Il (cattivo) stato di salute del mare e dei laghi italiani: su 389 punti esaminati 1 ogni 3 oltre i limiti di legge
Le situazioni più critiche sulla depurazione riguardano Sicilia, Lombardia, Campania, Calabria e Lazio
di Andrea Carli
I punti chiave
4' di lettura
Mala depurazione e scarichi illegali restano il principale nemico del mare e delle acque interne in Italia. Parliamo di oltre 8000 km di costa e i 1.500 laghi sparsi su tutto il territorio nazionale. Su 389 punti totali campionati nell’ambito di Goletta Verde e Goletta dei laghi, le due campagne itineranti di Legambiente, uno ogni tre è risultato oltre i limiti di legge sulle coste e sui laghi. Situazione critica alle foci dei fiumi: inquinate nel 58% dei casi. Persistono poi i “malati cronici”: 32 punti monitorati in 13 regioni risultano inquinati e fortemente inquinati da oltre 10 anni. Le situazioni più critiche sulla depurazione riguardano Sicilia, Lombardia, Campania, Calabria e Lazio che da sole generano l'80% del carico complessivo degli agglomerati in infrazione europea. Il bilancio finale delle due iniziative che monitorano lo stato di salute delle acque del nostro Paese, è stato presentato a Roma.
Un punto inquinato ogni 81 km di costa
Su 263 campioni prelevati lungo le coste marine dai volontari di Goletta verde, 22 punti sono stati giudicati inquinati e 70 fortemente inquinati: nel complesso oltre i limiti di legge quindi il 35% del totale. 1 punto inquinato ogni 81 km di costa. Il 50% dei punti monitorati dalla campagna (131 punti su 263) ha riguardato le foci di fiumi e canali. Delle 131 foci campionate, il 58% (76 su 131) è risultato oltre i limiti di legge. Dei 263 campioni eseguiti da Goletta verde 120 hanno riguardato aree non controllate dalle autorità competenti – secondo le indicazioni riportate dal Portale Acque del Ministero della Salute – e nel 52% dei casi sono risultate oltre i limiti di legge. E non migliora la situazione per quanto riguarda l'informazione ai bagnanti. Nei tratti di costa non controllati dalle autorità competenti e, di conseguenza, interdetti alla balneazione, in cui i tecnici di Goletta verde hanno eseguito i prelievi, nel 63% dei casi non c'è il divieto di balneazione. In quelle balneabili, mancano i cartelli informativi obbligatori avvistati solo nel 10% dei punti.
Laghi, 15 inquinati e 27 fortemente inquinati
Per quanto riguarda Goletta dei laghi, invece, quest'anno la campagna di Legambiente ha ampliato il numero di bacini lacustri posti sotto la sua lente di ingrandimento passando dai 28 del 2020 ai 34 di questa edizione, sempre in 11 regioni italiane. Sono stati effettuati 126 prelievi in altrettanti punti di campionamento e giudicati, secondo la classifica della Goletta dei Laghi per le analisi microbiologiche, oltre i limiti di legge il 33% dei prelievi (15 inquinati e 27 fortemente inquinati). In totale sono 61 i campioni prelevati in foce, 65 quelli prelevati a lago. Dei campioni giudicati oltre i limiti, il 64% è stato prelevato in foce a canali, fiumi o torrenti.
I 32 malati cronici
E poi ci sono i cosiddetti “malati cronici”. Sono 32 i punti che secondo i prelievi di Goletta Verde e Goletta dei Laghi degli ultimi 12 anni, risultano inquinati o fortemente inquinati da oltre 10 anni e riguardano 13 regioni. In Lombardia tra i punti cronici monitorati in questi da Goletta dei Laghi ci sono: la foce Rio Bolletta a Porto Ceresio (VA) sul Lago Ceresio, la foce del torrente Caldone a Lecco e quella del torrente Cosia a Como sul Lago di Como, la foce del torrente nei pressi del porto di Padenghe sul Garda (BS) sul Lago di Garda, la foce del torrente Boesio a Laveno Mombello (VA) e la foce torrente Bardello a Brebbia (VA) sul Lago Maggiore. Sempre sul Lago Maggiore, ma sulla sponda piemontese, tra i malati cronici c'è la foce del torrente Vevera, ad Arona (NO). Sul lago di Bolsena invece, nel Lazio, troviamo la foce del torrente nei pressi del parco giochi a Montefiascone (VT).
Per quanto riguarda i malati cronici monitorati da Goletta Verde, nel Lazio preoccupa la situazione della Foce del fiume Marta (Tarquinia, VT), la foce del canale altezza via Filadelfia (canale Crocetta – Pomezia, RM), della Foce del Fosso Grande (Ardea, RM), del Fosso Zambra (Cerveteri, RM), del Rio Vaccina (Ladispoli, RM), la Foce del Rio Santa Croce (Formia, LT). Anche in Campania risultano oltre i limiti di legge da 10 anni: la Foce fiume Savone (Mondragone, CE), la foce del Fiume Sarno (Torre Annunziata/Castellammare di Stabia, NA) e quella Torrente Asa (Pontecagnano Faiano, SA). Malati cronici anche in Calabria: Foce del fiume Esaro (Crotone), Spiaggia presso il canale a destra del Castello (Le Castella nel Comune di Isola di Capo Rizzuto, KR), Foce del torrente Annunziata (Lido Comunale di Reggio Calabria), Foce del Fiume Mesima (San Ferdinando, RC) e Foce del torrente Ruffa (Turiano, VV). Per la Sicilia i malati cronici sono la foce del Gattano a Gela (CL) e la foce dell'Alcantara tra Calatabiano e Giardini di Naxos (CT/ME).
Legambiente: utilizzare le risorse del Pnrr per combattere la mala depurazione
L’associazione ambientalista è tornata a ribadire l'urgenza di destinare più investimenti per efficientare la depurazione e completare la rete fognaria, a partire dall'utilizzo delle risorse europee del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) L'Unione europea, ha sottolineato Legambiente, ha più volte ammonito l'Italia avviando quattro procedure d'infrazione per il mancato adeguamento alla direttiva europea sui reflui, due delle quali già sfociate in condanna per le quali la Penisola sta pagando multe salate. Sino ad ora le multe, relative solo alla condanna (C-251/17) relativa alla prima procedura infrazione (2004/2034) che riguarda 69 agglomerati urbani (ognuno dei quali comprende più comuni), sono costate al nostro paese oltre 77 milioni di euro. Ma nell'affrontare il problema della cattiva depurazione, per l'associazione ambientalista è importante prevedere anche più controlli alle foci e lungo i corsi d'acqua e promuovere più informazione tra i bagnanti.
Depurazione delle acque reflue ancora non adeguata
Ancora oggi il 40% dei reflui fognari delle città italiane non è depurato in maniera adeguata (elaborazione Legambiente su dati Commissione Ue), un problema che non riguarda solo il Sud Italia ma anche il Nord della Penisola. Ad oggi sono 939 agglomerati non in regola, che generano un carico complessivo di quasi 30 milioni di abitanti equivalenti su un totale di 77 milioni. Se si guarda però anche al carico generato da questi agglomerati, espresso nel numero di abitanti equivalenti, emergono le criticità in regioni che non si trovano solo nel Mezzogiorno. L'80% del carico complessivo degli agglomerati in stato di infrazione proviene da 5 regioni: dalla Sicilia in primis (il 23%) ma anche da Lombardia (il 19%), Campania (il 17%), Calabria (l'11%) e Lazio (che contribuisce per il 10%, con 6 agglomerati in infrazione su 162 regionali).
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