Il carrello della spesa aumenta del 12,6% Balzo da record per carne, riso e pasta
A dicembre solo una lieve frenata nei rincari dei beni di largo consumo
di Enrico Netti
2' di lettura
I prezzi del carrello della spesa a dicembre vedono un impercettibile rallentamento, al +12,6% dal 12,7% del mese precedente, segnala la nota di ieri dell’Istat, mentre quelli del largo consumo confezionato registrano un +8,5%. Valori che rispecchiano solo in parte i reali aumenti di prezzi allo scaffale del supermarket.
Il 2023 è iniziato con l’entrata in vigore dei nuovi listini dell’industria, fattore che porta una nuova ondata di rincari mentre il 2022 è terminato con una serie di aumenti a doppia cifra. Tra gli alimenti d’uso quotidiano, per esempio, il prezzo medio della pasta vede un +22%, il riso +40%, la polpa di pomodoro +29%, la carne di tacchino +31% e quella di bovino +16%. Olio, aceto e olio di semi segnano un +30%, il prezzo del burro cresce di oltre un terzo e così via. Altri prodotti hanno segnato prezzi sostanzialmente stabili: tra questi la frutta secca, le banane, le mele.
Le famiglie hanno reagito riducendo le quantità acquistate e andando a fare la spesa negli economici discount. Consumi non essenziali come le verdure sottolio e i funghi vedono un -16% dei volumi di vendita, gli snack salati perdono il 20%, i wurstel il 14%, il pesce surgelato quasi il 12%, le arance il 9% e il cibo per gatti il 7%. Quella delle famiglie è una lotta senza quartiere per cercare di fare quadrare la contabilità di casa e qualche risultato lo ottengono grazie alle promozioni. Molto più facile scegliere prodotti di qualità inferiore e l’offerta private label delle insegne della Gdo. Il nuovo anno è partito con un’altra raffica di aumenti, quasi sempre a doppia cifra, in parte scaglionati tra gennaio e febbraio. Tutti rincari alimentati dal caro energia e materie prime che resteranno anche al termine dell’attuale ciclo congiunturale causato dal caro energia e materie prime.
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