Il Capodanno festeggia la scomparsa del turista cinese
Causa Covid-19, milioni di cinesi non possono - nè potranno - viaggiare all’estero. Il mondo deve attrezzarsi ad accoglierli “alla fine di tutto”
di Rita Fatiguso
6' di lettura
Nel 2021 i milioni di cinesi che fino a due anni fa viaggiavano all'estero rimarranno a casa. La festa del Capodanno lunare, nell'anno del Bue, si sta rivelando un banco di prova del nuovo corso: frontiere blindate, spostamenti col freno nel timore di ulteriori focolai. Disincentivati anche gli spostamenti interni. Nessun gruppo organizzato, nè in entrata nè in uscita. Il mondo deve prepararsi ad accogliere i turisti cinesi a emergenza finita mantenendo alta l’attenzione, coccolandoli a distanza, tutto ormai è online. E già dal 2022 l'Italia sarà in prima fila per l’Anno della Cultura e del Turismo cinese.
Siamo nell’ Anno del Bue, segno che indica stabilità e resilienza dopo le turbolenze del malefico anno del Topo tornato nella sua tana senza troppi rimpianti per l’Umanità afflitta dal contagio. L’oroscopo cinese non potrebbe essere più azzeccato: causa COVID-19 i 170 milioni di cinesi censiti in giro per il mondo nel 2019, appena due anni fa, resteranno a casa. Quest'anno per Chunyun, Festa di Capodanno, la corsa ai viaggi interni - nei classici 40 giorni di vacanza dal 28 gennaio all'8 marzo -, è stata molto limitata rispetto ai ben noti standard cinesi, in milioni sono rimasti inchiodati a casa o, peggio, incatenati in fabbrica.
Il ministero dei Trasporti ha rivelato che nella prima settimana si sono mossi in 77,24 milioni, in treno 17,47 milioni, 54,82 in macchina e 2,42 con mezzi navali. In aereo 2,53 milioni, in autostrada sono state registrate 176,65 milioni di auto.
Trip.com, il gigante delle prenotazioni online, il mese scorso aveva lanciato pacchetti a metà prezzo che sono rimasti lettera morta e anche le ferrovie, abituate alla ressa degli ultimi giorni, avevano offerto sconti per chi avesse acquistato un biglietto quaranta giorni prima del Capodanno.
Le cose stanno andando diversamente. Numeri enormi, ma largamente al di sotto della media degli ultimi anni. L’onda magica del turismo interno prodotta dalla Golden Week di ottobre con prenotazioni alberghiere in crescita del 60% e 637 milioni di spostamenti, si è infranta contro il rischio di nuovi focolai. Per evitare i contagi durante Chunyun gli operatori hanno offerto traffico telefonico gratis e le aziende il raddoppio del salario. State a casa. Festeggiate sui luoghi di lavoro. Mai successo finora.
Blocco dei gruppi organizzati
Dalla Cina, comunque, non si esce. Nemmeno per il Capodanno. Da due mesi a questa parte - com'è scritto a caratteri cubitali sul sito del ministero della Cultura e del turismo cinese - nessun gruppo turistico può uscire o entrare in Cina fino a data da destinarsi.
Per chi arriva nel Paese la quarantena è stata appena raddoppiata fino a 28 giorni, con spese a carico di chi entra e un costo medio di permanenza in albergo di 55 euro al giorno. In queste condizioni, i viaggi all'estero sono improponibili. Il timore dei contagi ha condizionato, per la prima volta nella storia recente della Cina, anche le migrazioni interne.
Il turista cinese, in questo frangente, è solo scomparso o è destinato a estinguersi?
Oltre sei milioni di cinesi hanno viaggiato all'estero durante le festività del Capodanno nel 2019, disperdendosi in mille destinazioni in 102 tra Paesi e Regioni: l’Italia è stata tra le mete più richieste, assieme ad Australia, Stati Uniti e Nuova Zelanda per viaggi di medio-lungo periodo, mentre il Giappone e il Sud-Est asiatico sono state le mete preferite per i viaggi brevi. L'anno precedente, il 2018, i viaggiatori erano stati addirittura il triplo.
A gennaio 2020, infatti, è scoppiata l'epidemia e in molti – nel bel mezzo del Capodanno - non sono nemmeno riusciti a partire, mentre quelli che erano già fuori sono rimasti bloccati nelle navi da crociera o sono stati recuperati avventurosamente dai posti più sperduti.
Un cumulo di macerie
L'impatto sul mercato del lavoro e sulla produttività, quest'anno, sarà tutto da valutare e di sicuro a trarne beneficio sarà il Pil , e per quest'anno ci sarà un'impennata, in genere le aziende cinesi hanno sempre dovuto affrontare il problema dei lavoratori che si rifiutavano di tornare in azienda o in cantiere dopo il Capodanno cinese, preferendo rimanere a casa, piantando in asso il datore di lavoro. L'e-commerce, invece, raddoppierà il fatturato salendo ben oltre il terzo del Pil.
L'industria del turismo è al collasso, dappertutto. Il 10% della popolazione attiva mondiale è coinvolta nel’industria del l turismo. Centinaia di milioni di persone dipendono da questo business. La Cina non si sottrae a questa tragedia. Le compagnie aeree semi-paralizzate. Le catene alberghiere sottochiave. I colossi statali dei viaggi - frutto di recenti fusioni per aumentarne la massa critica - e quelli di prenotazioni online non se la passano meglio.
