Il centenario di Joseph Beuys
I musei tedeschi lo celebrano, poche iniziative in Italia. Sul mercato richiestissimo già in vita. Dal 2018 il lascito gestito da Ropac, che lo porterà a Frieze Masters
di Silvia Anna Barrilà
4' di lettura
Cento anni fa, il 12 maggio 1921, nasceva a Krefeld in Germania l'artista Joseph Beuys, figura poliedrica e complessa, che ha portato avanti istanze tra le più innovative e influenti della seconda metà del Novecento. Più volte definito un novello Leonardo per il suo approccio scientifico e l'interesse nei confronti del mondo naturale, ha fatto della sua arte una cassa di risonanza per idee e azioni politiche. Emblematica in tal senso la sua definizione di “scultura sociale”, per un'arte in grado di trasformare la società, così come l'attenzione all'ambiente e all'ecologia, che sfocerà nel suo contributo alla fondazione del Partito dei Verdi.
Celebrazioni in Germania
La sua patria, la Germania, non ha perso occasione per mettere su un palinsesto variegato di celebrazioni, mostre, conferenze e manifestazioni in suo onore, con l'intento quasi di tirare le somme, a distanza di un secolo, sull'eredità di Beuys alla contemporaneità. Per l'occasione è stato realizzato un sito web ad hoc, www.Beuys2021.de, dove sono raccolte tutte le iniziative, divise per città e formati. Tra le più interessanti ci sono la mostra al Belvedere di Vienna, aperta il 4 marzo e intitolata “Think. Act. Convey.” e quella alla Staatsgalerie di Stoccarda, “Der Raumkurator”, che ha aperto il 26 marzo. All'Accademia di Düsseldorf, dove Beuys ha insegnato dal 1961 al 1972, ha aperto il 27 marzo “Mataré + Beuys + Immendorff: An Encounter Between the Works of Teacher and Student”, che mette a confronto le opere dei tre artisti che furono uno professore dell'altro all'accademia. Lo stesso giorno apre al K20 Kunstsammlung Nordrhein Westfalen la mostra “Everyone is an artist”, mentre il 28 marzo inaugura allo Skulpturenpark Waldfrieden della Fondazione Cragg la mostra “Joseph Beuys. Perpetual motion”, con 20 opere di artisti influenzati da Beuys, selezionati dallo scultore Tony Cragg (lui stesso nel 1972, a 23 anni, fu profondamente ispirato dalle performance di Beuys alla Whitechapel Gallery e dal concetto di continuità tra arte e vita).
Le iniziative in Italia
Ma altrettanto interessanti sono le iniziative dei musei giapponesi come il museo municipale di Toyota, il Kenritsu Kindai Museum a Saitama e il museo nazionale di Osaka, che dimostrano la crescita di interesse da parte del pubblico asiatico nei confronti dell'artista tedesco. E l'Italia? Beuys ha sempre intrattenuto un rapporto privilegiato con l'Italia, in particolare con alcune città, come Napoli, Capri, Foggia, Bolognano, e con i suoi personaggi di spicco, primi fra tutti il gallerista Lucio Amelio, il barone Baby Durini e la consorte, Lucrezia De Domizio Durini. L'Italia era per Beuys l'emblema di una civiltà arcaica, quasi idillica, preindustriale, genuina, legata al territorio, alla sua natura e custode delle sue tradizioni. Eppure, gli eventi che celebrano il centenario sono pochi: alla fine dell'anno è in programma una mostra al Castello di Rivoli , mentre nel 2022 ce ne sarà una alla Fondazione Cini a Venezia. Inoltre, il Teatro Out Off di Milano organizza dall'11 al 15 maggio l'appuntamento “Maestri. Incontriamoli! Joseph Beuys a 100 anni dalla nascita – una mostra, performance, video, incontri, testimonianze” e la Fondazione Bonotto ha in programma la mostra “Beuys. Poster ed edizioni. Collezione Bonotto”.
Beuys in galleria
La conferma dell'importanza e della vasta risonanza dell'arte di Joseph Beuys arriva anche dal mercato. Quando era ancora in vita, le gallerie di Joseph Beuys erano principalmente Anthony d'Offay a Londra, Galerie Schmela a Düsseldorf, Lucio Amelio a Napoli, René Block a Berlino e New York. Dopo la morte è stato rappresentato da Heiner Bastian a Berlino, che era stato il suo segretario in vita e l'anno scorso ha donato un importante corpo di 173 disegni ai musei statali di Dresda. Nell'aprile 2018 il lascito di Beuys è stato preso in mano dalla potente galleria di Thaddaeus Ropac, che ora lo rappresenta in collaborazione con la famiglia. Nello stesso anno c'è stata una grande mostra a Londra, mentre per quest'anno non sono previste mostre in galleria. “Abbiamo dovuto rinunciare ad una grande esposizione perché abbiamo l'onore di dare in prestito le opere a nostra disposizione a mostre museali” ha spiegato Ropac, “recupereremo l'anno prossimo. Nel frattempo, faremo una piccola mostra nella sede di Salisburgo a luglio di quest'anno e prevediamo di dedicare a Beuys il nostro stand a Frieze Masters a ottobre”.
Le opere ancora sul mercato
Quali e quante opere ci sono ancora all'interno del lascito non viene rivelato, ma a giugno a Dresda ci sarà una mostra di lavori su carta che vengono interamente dall'archivio della famiglia. Le grandi installazioni sono già praticamente tutte musealizzate. “In vita Beuys era uno degli artisti internazionali più richiesti” ha spiegato Ropac. “Nel 1969 alla fiera Kölner Kunstmarkt 69 (così si chiamava originariamente l'Art Cologne, ndr) la sua opera “Das Rudel (The Pack)” è stata venduta a 110.000 marchi (oggi l'opera si trova nel museo Neue Galerie di Kassel, ndr). Per la stessa cifra si compravano in fiere grandi opere di Rauschenberg o Warhol. L'opera di Beuys fu la prima di un artista tedesco a superare la soglia dei 100.000 marchi”. “Per quanto riguarda lo sviluppo recente del mercato di Beuys – continua Thaddaeus Ropac – non è così semplice, perché dopo la sua morte nel 1986, almeno l'80% delle opere importanti sono andate direttamente ai musei. Solo nei musei tedeschi ci sono centinaia di installazioni e sculture. Per questo motivo sono rimaste solo poche opere all'asta e sul mercato, per cui Beuys è stato a lungo un artista molto rispettato, ma poco considerato dal mercato”.
I prezzi
In galleria, le quotazioni vanno da 20.000 a 200.000 euro per i disegni. Le sculture più piccole quotano tra 100.000 e 600.000 euro, mentre le lavagne e le vetrine tra 1 e 1,5 milioni. I gruppi di sculture tra i 4 e i 6 milioni di euro. All'asta si registrano più di 9.000 passaggi, con un record pari a 1,098 milioni di euro per una lavagna, “Zeitpunkt: Das Massaker von Muenchen (Point of time: The Massacre of Munich)”, segnato da Christie's a Londra nel 2016.
Ha collaborato Ilenia Rubino
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