile, ma ha il potenziale per avere un ampio impatto.

Per ottenere una maggiore chiarezza su dove e come è necessario intervenire, è necessaria una grande trasparenza reciproca tra le aziende. Ciò significa verificare la conformità agli standard di CO2 concordati, analogamente alle pratiche di revisione dei bilanci.

Per progredire, le aziende possono richiedere ai fornitori di consentire a verificatori di fiducia di stabilire una scheda di valutazione della sostenibilità, di fornire dati per l’analisi del ciclo di vita del prodotto e di stabilire i propri obiettivi di sostenibilità convalidati da SBTi. Se i fornitori si rifiutano di collaborare, il loro status di fornitore preferito può essere riconsiderato o revocato. Queste iniziative creeranno forti incentivi anche per quelle aziende che finora hanno esitato a concentrarsi sulla decarbonizzazione del proprio portafoglio.

Naturalmente, stabilire e gestire la conformità agli standard di rendicontazione è solo il primo passo di un lungo percorso. Ridurre le emissioni nella pratica è un compito quotidiano che deve essere svolto da tutta l’azienda.

Mettere in pratica

Dato che le aziende di ingegneria meccanica sono posizionate a monte di molti altri settori, gran parte delle emissioni associate ai loro prodotti si verificano durante la fase di utilizzo presso il cliente e oltre. Ecco perché il compito di collaborare con i clienti per sviluppare soluzioni tecniche che rendano i prodotti sempre più efficienti dal punto di vista energetico e del risparmio delle risorse è così importante per tutte le parti coinvolte, compresi, in ultima analisi, i consumatori. L’impegno di un numero sempre maggiore di aziende in questo processo avrà effetti significativi a livello globale.

Uno studio condotto da BCG e VDMA mostra l’impatto che può avere l’industria meccanica in senso lato. Secondo questo studio, le tecnologie sviluppate o in fase di sviluppo potrebbero portare a una riduzione delle emissioni dell’86% nelle applicazioni industriali. Di questi, 37 punti percentuali potrebbero essere raggiunti grazie all’implementazione di tecnologie che oggi sono tecnologicamente ed economicamente fattibili. La parte restante può essere mitigata attraverso tecnologie tecnologicamente fattibili ma non ancora economicamente sostenibili, tra cui i combustibili verdi e la cattura del carbonio.

Tutto questo comporta un lavoro molto impegnativo. Ma come ingegnere, so anche che a volte possono essere i piccoli miglioramenti - da soli o di concerto - a fare la differenza anche nei sistemi più complessi.

Conclusione

Se da un lato il settore privato deve intervenire dove può, dall’altro anche i governi devono svolgere un ruolo sensibile per facilitare questi sforzi. In un contesto globale, concentrarsi sulla riduzione delle emissioni e sull’uso efficiente di risorse preziose (pensa all’acqua, non all’oro) può aiutare a stabilire un ponte valido e basato sui valori tra le aziende di diverse regioni del mondo.

Se applichiamo uno spirito di collaborazione e stabiliamo un’adeguata responsabilità, le capacità di risoluzione dei problemi e la mentalità di miglioramento continuo del settore privato possono rivelarsi una grande risorsa.

CEO di GEA Group, Düsseldorf

Riproduzione riservata ©

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