Si racconta che a Yangshuo, vicino Guilin, nel Sud Ovest del Paese, le tre case dell'epoca Qing sottratte al disfacimento e all'oblio da un architetto sudafricano diventato il matto del villaggio oggi non possono più accettare turisti. I gestori cercano di assicurare, a fatica, l'ordinaria manutenzione. Felci e e mangrovie, c’è da giurarci, riprenderanno il sopravvento.
Una morte presunta?
Forse è troppo presto per emanare una sentenza di morte presunta. Otto anni fa il premier Li Keqiang promise, in un discorso al World Forum di Tianjin, la Davos cinese, di spedire in giro per il mondo addirittura 400mila turisti cinesi.
Ambasciatori della Cina nel mondo, li definì. Ambasciatori del mondo in Cina, una volta tornati a casa, dai viaggi. Il mix culturale è stato straordinario. La fatica del mondo intero di gestire questo tipo di cinese altrettanto enorme. Nel 2019 un miliardo di euro.
La crescita era ormai innescata, nel 2019, l’ufficio nazionale di statistica censì per la precisione 169.21 milioni di viaggi fatti all’estero da turisti cinesi, in crescita del 4.5 per cento rispetto all’anno precedente verso dieci destinazioni, specie per lo shopping: Giappone, Emirati, Regno Unito, Francia, Singapore, Stati Uniti, Spagna, Sud Corea, Italia e Australia.
Il turismo educativo
Ma il Covid-19 ha stravolto ogni scenario. E la sfida si è spostata decisamente online. La promozione dei luoghi e dei prodotti diventa un problema di marketing futuristico. Per quando tutto questo finirà. Mostre a distanza, enti online, visita di negozi via App e miniprogram. Lo sta facendo il comune di Milano con Yes Milano che ha creato un miniprogram WeChat che ha già 80mila utenti grazie al quale è possibile che i cinesi senza spostarsi visitino aree di Milano e anche negozi, magari poi per acquistare i prodotti online. Un’esperienza simile anche in Toscana, sempre grazie a un miniprogram di WeChat.
Saverio Crea, avvocato, in tempi non sospetti ha realizzato il progetto di EMBA congiunto fra Bocconi e Shanghai Jaotong University. “Per primi abbiamo introdotto in Italia nel 2018 un esempio di turismo educativo - dice Crea - che oggi, in tempo di Covid-19, rappresenta una risorsa strategica per la ripresa economica del nostro Paese, perché unisce due risorse di assoluta eccellenza del nostro patrimonio culturale, veicolandole attraverso canali multimediali”.
“In Cina una sempre più vasta platea di imprenditori - continua Crea, di giovani che desiderano completare l'iter formativo e di facoltosi amanti del Belpaese, alimenta la domanda di questi servizi, e la richiesta è sempre quella: unire la teoria alla pratica, l'utile al dilettevole”.
In che consiste il turismo educativo? Alle tradizionali lezioni, in presenza e a distanza, sul concetto di “management di arte e cultura” sono state affiancate in presenza o a distanza visite di musei e fondazioni organizzatrici di eventi di rilievo nazionale, incontri con Sindaci di città d'arte, nonché contatti con docenti di istituzioni di alta formazione musicale.
Nel solco di questa esperienza si inserisce anche il progetto intergovernativo “I mestieri del gusto sulla Via della Seta”. “L’iniziativa - dice Maria Moreni di Italy-China Link - rende più accessibile il concetto di “sperimentazione contestuale di teoria e pratica” del patrimonio enogastronomico vantato da Cina e Italia, attraverso una serie di corsi di formazione professionale, eventi promozionali, degustazioni ed acquisti del meglio del food and beverage fra i due poli della Belt and Road”.
Il 2021 porterà fortuna
L'anno prossimo, intanto, bisogna preparasi all’anno della Cultura e del turismo cinese in Italia. In origine fissato nello sfortunato 2020. Poi slittato causa virus. Nel 2021 il compito è toccato alla Grecia. Nel 2022 la palla ritorna all’Italia.
Trip.com ha rilevato che il 45% dei viaggiatori cinesi arrivati nel 2019 spendeva 8-14 giorni in Italia, abitava in alberghi 4 stelle o più e spendeva una media di 1.300 euro in voli e pernottamenti. Roma, Milano, Firenze, Venezia e Napoli. Il museo Ferrari e la Toscana. Queste le mete preferite. Il tutto per un giro d’affari di un miliardo di euro evaporato nel nulla.
“Trip.com tornerà a collaborare con Enit, Fiavet, Federturismo Confindustria, Trenitalia, aereoporti di Milano e Roma, con la Toscana - dice Claudia Vernotti direttore di ChinaEu. per mantenere viva l’attesa e riportare qui i turisti cinesi, come è successo nel 2018, anno del turismo cinese in Europa”.
I programmi restano ambiziosi per il 2022. Il big del turismo cinese non ha abbandonato l’idea di intergrare le tecnologie per promuovere il turismo nell’era della pandemìa: dalle misure di sicurezza realizzate con mezzi contactless all’uso di assistenti mossi dall’intelligenza artificiale ai braccialetti con tecnologia RFID per garantire viaggi tranquilli.
“Del resto - dice Jane Sun - ceo diTrip.com - le nostre serie in streaming dedicati ai temi più diversi del turismo mondiale hanno catturato l’attenzione di 150 milioni di utenti. Non possiamo predire il futuro, ma possiamo prepararci al dopo. Il vaccino è essenziale, ma il virus non è ancora battuto”.
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