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Il carovita, la guerra e una Waterloo per tutti

Diventa sempre più necessario intensificare gli sforzi sul fronte dei negoziati con Mosca per scongiurare una guerra sempre più mondiale anche sul fronte economico

di Giancarlo Mazzuca

(alexandro900 - stock.adobe.com)

2' di lettura

Tutti teniamo famiglia, come diceva Leo Longanesi, ma mai come quest'estate che è appena cominciata tantissimi signor Rossi d'Italia non riescono a far quadrare i conti dei propri bilanci casalinghi perché sono alle prese con una crisi economica che sembra addirittura peggiore, nonostante alcuni dati ancora positivi, di quella del Ferragosto 2020 quando eravamo appena reduci dalla prima ondata di Covid che, con le ultime varianti, si sta di nuovo aggravando.

Qualsiasi prodotto sta oggi rincarando sempre più ed è proprio il caso di dire che un aumento tira l'altro. Crescono i prezzi degli alimentari, dell'energia elettrica, del gas, della benzina, lievita davvero tutto, a cominciare dal pane. Il carovita non ci sta proprio dando tregua e adesso non riusciamo più a rilassarci neppure andando in vacanza tra l'ombrellone che costa sempre di più, l'acqua che scarseggia e l'aria condizionata che è a peso d'oro sotto un solleone sempre più torrido. La parola d'ordine sembra essere: vietato distrarci. Persino con il calcio balilla perché era in cantiere (ma poi c'è stato fortunatamente un passo indietro) addirittura una tassa sul gioco del biliardino. Comunque ci muoviamo, rischiamo insomma di essere “out”: se all'inizio dell'attacco di Putin a Kiev facevamo sventolare con orgoglio la bandiera ucraina, oggi moltissimi di noi potrebbero essere costretti ad issare bandiera bianca. Anche perché la crisi non investe soltanto l'Italia ma colpisce il Vecchio Continente intero (e non solo).

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Ecco perché si profila un autunno particolarmente nero. Mi vengono in mente gli autunni neri degli anni Settanta quando anche allora, tra “super” alle stelle e produttori petroliferi dell'Opec con il fucile puntato sull'Occidente, sbarcavamo il lunario con tantissime difficoltà, ma la situazione non sembrava così difficile, quasi tragica, come quella che ci attende a settembre. Non vorrei che, alla fine, per tutto questo dovessero pagare tantissime famiglie e, ancor più, moltissime imprese. Resta il fatto che, con le ultime mosse in particolare dell'Europa e con i dietro-front della Lagarde, i segnali sono sempre più preoccupanti: ecco perché, al di là delle prossime scelte di Draghi e dell'ultima guerra scoppiata nelle file dei grillini sulle sanzioni alla Russia con l'uscita dal partito di Di Maio & C., diventa sempre più necessario intensificare gli sforzi sul fronte dei negoziati con Mosca per scongiurare una guerra sempre più mondiale anche sul fronte economico. Di questo passo, si sta profilando all'orizzonte una Waterloo per tutti, a cominciare proprio da quel “Titanic” che si chiama Europa.

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